Vellutata di funghi (+ tutorial per roux e brodo vegetale)

Ormai è chiaro che Philip Dick aveva ragione.

Avevo in mente di scrivere un pezzo lunghissimo sul suicidio di Kurt Vonnegut e sull’evidente contrasto tra la creazione e l’uomo: ma come, uno scrittore che ha parlato di positività tutta la vita poi si ammazza?
E avrei messo in mezzo Bukowski, che nonostante il suo nichilismo o strafancazzismo o chiamalocomevuoismo invece muore tranquillo, a casa sua, pacioso.

Tutto bello, eh. Peccato che Kurt Vonnegut non si sia suicidato.

No, Margherita Hacked non ha salvato il mondo, quella era Capitan Marvel. Lo so che sei convinta, ma no.

Io sono SICURA del suo suicidio, ricordo pure le dichiarazioni del figlio, che suonavano tipo Mio padre è stato triste tutta la vita, ha cercato di ammazzarsi più volte e finalmente ce l’ha fatta.
Peccato che il figlio non l’abbia mai detto. MAI. 
Anzi, ha affermato proprio il contrario. Una roba tipo Mio padre ha avuto una vita di merda ma era molto orgoglioso di non essersi ammazzato ed io farò lo stesso.

Eppure io ME LO RICORDO. Giuro. Ricordo anche il profondo dispiacere e pure le riflessioni avute per settimane.
Su una cosa che non è mai successa.

Oggi si chiude causa rincoglionimento totale.

Quindi Philip Dick aveva ragione, è l’unica.
Lui, che quando è entrato nel cesso e non ha trovato la cordicella per accendere la luce ha avuto l’illuminazione.
Perché nel cesso, lui ne era convinto, c’era la cordicella. Non quell’interruttore di merda.
E lui decide che no, era la realtà ad avere torto. Lui – era evidente – era entrato in un universo parallelo in cui la cordicella non c’era mai stata.

Ecco come mi sento.

Un ciao ciao alla mia sanità mentale.

Non è la prima volta che accadono queste cose, nell’ultimo periodo.
Ho una breve lista di oggetti scomparsi e poi riapparsi magicamente nel luogo dove avrebbero dovuto essere e non c’erano, per settimane.
Da quando ho scoperto di questo aneddoto di Dick (che vivrà per sempre convinto che esistono gli universi paralleli e andate ad ascoltare questo video per saperne di più) io non mi do pace.
Io ricordo che Kurt Vonnegut si è suicidato, porca troia, e la cosa di sicuro non mi ha mai fatto piacere.
Mi è più facile credere nel multiverso? Beh, io già ci credo in fin dei conti ed attendo sempre che Galactus si inviti a cena, quindi sai già quali sono le mie conclusioni.

Ora mangiamo, che tanto in ogni universo possibile noi schiattiamo sempre di fame.

Leccarsi i baffi.

La ricetta di oggi l’ho copiata in maniera TOTALE da Stefano Barbato. Quando scrivo TOTALE intendo proprio nelle virgole: i tempi, le fiamme e pure i consigli che leggerai arrivano direttamente dal suo videotutorial super professionale.
Quindi vai da lui, per questo e tanti altri tutorial, che lì sì che impari a cucinare come i cuochi veri.
Se invece vuoi imparare a cucinare come un kaiju vero, stai qui e poi non lamentarti.

Go, go, go!

Tutti in cucina.

Per preparare una vellutata di funghi, per 2 persone, hai bisogno di:

  • 600 grammi di funghi. Quelli che vuoi, poiché io ho usato gli champignon ed è venuta MONDIALE lo stesso, l’importante è che usi quelli freschi e non quelli surgelati. Barbato afferma che il misto ideale è composto da 300 grammi di funghi porcini e 300 di pioppini. Ma io non ho trovato una ceppa;
  • 300 grammi di patate rosse. Credo tu possa usare pure quelle regolari, ma da quel che ho visto le rosse sono più pappose, quindi forse rendono meglio;
  • una cipolla, una carota, uno spicchio d’aglio, una costa di sedano, 2 pomodorini per il brodo vegetale;
  • un litro e duecento grammi di acqua;
  • dai 30 ai 50 grammi di funghi secchi. Diciamo che 50 è il top, ma se devi svenarti e chiedere un prestito ai nani, 30 è una quantità accettabile.
  • prezzemolo;
  • 60 grammi di porro;
  • 30 grammi di burro chiarificato. Se non lo trovi, usa 30 grammi di olio extra vergine di oliva. Che succede se lo sostituisci col burro normale? Non ho mai provato, secondo me niente.
  • 30 grammi di farina 00;
  • 10 grammi d’olio;
  • un ulteriore filo d’olio da aggiungere sui piatti. Per i malati delle calorie: si aggira intorno ai 5 grammi.

