Film, anime, libri.

10 titoli di film, anime e libri che mi son piaciuti ultimamente.
Quindi cambieranno di continuo.

Film

  1. La fiammiferaia di Aki Kaurismaki, 1900
    Film silenzioso, tragico, asciutto, breve.
  2. L’Uomo Senza Passato di Aki Kaurismaki, 2002
    Rivisto dopo 20 anni, mi è piaciuto più di allora, probabilmente perché nel 2002 lo vidi senz’altro doppiato. 
    Tragico ma con un umorismo surreale, recitato malissimo credo volutamente, dà un effetto straniante. 
  3. The Shining di Stanley Kubrick, 1980
    Lo vedo almeno una volta l’anno da quando sono nata. Eppure questa volta è stato diverso (forse anche per colpa della versione trovata, che comprendeva scene tagliate che se fossero rimaste tali ne avremmo tutti giovato). Ottimo film, meraviglioso, surreale. Ma – appunto – la parte surreale mi è saltata all’occhio solo in questo rutilante 2024. A tratti mi è sembrato un film di Lynch, ma senza umorismo. Quindi straniamento doppio.
    Bello come anche qualcosa che si conosce a memoria possa sorprenderti ancora. 
  4. Inside the Yellow Cocoon Shell di Thien An Pham, 2023
    Tre ore di inquadrature scentrate, di lunghe carrellate su muri per cercare santini improbabili (troviamo persino un Gesù Cristo sul fondo di un fiume). Ogni scena rallentata fino a creare sonnolenza, con dialoghi dimenticabili e anche questi dilungati all’inverosimile. La storia è una scusa per creare uno stile. Indecisa tra il dormirlo per intero e guardarlo, è stata una visione al limite del lisergico (in stile The Inland Empire, per capirci). Mi è piaciuto tantissimo. Purtroppo è il primo (e spero non ultimo) film del regista. 
  5. Pulp Fiction di Quentin Tarantino, 1994
    Non lo vedevo da 20 anni. Se possibile, è migliorato col tempo. 
  6. Fiori di Equinozio di Yasujiro Ozu, 1958
    Troppo presto la Primavera cede il passo all’Autunno. Un film sul cambio delle tradizioni, sulla nostalgia di tempi non migliori e sull’evoluzione dei rapporti tra i genitori e i figli. C’è TUTTO: canzoni tradizionali, teiere a terra, abiti stesi, tanti treni, matrimoni, figli e padri e madri e Giappone. Seconda mia visione, mi è piaciuto ancora di più. Rilassante.
    I genitori della protagonista sono davvero ben scritti: non piatti, ma colmi di realtà. 
    Potrei inoltre guardare per ore la donna che ascolta la radio e canticchia, canticchiando a mia volta. 
  7. Little Forest di  Soon-rye Yim, 2018
    Coreano, una storia di ritorni alle origini, di partenze, di ritorni e di ricerca di radici. Tanto cibo, campagna, natura. Mi è piaciuto tantissimo.
  8. Shoplifters (Manbiki Kazoku) di Kore-eda Hirozaku, 2018
    Altra storia di famiglia, questa volta però arrangiata e illegale. Fa sempre riflettere il ruolo dello Stato nella cultura Giapponese. Io davvero non ho capito come possa essere tanto una giungla, ma ho smesso di stupirmi.
  9. Io Capitano di Matteo Garrone, 2023. 
    Film italiano che di Italia ha pochissimo, se non il nome del regista. Racconta il viaggio di un ragazzo senegalese fino ai confini italiani. Dovrebbero proiettarlo nelle loro scuole, così magari evitano di andare via quando non è necessario. Perché io la speranza che il mondo cambi non ce l’ho.
  10. Monster di Kore-eda Hirozaku, 2023
    Regista erede di Ozu per tematiche, forse non è il film che mi è piaciuto di più ma lo consiglio. Detesto un po’ la forma di base (questo srotolare la storia e riavvolgerla per mostrarla da molte angolazioni), ma la parte con i bambini è bellissima ed il finale non lascia indifferenti.

