Vi è arrivata la notizia?

No, non questa, anche se capisco l’importanza.
Ebbene sì: finalmente abbiamo un metodo per tagliare la cipolla senza più piangere. So che il web spaccia per vera quella roba di bagnare la lama del coltello e via, mai più lacrime, ma sono tutte stronzate.
Anzi, ho qualcosa da dire a chi riporta certe soluzioni senza provarle in prima persona:

Perché la volgarità vince sempre.
Quindi ringraziamo il Bocca, che mi ha insegnato una roba VITALE: se tagli le cipolle con mezzo bicchiere d’acqua in bocca NON PIANGI.
Ed è vero, lo giuro:

Come profuma questa cipolla!
Ho provato pure con quelle bianche, non è che baro, eh. E sì, dopo un po’ qualche lacrimuccia scende, ma roba di poco conto.
Non so perché, non so percome e manco mi interessa. Per noi Kaiju di fede l’unica cosa che conta è il risultato.

Ed il risultato spacca.
Torniamo oggi a parlare di frittate, perché la mia sapienza sta diventando leggendaria e le mie imprese con le uova vengono narrate dagli elfi nella Terra di Mezzo, nel Ferelden e persino in Skyrim.
Ci sono due modi per preparare la frittata in maniera perfetta: gentilmente, dicendole che l’ami, scrivendole versi d’amore mentre le regali tutto il tempo del mondo, aspettando che si decida a formarsi.
Oppure trattandola male, dosando bene amore e crudeltà: fiamma alta, padelle scosse con violenza, utensili per spostare le uova di qua e di là.
In entrambi i casi mangerai una frittata bestiale e Pizzakaiju è qui per passarti i segreti di entrambi i metodi.

Lo so, ecco perché sono qui.
L’unica cosa che hanno in comune i due metodi è la padella da usare: antiaderente. Ma antiaderente per davvero, sennò spacchi tutto o comunque ti rendi la vita davvero troppo complicata.
Il metodo gentile è stato già abbondantemente spiegato in questo post qui. Funziona sempre, ma ci vogliono circa sette anni e mezzo per completare la preparazione. È a prova di CuochiNo, ma bisogna avere una scorta di pazienza nella credenza.
Anche un mantra per preservare la calma può essere utile.
Quindi oggi cercherò di passarti il metodo brutale e crudele.
Go, go, go! e scegli tu, poi, quale Marco Ferradini si nasconde in te.
Per preparare una frittatona di patate, per due persone, hai bisogno di:
- 7 uova;
- 400 grammi di patate. Peso calcolato dopo la pulizia;
- 150 grammi di cipolle rosse. Peso sempre considerato dopo la pulizia;
- 100 grammi di fagiolini. Li avevo avanzati e quindi ce li ho cacciati dentro. Se vuoi puoi ometterli, però fanno colore e sono buoni;
- 40 grammi d’olio;
- 50 grammi di parmigiano;
- pepe, sale.
Inizia pulendo i fagiolini: lavali bene, taglia le estremità e poi dividili a metà.
Lava anche le patate, pelale e togli le parti brutte. Poi riducile a dadini abbastanza piccoli.
Versa 40 grammi d’olio in una padella antiaderente e falli scaldare, usando una fiamma medio alta.
Caccia dentro patate e fagiolini.
Gira spesso e fai andare il tutto fino a quando le patate saranno a metà cottura: morbide, inizieranno a disfarsi. Se vedi che si attaccano o si sbruciacchiano, abbassa la fiamma.
In questo tempo occupati delle cipolle. Devi tagliarle in maniera grossolana, a rondelle spesse. E ricordati di metterti in bocca l’acqua, altrimenti poi piangi.
Tra un giramento di patate e l’altro, gratta il parmigiano.
Spacca le uova in un bicchiere e riversale in una ciotola. Non smetterò mai ripetermi: meglio spaccare le uova nel bicchiere e poi versarle nella ciotola, poiché così non ti ritrovi pezzi di guscio nel composto.
Sala, pepa, aggiungi il parmigiano e sbatti le uova con una forchetta. Molto brevemente, giusto il necessario per amalgamare gli elementi.
Nel frattempo le patate saranno a buon punto, quindi distribuisci le cipolle:
Mescola il tutto e fai andare sempre a fiamma media, girando spesso.
Devi far ammorbidire le cipolle e ci vorranno meno di dieci minuti:
Ora siamo pronti per la frittata: con violenza e fiamma alta.
Versa il composto di uova nella padella e cerca di distribuirlo in maniera uniforme.
In questa fase le preoccupazioni non sono molte, perché puoi spostare l’uovo ancora liquido per coprire i buchi che si potrebbero formare.
Devi però fare in modo che la frittata non si attacchi sul fondo della padella e per farlo hai bisogno di un oggetto come questo:
Con questa spatolina puoi passare sotto la padella e staccare il tutto e se formi i buchi te ne puoi anche fregare: basta che sposti l’uovo liquido. Esso, nella sua immensa gentilezza, si rapprenderà sul buco che hai creato.
In questa fase la frittata è ancora solo un’idea, quindi il timore di spaccarla non ha senso di esistere.
Anche se la tua padella dovesse rivelarsi meno antiaderente di quello che pensavi, la spatolina può aiutarti a staccarla senza grossi problemi.
La parte più complessa è il capire quando girare la frittata: devi aspettare di non vedere più liquido. Se noti che dell’uovo non si rapprende (magari perché la frittata, lì, è più spessa), fallo scivolare su un lato, concentrando il calore su quel punto della padella. Devi inclinare la padella sulla fiamma, insomma, così:

Si capisce?
Una volta che non vedi più liquido preparati mentalmente e pure fisicamente, che bisogna girarla. E la frittata pesa: 7 uova, mezzo chilo di verdura, fai un po’ te i calcoli.
Chiudi la padella con un coperchio, ribalta la padella con un gesto deciso.
La frittata ora è sul coperchio: falla scivolare di nuovo sulla padella ed eccola di nuovo al suo posto, pronta per concludere la cottura.
Usa una fiamma sempre alta e concludi la cottura. Assicurati sempre che la frittata non si attacchi sul fondo (ma non dovrebbe accadere, in questa fase). Nel caso, devi usare un po’ il Ferradini amorevole che è in te, perché qui ora la puoi spaccare: usa la spatolina con gentilezza, che se rompiamo tutto non è grave, ma poi non puoi fare la foto per scoattartela nel web.
Quanto ci vuole? Direi una decina di minuti per colorarla ben bene.
Io, di solito, per assicurarmi della prontezza la giro di nuovo.
Una volta spenta la fiamma posa la tua frittatona in un piattone e tagliala a pezzi per farla raffreddare più velocemente:
Una decina di minuti dopo sei pronto per pappartela.
Ed ecco qui parte della mia cena:
Ciao e buon appetito!