Con la farina ed il burro chiarificato prepareremo del roux che però ti avanzerà.
Il pane invece te lo papperai tutto, senza problemi. Anzi, ti dispiacerà non averne fatto di più, ma Santoro, si contenga. 

Gente che reagisce male alle mie battute.

Anche se in passato ho dichiarato di non amare il brodo vegetale fatto in casa, questa volta è diverso. Un po’ perché mi rifiutavo di usare il dado per una ricetta professionale, un po’ perché questa volta ci buttiamo dentro i funghi secchi e sarà tutto un altro sapore.
Partiamo dunque dal brodo, che è la parte più lunga.

Riempi una pentola con un litro e 200 grammi di brodo vegetale. Perché un litro e due? Perché durante la cottura un po’ evaporerà e a noi ce ne serve un litro, meglio tenere in conto della scienza, quando si cucina.

Dentro all’acqua metti:

  • una cipolla tagliata in 4 pezzi. 2 se è piccola;
  • una carota tagliata a metà;
  • 2 pomodorini tagliati a metà;
  • una costa di sedano spezzata a metà;
  • uno spicchio d’aglio intero, ma senza camicia;
  • 30 grammi di funghi secchi;
  • un po’ di sale. Decidi tu se usare quello fino o grosso, non cambia niente. Come ti gestisci meglio.

Accendi una fiamma media e porta a bollore, chiudendo col coperchio. Una volta che bolle abbassa la fiamma e fai sobbollire, sempre col coperchio, per almeno 30 minuti.

Intanto occupiamoci del resto.
Pela le patate e pulisci i funghi. Come? Dipende dal fungo: di solito basta tagliare la parte terrosa o tamponarli con uno straccio umido, ma non sono Azzurro di Funghi.
Taglia poi funghi e patate a pezzi, non mischiandoli perché le patate verranno inserite in cottura per prime. 
La grandezza dei pezzi è ininfluente, tanto triteremo tutto col mixer.

Taglia col coltello del prezzemolo (non ci serve super minuscolo) e trita 60 grammi di porro.
Del porro devi togliere il culo e pure un paio di strati più esterni. Il resto si usa.

Ore pensiamo al roux, che ci servirà sia per la cremosità finale che per esaltare i gusti della nostra vellutata. Finezze a cui non siamo abituati, ma te l’ho detto che stiamo imparando dal  migliore.

Metti 30 grammi di burro chiarificato in un pentolino.

Fallo sciogliere a fiamma super bassa.
Appena è sciolto del tutto, setaccia i 30 grammi di farina e cacciali dentro al pentolino, fuori dal fuoco. Ti basta un mestolo di legno ed un retino a maglie strette, per setacciare.

Rimetti sul fuoco, fiamma più bassa che puoi, e mescola tutto bene.

Adesso devi farlo cuocere per 5 minuti, girando di continuo, fino a quando cambierà colore. Ci vorranno dai 5 ai 7 minuti, guarda bene la crema: diventerà più bionda. Non so se dalla foto si nota la differenza, ma ti assicuro che l’occhio se ne accorgerà.

Versa il roux in una tazzina e lascialo riposare.

Ora credo che il brodo sia pronto e puoi pure spegnerlo.
Partiamo con la vellutata vera e propria e calmati: il più è fatto.

Versa 10 grammi d’olio in una pentola capiente, accendi una fiamma medio bassa ed appena sfrigola aggiungi il porro.

Fai andare 30 secondi, mescolando di continuo e poi butta dentro le patate. Alza leggermente la fiamma e fai andare per 2 minuti, sempre girando spesso.

Aggiungi poi i funghi.

Mescola bene e poi aggiungi il sale, senza calcare la mano perché ti ricordo che il sale c’è pure nel brodo. Mescola di nuovo.
Abbassa il fuoco al minimo, anzi, spostati direttamente nel fuoco più piccolo che hai. Se la tua cucina è fatta come la mia (e come quella di Barbato, io già ero in panico) le patate si staranno attaccando al fondo, ma niente paura.
Spostati sulla fiamma piccola, metti il coperchio e fai cuocere per 2 minuti. Quando riaprirai patate e funghi si saranno staccati dal fondo delle pentole: magia!