Anime

  • Seirei no moribito, 26 episodi.
    Stupendo! Anche se le animazioni sono vecchiotte (Dal 2007 a oggi sono stati fatti passi ENORMI) la storia è così bella che non ha alcuna importanza. C’è pure la canzone del Nahji, che è diventata la mia suoneria del telefono.
    Ci sono alcuni episodi riempitivi, ma ci sta, non li ho trovati sbagliati.
    Di che parla? Di una leggenda che si avvera, con la paura di affrontare un destino che si cerca di cambiare, almeno un po’.
  • Usagi Drop, 11 episodi.
    Storia di adozioni e adattamenti, di crescita e di difficoltà. Un ragazzo adotta una bambina cui è anche parente (la bimba è la zia del tipo). Scandali familiari, puccettosità e disegni pastellosi. Non un capolavoro, ma carino.
  • Zankyou no Terror. 11 episodi.
    Non mi è piaciuto quasi per niente ma l’ho visto tutto e quindi lo inserisco per non avere la sensazione di avere gettato via tutte quelle ore.
    Solita storia di bambini su cui fanno esperimenti e poi si vendicano. Solo che qui c’è un po’ di accenno ai movimenti estremisti giapponesi, quelli che vogliono poter avere un esercito, il diritto alla guerra e la bomba atomica (e quindi Godzilla).
  • Solo Leveling, 12 episodi. Per ora.
    Ti fa venire voglia di giocare ai videogiochi abbbbestia. Ed è cosa buona e giusta.
  • Cherry Magic, 12 episodi.
    La serie più melensa e romantica che puoi trovare in giro. In questo universo esistono solo uomini omosessuali. Puccettoso.
  • Villainess Level 99: I May Be the Hidden Boss but I’m Not the Demon Lord, 12 episodi.
    Titolo lunghissimo significa una cosa sola: ISEKAI. Quindi solito umano che si reincarna in un mondo fantastico. Questa volta siamo in un videogioco fantasy di incontri e la nostra protagonista è il boss finale. Livello 99 sotto ogni aspetto (il massimo raggiungibile nel gioco), dovrà cercare di convivere con i vari personaggi della trama principale.
    Carino, c’è di meglio come Isekai, ma carino.
  • ‘Tis Time for torture princess, 12 episodi.
    La principessa guerriera del regno viene catturata dal Re degli Inferi e torturata per carpire i segreti segretissimie e vincere quindi la guerra. Peccato che tortura, nel regno del male, sia sinonimo di divertimento e diventare torturatore è il sogno di chi vuole rendere felice le persone. Quindi via libera a cibi buonissimi, a gite e divertimenti vari. Ogni episodio di 20 minuti ha 3 mini episodi. Il mio personaggio preferito è il re degli inferi. Stupido, ma carino.
  • Mr. Villain’s Day Off, 12 episodi.
    Anche i cattivi hanno il giorno libero. Il protagonista è un generale di un esercito alieno che vuole sterminare i terrestri, ma nei suoi giorni liberi mangia gelati, fa passeggiate ed in generale ama i Panda e le cose puccettose. Ogni episodio ha tre mini episodi (o 4). Carino, alcune puntate noiose, ma nel complesso ha qualcosa qui e là.
  • The Apothecary Diaries, 24 episodi (per ora)
    Anime investigativo ambientato in una Cina antica, la protagonista è una speziale allevata in un bordello che si ritrova a lavorare per dei nobili. Disegni coloratissimi e a tratti puccettosi, mini storie che poi si legano col tempo ad una storia più grande… molto ben scritto, anche se ha i suoi tempi. Non vedo l’ora che ricominci (e chissà quando sarà).
  • A sign of affection, 12 episodi
    Storia d’amore tra una ragazza sorda ed un ragazzo a cui piace viaggiare per il mondo. Dolcissimo. Bei disegni.

LIBRI (ancora non ne ho letti 10 meritevoli nel 2024, quindi la lista è incompleta)

