Stamattina Don Alfonso s’è incazzato di brutto.
No, non ha usato questi toni candidi.
Ero lì che osservavo gli ortaggi e stavo per avere un infarto perché finalmente c’erano i piselli ed ho sentito questo urlo degno di un Dovahkiin, un po’ in italiano e un po’ nella lingua elfica locale, a me sconosciuta. Il signore, con in mano due peperoni, non ha manco capito che ce l’avesse con lui. Ha proseguito il suo lavoro, continuava a fare la spesa come se nulla fosse. Ma Don Alfonso ha sbraitato ancora ed ancora ed ancora, sfoggiando tutti gli Urli appresi nel corso della sua secolare vita da cacciatore di Clienti del Cazzo.

Ecco una rara immagine di Don Alfonso che caccia uno dei tanti Clienti del Cazzo
Il Cliente del Cazzo stava servendosi da solo. Stava OSANDO. Senza guanti, con la mascherina usata come bandana. Don Alfonso – che già normalmente non sopporta nessuno e mi manda a fanculo un giorno sì e l’altro pure – non c’ha visto più.
Mi ha lanciato il sacchetto di piselli ancora incazzato nero, stava per sputare in faccia anche a me. Me e i miei piselli del cazzo.
Ecco cosa fa Don Alfonso per divertirsi, quando non è costretto a stare al reparto frutta e verdura.
Sono poi tornata a casa ed il mio pensiero è caduto in un baratro di semi stanchezza. L’adrenalina è quella cosa che ti fa esaltare mentre ti assale, poi però se ne va. E quando se ne va ti lascia lì, più vecchio di cent’anni, con esperienze millenarie vissute da altri che ti pesano sulle spalle.
Ho cominciato a pensare a quanto l’esperienza serva a poco. Da tempo e mare non si impara niente: per quanto l’evoluzione e l’entropia siano la chiave del miglioramento umano, io mi percepisco sempre uguale. Sempre maledettamente diversa, eppur ancorata alle stesse manie mentali di quando avevo 15 anni.
Oggi sono un Kaiju sofferente.
C’è una canzone di Guccini che mi porto dietro da sempre e si chiama Gulliver, come il romanzo, sì. Peccato che il romanzo mi faccia cagare e non sia mai riuscita a finirlo, mentre il testo di Guccini mi rivela me stessa più dei miei stessi pensieri.
Mi sento minuscola ed illimitata, in totale solitudine non rassegnata. Stanca, ma nostalgica dei viaggi compiuti e non capiti. E nel non capire, nel non intuire se non in maniera grossolana il mio vissuto, si cela la chiave del mio domandarmi. Domandarmi a che punto sia la notte, da dove arrivi questo caldo vento dello scirocco. E che fare di me e della mia vita (partorendo il topo vivendo sui ricordi, ovvio).
Sì, sto citando Guccini. Sì, sto mescolando 200 testi. Sì, prendo tempo ma tu vuoi mangiare.
E ti accontento subito.
Terza minestrina coi piselli: fa caldo ma è stagione, e fammela fare una minestrina! Senza niente: senza ciccia, senza brodo, giusto con una spolverata di formaggiosolo alla fine.
Goditi bellezza, gioventù e i piselli freschi.
Go, go, go!
Sono pronto!
Per preparare una minestrina coi piselli, per due persone, hai bisogno di:
- 180 grammi di tubetti;
- 300 grammi di piselli freschi. Comprane circa 800 grammi e sei sicura di averne abbastanza;
- 10 grami d’olio;
- mezza cipolla;
- una carota;
- sale, pepe;
- poca ricotta salata piccante da mettere sui piatti (o altro formaggio che ti piace). Per pochissima intendo pochissima: 10, 15 grammi massimo a testa.
Innanzitutto mettiti a spisellare.
Poi metti una pentola d’acqua salata a bollire.
Trita la cipolla.
Taglia in maniera grossolana la carota.
L’acqua bolle?
Allora versa 20 grammi d’olio e fai soffriggere il mini trito che hai preparato.
Fai andare per pochi minuti, fino a quando la cipolla sarà ammorbidita.
A quel punto unisci i piselli.
Fai insaporire per tre minuti, poi aggiungi del sale.
E unisci la pasta.
Ricopri con l’acqua che hai preparato. Adesso si parte come al solito: l’acqua deve andare a cannone, tu devi stare lì ed aggiungere liquido se evapora troppo. Stiamo facendo una minestrina asciutta e quindi non dovrà esserci troppo liquido. Se la vuoi più liquida, abbonda, altrimenti versa una mestolata alla volta, come se facessimo il risotto.
Spegni tutto quando mancano 3 minuti al tempo indicato sulla confezione della pasta.
Controlla il liquido, perché durante il riposo la pasta ne ciuccerà parecchio.
Ma se la vuoi più minestrosa, aggiungine. Adesso dobbiamo chiudere col coperchio e lasciare riposare per 5 minuti.
Prepara le porzioni e su ogni piatto metti un po’ di pepe e unagrattugiata di formaggio.
E niente, abbiamo finito.
Ciao e buon appetito!
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