Adesso rimetti la pentola su una fiamma media, mescola bene, aggiungi del pepe e cuoci per un altro paio di minuti.

Adesso versiamo il brodo, coprendo tutti gli ingredienti.
Per versare il brodo, aiutati con il colino a maglie strette perché dobbiamo filtrarlo da tutte le verdure. Durante quest’operazione, però, recupera i funghi secchi e aggiungi pure loro in pentola.

Il livello del brodo non deve essere superiore a quello degli ingredienti. Così:

Ora metti il coperchio a metà (semicoperto) e fai cuocere a fiamma media per 20 minuti. 

Passati i 20 minuti? Dovresti avere una roba del genere davanti, più o meno:

Togli il tutto dalla fiamma e tritiamo col mixer ad immersione. Se occorre più brodo, aggiungilo. Non dobbiamo ottenere una minestra, ma una vellutata, quindi il risultato deve essere papposo.

Una volta tritato tutto, aggiungi 2 (massimo 3) cucchiaini di roux:

Rimetti sul fuoco a fiamma bassissima, mescola tutto e fai andare per un minuto.

Spegni il fuoco, continua a mescolare per altri 30 secondi e basta. Finalmente ci siamo!

Prepara le porzioni. Cospargi ogni piatto con del prezzemolo, del pepe, un filo d’olio a crudo e i crostini, se li vuoi.

Ecco cosa dovresti avere davanti a te:

Ciao e buon appetito!

Vellutata di finocchi (e la psicopatia di Nathan Drake).

Quando giochi a una roba tipo Wolfenstein lo scopo è chiaro: è normale che prendi e spari a qualsiasi cosa si muova. Stai lì, in copertura, e ti ripeti raffiche brevi e precise, raffiche brevi e precise!

Poi i cattivi sono i nazisti e tutti odiano i nazisti, no?

Idem per quanto riguarda titoli alla Bulletstorm: l’imperativo è CASINO! ed in quel caso più l’arma crea bordello e più hai centrato il punto.
Ci sono poi titoli ibridi, che devono darti una scusa per ammazzare qualcuno. Per esempio l’ultima trilogia di Tomb Raider: non è che Lara ci tenga a massacrare tutte quelle persone, ma è costretta. Non capisce perché, ma ovunque vada cercano di farla fuori, non è che può circolare senza pistole, archi e tante bestemmie.
Si fa male di continuo, si domanda perché capitino tutte a lei e niente, ogni tanto ci scappa il morto. Anzi, qualche decina di morti.

Cara Lara, ti assicuro che Sandrina forse ha più sfiga di te.

Così il Principe di Persia si ritrova casa invasa e quindi usa la sciabola per sgozzare i cattivi e quelli di Double Dragon devono per forza lanciare bidoni in giro perchè si devono difendere dalla tipa sadomaso con la frusta.

La dura vita della strada.

Pure Super Mario non è che sia orgoglioso di lanciare gusci di tartarughe in giro, ma quelli poi gli tirano le stelline ninja sui baffi. Bisogna pur difendersi.
Per non parlare di Link, che ha il giardino invaso da mostri che boh.

Poi va a casa e si sfoga spaccando i vasi.

Tutto molto chiaro, tutto molto preciso, tutto molto contestualizzato.
Ma c’è un’eccezione. O, almeno, c’è per come vivo io il personaggio.
E quell’eccezione ha un nome ed un cognome: Nathan Drake. 

Sembra innocuo, in realtà è un pluriomicida.

Te lo dico subito: non è che io ricordi benissimo le trame dei primi 3 Uncharted. Li ho giocati, mi sono piaciuti, tuttavia subito dopo i titoli di coda sono stati cancellati dalla memoria. Rimane lo stupore per la grafica, le vertigini per lo scalare posti assurdi e l’affetto per i personaggi. Basta.
Però il 4 l’ho giocato all’uscita e mi ha colpito di più e quindi posso parlare con un minimo di cognizione di causa.
E la mia conclusione è che Nathan Drake non ha scusanti.

Risultati immagini per uncharted 4 crash

Pure in ‘sta gif sgranata si intuisce la grafica della madonna.

Sì, è vero che ha tanti nemici nel mondo e che non si sa bene come questi nemici hanno arruolato eserciti interi da sacrificare, tipo carne da cannone. Ed è senz’altro vero che in alcune situazioni o spara o muore, quindi ok.
Però in altre è abbastanza evidente il meccanismo entro in una stanza, riempio di buchi chiunque respiri e passo oltre. Ma mica passo oltre col fiatone e l’ansia, come nel caso di Lara Croft.
No: Drake SI DIVERTE. Come se sterminare un esercito di persone fosse una roba più che normale, più che logica, tanto sono pixel, mica gente vera.