  • Giappone. The Passenger. Autori vari.
    Un insieme di articoli, racconti e riflessioni sul Giappone. Inizia col botto (Yokai, spiritualità, Tsunami), prosegue con un racconto intimo di Banana Yoshimoto e poi c’è di tutto un po’. Dai lottatori di Sumo al seppuko, dalle sparizioni legali, i rapporti di famiglia… c’è persino un intero capitolo dedicato al cinema di Ozu e affini. Non certo una lettura complessa ed esaustiva, ma perfetta per avere un’infarinatura di tutto un po’.
  • Il mio anno di riposo e oblio di Ottessa Moshfegh
    La protagonista di questo romanzo breve decide di impasticcarsi e dormire per un anno per depurare il suo corpo dal mondo e dalla negatività e dalle ansie sociali. Paranoico, scazzato, rozzo fino alla fine. Mi è piaciuto parecchio.
  • La Vegetariana di Han Kang
    Un libro diviso in tre racconti. In primo piano c’è questa signora che decide di diventare vegetariana, ma in realtà le cose sono così assurde, così estreme da portare alla pazzia molte persone coinvolte nella vicenda. È un attimo perdere il filo delle cose. E chi lo perde, poi, è da incolpare, fermare, biasimare?
  • Jane Eyre di Charlotte Bronte
    Alla fine è un romanzo d’amore scritto molto bene. Un po’ melodrammatico, ma comunque l’ho apprezzato.
  • Radio Libera Albemuth di Philip Dick
    Sto in fissa con Dick quest’anno. Questo è il papà della Trilogia di Valis, quindi c’è tutto quello che c’è là (crisi mistiche, paranoie, racconti biografici) ma in versione light pomeridiana, per chi vuole impegnarsi poco. È comunque stupendo, pure se è uno scarto.
  • Kitchen di Banana Yoshimoto
    Non avevo mai letto nulla di quest’autrice perché quando andava di moda io ero snob. Ma forse è meglio così, perché doveva arrivare in questo momento della mia vita: è una lunga riflessione sul dolore, sulla perdita. Un percorso per crescere nonostate i lutti. Leggero altre sue cose.
  • Un’Estate con la Strega dell’Ovest di Kaho Nashiki.
    Mi è piaciuto così tanto che ho pianto. Non mi era mai successo nella vita. Non ho nient’altro da aggiungere.
  • La trilogia di Valis: Divina invasione, Valis e La Trasmigrazione di Timothy Archer di Philip Dick
    Avviso che non sono facilissimi da digerire. Anzi, all’inizio bisognerà sbattere la testa contro google per cercare di comprendere che sta dicendo (ovviamente se si è digiuni come me su un certo tipo di filosofia). Ma una volta addentrati, il loop parte e si impazzisce insieme al protagonista. Spettacolare. Raggi divini, rivelazioni, il cucchiaio che non esiste e ritorni dall’al di là. Crisi mistiche e follia e paranoie. La realtà esiste o quella che chiamiamo così è soltanto una fede nel materiale? Si può smettere di credere nell’adesso? Cadere in pensieri sbagliati per risolvere problemi irrisolvibili, è lecito? E via così, in una serie di riflessioni e speculazioni filosofiche che si avvitano in se stesse.
    Non so se sia il lavoro migliore di Dick, senz’altro è qualcosa che bisognerebbe leggere, rileggere e rileggere ancora.

Altro: racconti, serie tv, videogiochi

  • Maiko-san chi no makanai-san di Kore-eda Hirozaku, 2023 (9 episodi)
    Avevo visto la serie animata, potevo non guardare la versione “live action”, soprattutto se poi è di Kore-eda? Molto diverso dall’anime (ma con le caratteristiche di base intatte). Rilassantissimo. Voglio una seconda stagione.
  • La musica di Erich Zann + L’Immagine della casa entrambi di Lovecraft
    Due racconti a caso che ho ripreso ultimamente. Nel primo c’è musica “demoniaca”, nel secondo case isolate, cannibalismo, un po’ di morbosità.
  • Il mondo che lei voleva + L’Uomo Variabile + L’infaticabile ranocchio + Il Grande C + Pianeta Alieno tutti di Dick
    Qualsiasi cosa scriva Dick mi piace, quindi non credo ci sia molto di oggettivo. Quello che più mi ha fatto riflettere, in campo filosofico, è Il mondo che lei voleva (riprende molti miei punti di vista). Gli altri sono fantascienza pura e quello col ranocchio è di base umoristico. L’Uomo Variabile è come un racconto anni ’50 (viaggi nel tempo, tecnologia futuristica, guerre stellari), Il Grande C è di stampo post apocalittico, così come Pianeta Alieno. Tutti questi racconti si possono trovare in “Le presenza invisibili – Volume 1”. Da cercare usato, inutile che linko amazon (costa tipo 150 euro);
  • Ricordi di un vicolo cieco + Moonlight Shadow di Banana Yoshimoto.
    Scrive sempre un po’ le stesse cose: lutti, coscienza di sé, brutte esperienze che possono portare a crescite. Vite familiari protettive e mondo che si intromette nella felicità. Ma è sempre un bel leggere.