Tortilla del contadino che non sa (+ Walk On, pesaculista)

Sai a chi somigli te? A questo qui.

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E balla pure, nelle sue condizioni.

Dopo la puntata del pesaculismo scientifico, quello in cui il riposo conta molto di più dell’allenamento (perché, si sa, gli sportivi professionisti fanno quel che fanno perché si sbattono il meno possibile) e dopo quella del Ma come faccio ad avere il tuo corpo senza fare un cazzo, oggi parliamo degli atleti mancati perché la sfiga.

Essì, i pesaculisti ci stupiscono sempre con gli effetti speciali più all’avanguardia.

Dopo il Non ho tempo, non ce la faccio e Faccio 666564645 addominali al giorno eppure c’ho la panza, la balla più gettonata è No, ma anche io ero come te, poi però mi son fatto male ed ho dovuto smettere.

Tutti. Tutti con la carogna sulle spalle. Eppure li guardi e ti sembra tutto ok. Voglio dire, c’è gente che fa sport senza gambe, senza braccia e senza intere parti del corpo e ce la fa, niente la può fermare.
Tu invece nel 1925 ti sei rotto il mignolino e stai ancora lì a piangere?

Se non la pianti di dire boiate invoco Pazuzu e poi te la vedi con le locuste.

Quando sento questi aneddoti vistosamente falsi – falsi come i secchi che ti dicono di avere i muscoli e tu li guardi e gli rispondi Ma se non riesci manco a stare in piedi – prima penso Ma perché questo mi sta raccontando ‘ste cazzate, che bisogno c’è e subito dopo penso a Bruce Lee.

Che figo.

Perché Bruce Lee ad un certo punto della sua vita si fa male di brutto e gli dicono che basta, d’ora in poi dovrà stare sul divano e guardare Netflix perché di allenarsi non ci sarà più verso.
Ma Bruce Lee è Bruce Lee mica per caso. Lui se ne frega di quello che dicono i medici, lui è un ribelle che osa fare più di 12 ripetizioni alla volta (e so già che tutti i personal trainer staranno rabbrividendo!) e lavora ancora di più: con più fatica, con più attenzione, con ancora più determinazione. Tutto risiede nella propria testa: se decidi di fare una cosa, nulla ti potrà fermare.
Walk On, diceva Lee. Qualsiasi cosa accada, qualunque sia il dolore che provi, tu walk ok, vai avanti, non ti fermare.

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Ovviamente tra lui e l’infortunio, vince lui.
Tu invece stai cercando di vendermi che siccome nel lontano 1915 ti sei rotto un’unghia oggi non puoi più muovere un muscolo?

La verità è che non ti importava dello sport ed hai accolto l’infortunio (lieve, nella maggioranza dei casi) con estrema gioia: una scusa per smettere ed una altrettanto valida per andare a scassare i bagigi agli altri sportivi nei secoli dei secoli.

Dispensando anche saggi consigli alimentari, su cui di solito sei FERRATISSIMO.

L’anno scorso ho avuto un piccolo infortunio durante l’allenamento. Niente di grave, ma ogni volta che sollevavo un peso piangevo.
Non mi sono fermata. Mi sono imbottita di antidolorifici ed ho proseguito. Non è paragonabile all’infortunio di Bruce Lee, ma senz’altro è paragonabile a quello dello sportivo mancato. Traducendo: non mi ero fatta una ceppa, in fin dei conti.

Da quando faccio sport il commento più in voga non è su quanto sia bello, divertente, soddisfacente faticare con lo sport. No, il commento è del vecchio che vive dentro a quelle persone: eh, attenta, che poi vai in sovrallenamento e ti devi fermare.

Eccerto. Cosa che ovviamente è accaduta proprio a te, vero pachiderma che non sei altro?

Non li sopporto più.

La mia potrà sembrare sempre ormai antipatia gratuita, ma davvero non sopporto più tutto questo show dei pesaculisti che si fingono dei Juri Chechi mancati.
Prima andavano di moda le robe nerd e sentivo parlare di videogiochi pure mia nonna, ora mia nonna tiene direttamente un corso di fitness su Instagram e mangia tofu e dà consigli saggi come Mi raccomando, 45 minuti di allenamento al giorno e non di più, che poi sennò i muscoli implodono.

Ogni volta che qualcuno pronuncia frasi come questa, un piccolo Bruce Lee, nel mondo, muore.

Ve lo chiedo per favore, pesaculisti: il web è gigante, non rivolgete la parola ai Kaiju. Lasciateli nel loro mondo di sollevamenti pesi da 50 reps, sessioni di corda da un’ora e mezza, di pranzi pieni di dolci e di mesi (anzi, anni) privi di giorni di riposo. Stanno così bene, i Kaiju, nel loro habitat naturale. Non andate a disturbarli.

Un saluto a tutti i pesaculisti del web.

E passiamo alla ricetta.

La chiamerò tortilla del contadino che non sa, per via del formaggio e delle pere insieme. Spiegone che manco Morgan Freeman.

Go, go, go!

Per preparare una tortilla del contadino che non sa, hai bisogno di:

  • una tortilla. O una piadina se preferisci la piadina;
  • una pera. Più o meno 100 grammi;
  • 100 grammi di ricotta di bufala. Non provare a farlo col gorgonzola: troppo pesante;
  • 15 grammi di noci (circa tre);
  • 10 grammi di miele.

Lava la pera e pelala, ma la buccia mangiatela che lo sai che tutte le proprietà della frutta sono sulla parte esterna. Tagliala a cubetti.
Rompi le noci.

Scalda una padella e adagia sopra la tortilla. Segui le istruzioni che hai sulla confezione per quanto riguarda i tempi.
Spegni poi la fiamma e condiscila direttamente in padella.

Prima la ricotta.

Poi la pera.

Infine spezzetta con le mani le noci e poi cospargi con un po’ di miele.

E niente, abbiamo finito, dei solo chiuderla.

Basta, non ti resta che sederti e mangiare.
Ciao e buon appetito!