La leggerezza con cui Drake passa dallo scherzare su stronzate al cecchinare pirati e banditi è destabilizzante. Questa dicotomia comportamentale mi ha sempre fatto pensare a lui come al più feroce e pericoloso sociopatico dei videogiochi.
Altro che GTA o Carmageddon.

Siete turisti della violenza.

Ora che ti ho rovinato per sempre il tuo personaggio preferito, possiamo passare al cibo.
Persino nella profonda teronia è arrivato il freddo e mangerei solo zuppe calde.
Ho quindi preparato una vellutata di finocchi finalmente decente (sarà almeno il mio quarto tentativo) e te la passo. Proprio semplicissima, che mi sa che era l’unico modo per valorizzare il finocchio.

Go, go, go!

Tra poco si mangia.

Per preparare una vellutata di finocchi, per due persone, hai bisogno di:

  • 750 grammi di finocchi, peso calcolato dopo la pulizia. Comprane circa il doppio, del finocchio purtroppo si scarta parecchio (anche se tecnicamente si potrebbe frullare tutto);
  • 350 grammi di patate, peso calcolato dopo la pulizia;
  • 5 grammi di semi di finocchio + qualche altro seme per decorare;
  • un filo d’olio da mettere su ogni porzione;
  • 100 grammi di latte.

Il tutorial per pulire i finocchi lo trovi qui, ma ripetiamo l’essenziale.
Innanzitutto leva la barba verde e tienila da parte.

Poi devi tagliare quelle cose somiglianti a delle dita, il culo e togliere il primo strato esterno.
Useremo solo la parte centrale, che è anche la più saporita. Riduci i finocchi a pezzetti abbastanza piccoli e mettili nella pentola che hai deciso di usare.

Pela le patate, lavale bene, riduci a dadini pure loro e cacciale nella pentola.
Aggiungi al tutto anche i 5 grammi di semi di finocchio.

Riempi la pentola d’acqua ma tieniti leggermente sotto al volume della verdura. Di un dito o giù di lì.

Accendi la fiamma alta, aggiungi un po’ di sale, chiudi col coperchio ed attendi le bolle.
Appena bolle togli il coperchio, metti una fiamma medio bassa (va bene il sobbollore, non serve che vada a cannone) e fai cuocere il tutto per 20 minuti.

Esaurito questo tempo patate e finocchi dovrebbero essere abbastanza morbidi da tritarli col mixer ad immersione. Quindi tritali e versa i 100 grammi di latte (a temperatura ambiente).

Mescola bene, assaggia ed aggiusta di sale.
Prepara le porzioni e decora ogni ciotola con della barba di finocchio, qualche seme di finocchio ed un filo d’olio.
Ecco cosa dovresti avere davanti:

Ciao e buon appetito!

Crema di fagioli cannellini + tutorial per cuocerli malissimo

Naturalmente se googoliamo un attimo per cercare un metodo serio per cuocere i fagioli secchi, ne troviamo circa un miliardo e mezzo.
Metodi e tempistiche tutti identici tra loro: metti a bagno i fagioli per il tempo indicati sulla confezione, sciacquali, buttali in acqua fredda senza sale, falli bollire e poi abbassa la fiamma, lasciandoli sobbollire per circa un’ora e mezza.

Di seguito le foto: fagioli perfetti, quasi come quelli dei barattoli (e sottolineo quasi).
Peccato che, dopo aver provato qualche centinaio di volte, possa dire che sono tutte stronzate.

Una tipica food blogger che allarma il web perché il kaiju non ci sta. Nella gif non si vede, ma dopo si gira e compra un barattolo di cannellini confezionati e li va a fotografare con la sua supermacchina fotografica. Con tanto di sfondo in legno.

Le ho provate tutte. Fiamma bassissima, tempi cronometrati. Sono stata anche davanti alla pentola tutto il tempo, durante un tentativo, perché temevo che ogni volta avessi perso l’attimo giusto, quello in cui i fagioli cominciano a scamiciarsi.
Ma niente pure così: ramaiolando eccoli, già sformati. Ed erano passati solo 36 (TRENTASEI) minuti dal momento del bollore.

Ed io così.

In realtà, per ora, il miglior metodo per preparare i fagioli è quello senza ammollo di cui ho parlato un po’ di tempo fa. Non è infallibile, ma almeno ogni tanto funziona.
Poi chiaro che dipenderà da tante cose, in primis dalla marca di fagioli acquistati. Io compro quelli Select, ma non ho manco scelta: dove abito io o quelli o muerte.

E no, non possiedo una pentola di coccio, quindi se qualcuno vuole sfracassarmi i coglioni con ‘sta storia può tranquillamente comprarne una e spedirmela (anzi, mi fa pure un favore).

Ebbene sì, c’è scritto sfracassarmi i coglioni in un blog di cucina.

Concludo questa mia filippica di odio con un saluto caloroso non solo a tutti gli Azzurri di cottura di fagioli, ma anche a quelli che – manco a dirlo – li vanno a cogliere direttamente in giardino e li cuociono nel paiolo appartenuto al trisavolo.

In sostanza: qui oggi prepariamo una crema di cannellini, quindi se si spappolano ce ne frega un cazzo perché tanto li dobbiamo passare al mixer. Quindi il tutorial te lo metto, con un po’ di vergogna, perché il fallimento non è importante.
Però se conosci un metodo tramandato nella tua famiglia non ascoltarmi, che tanto fai meglio tu.

Go, go, go!

Partiamo!

Per preparare una crema di fagioli cannellini, per due persone, hai bisogno di:

  • 200 grammi di fagioli cannellini secchi;
  • 2 spicchi d’aglio, 3 foglie di alloro, un po’ di salvia e del rosmarino;
  • sale, pepe;
  • 20 grammi d’olio + un cucchiaio a testa da aggiungere sui piatti;
  • pane da tostare

Puoi decidere di cuocere i fagioli anche col metodo senza ammollo che ti ho linkato poco più sopra (e che ti rilinko perché la tua pigrizia è infinita).

Altrimenti metti i fagioli a bagno per il tempo indicato sulla confezione.
Poi sciacquali bene.

In una pentola di cui possiedi il coperchio caccia dentro i fagioli, ricoprili con abbondante acqua (assicurati che l’acqua superi i fagioli almeno di un paio di dita) e cacciaci dentro due spicchi d’aglio in camicia, 2 foglie di alloro ed un po’ di salvia.

Chiudi col coperchio, porta a bollore con fiamma media, poi abbassa la fiamma: ti serve calore sufficiente ad un sobbollore, con coperchio semichiuso.

Se durante questa fase si formasse della schiuma, toglila con la tua fedele schiumarola.

Fai cuocere così fino a quando sono cotti: non c’è un tempo preciso, a volte ci vuole mezz’ora, altre un’ora. Non ti resta che controllarli ed assaggiarli.

In teoria non devono essere sfatti per niente, in pratica ecco i miei dopo 30 minuti scarsi di cottura:

Una volta pronti sala bene il brodo, perché lo useremo per la preparazione.
Se hai preparato i fagioli ore prima lasciali nella loro acqua, tanto non si spugnano.

Arrivata l’ora della cena, scola i fagioli dal brodo (senza ovviamente buttarlo). Leva gli spicchi d’aglio e la foglia di alloro. Se riesci, leva pure la salvia.

Riscalda il brodo, portandolo a bollore.

Nel frattempo prepara il pane come ti ho insegnato qui: lo tagli a fettine, lo inforni a 200 gradi e lo fai andare fino a quando è secco e colorato. Ci vogliono dai 5 ai 10 minuti.
Quando lo sforni strofina i bordi del pane con dell’aglio tagliato a metà e poi irrora con un filo d’olio.

Intanto in un’altra pentola caccia 10 grammi d’olio, un po’ di rosmarino, qualche foglia di salvia ed uno spicchio d’aglio scamiciato ma intero.

Butta dentro tutti i fagioli e del pepe.

Fai insaporire per qualche minuto, girando spesso.

Ora bisogna passarlo al mixer. Aggiungi poco brodo alla volta e decidi tu la consistenza. Puoi fare una vellutata minestrosa oppure fare come me e mangiarla col pane, quindi lasciandola molto spessa.

Assaggia ed aggiusta di sale e di pepe, poi dai un’ultima scossa col mixer per amalgamare bene il tutto.

Prepara le porzioni e su ogni piatto versa un cucchiaio d’olio e cospargi di pepe o peperoncino.
Siediti e mangia, accompagnando il tutto con un po’ di pane che hai preparato con le tue manine di merda.
Ecco cosa dovresti avere ottenuto, se sono riuscita a spiegarmi:

Ciao e buon appetito!