Gnocchi con crema di zucchine e pancetta

Dopo che pioveva parecchio, a casa era la stessa storia: il bagno era pieno di gabbiette degli uccelli riempite con le lumache.

Ricordo vagamente che si andava al cimitero (pieno di erba) e si raccoglievano tutte quelle poveracce che poi mio padre avrebbe cucinato. Uno dei pochi piatti che preparava lui, non so se perché ci tenesse o perché a mia madre faceva schifo l’idea.
Mio padre cucinava tre cose: lumache, salsicce e uovo sbattuto. Ma sbattuto a mano, eh, prima i rossi e poi i bianchi e poi mischiava tutto. Roba che si faceva venire il crampo al polso.
Non ho mai mangiato delle salsicce così e manco un uovo sbattuto così, se è per questo.
Per le lumache, posso dire che non le ricordo affatto.
Mi è rimasto impresso solo l’odore di pioggia al cimitero.

Non guardarmi così, è che di qualcosa devo pur parlare.

Questa roba dei cibi dei ricordi mi ossessiona un po’.
La focaccia, il pesto, la farinata, le polpette di nonna. Ma pure la pasta col burro.
Io mi impegno tanto: creo il burro con la panna, lo faccio sciogliere in padella, addirittura a volte – quando proprio mi prende bene – lo faccio nocciolare.
Ma la mia pasta col burro non è la pasta col burro di mia madre.
E sono piuttosto sicura che lei prendesse la pasta, la cacciasse nella pentola e BAM, ci buttasse del burro a caso, dal frigo.
Altro che fighettate.

Ma infatti. Tre minuti e preparava la pasta più buona del mondo. 

Poi io c’ho la nostalgia della minestrina delle suore e già ti ho parlato pure di questo, no? L’ossessione per la pasta scotta, il brodino insapore, il prosciutto bollito. Che uno a dirla così pensa che sia una monnezza incredibile, ma intanto quando l’ho preparata io, l’anno scorso, ho avuto la testa che mi esplodeva per il sapore. Sapeva d’un cazzo, ma con stile e nostalgia.

Lo so, il mio cervello è diversamente abile.

C’entra qualcosa con la ricetta?
No.
Oggi prepariamo una crema di zucchine che mia madre non ha mai preparato, con della pancetta cotta a parte che mio padre non ha mai cucinato e con degli gnocchi di patate che mia nonna invece mi sa che mi ha fatto al sugo, perché pure lei era già cliente fedele di Giovanni Rana.

Con questo condimento puoi ovviamente farci pasta, riso o gnocchi, cambia una ceppa.
Go, go, go!

In cucina!

Per preparare degli gnocchi con crema di zucchine e pancetta, per due persone, hai bisogno di:

  • 500 grammi di gnocchi (o 180 grammi di pasta o 200 di riso, le solite dosi standard);
  • 400 grammi di zucchine (peso preso dopo la pulizia);
  • 100 grammi di pancetta coppata (o affumicata. Tutte quelle che vuoi ma non quella arrotolata: troppo grassa);
  • sale.

Partiamo dalle raccomandazioni per la pancetta.
Non ti serve una pancetta cicciona, ma una che abbia un gusto da rilasciare poi nella crema di zucchine. E quindi non ti mettere a comprare quella in plastica: fa schifo ed è insapore. Vai dal salumiere, fattene tagliare una fetta spessa da un centinaio di grammi e poi tagliala a dadini.

Lava le zucchine, taglia le estremità e riducile a tocchetti.

Mettile in pentole, versa anche una mestolata di acqua calda. L’acqua deve essere poca, non stiamo facendo una zuppa.

Fai andare per una decina di minuti, a fiamma medio bassa.

Nel frattempo, in un’altra padella, metti la pancetta. Non c’è bisogno di aggiungere grassi. 

Fai sudare a fiamma bassa. Vedrai piano piano la pancetta rilasciare la sua ciccia e cambierà colore. Girala spesso, non farla bruciare: la vogliamo abbrustolita ma non carbonizzata.
Quando avrà questo aspetto (e ci vorranno meno di dieci minuti) è pronta:

Nel frattempo le zucchine, dopo dieci minuti, avranno questo aspetto:

Tritale con il mixer ad immersione, aiutandoti con dell’acqua se dovesse servire.

A questo punto puoi calare gli gnocchi (la pasta o il riso) perché abbiamo quasi finito.

Versa la crema nella padella con la pancetta.

Mescola bene, se occorre aggiungi ulteriore acqua per rendere tutto fluido, fai andare per due minuti e poi spegni, in attesa degli gnocchi.

Mano a mano che gli gnocchi vengono a galla scolali con una schiumarola e riversali in padella.
Mescola bene tutto, fai andare a fiamma media per un minuto e poi spegni tutto che andiamo a mangiare.

Prepara le porzioni e questo è quello che dovresti avere davanti a te:

Ciao e buon appetito!

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Fagiolini caserecci.

Oggi un piatto semplice, una di quelle robette campagnole e super rustiche. L’unica difficoltà sta nel superare il tedio della pulizia dei fagiolini, che è sempre una pratica un po’ lunghetta e rompipalle.
Ma ne vale la pena, perché poi ci prepariamo un sugo da leccarci i baffi.

Perché se non te li lecchi, finisci come lui.

Parte subito il Go, go, go! che è troppo presto per pensare ad esilarantissime boiate con cui intrattenerti.
Ah, ho rubato la ricetta a Luca Pappagallo, cambiando assolutamente niente.

Per preparare i fagiolini caserecci, per due persone, hai bisogno di:

  • 600 grammi di fagiolini. Se li prendi freschi prendi un paio di etti in più perché, anche se non sembra, da scartare ce n’è;
  • 2 spicchi d’aglio;
  • un cucchiaio d’olio;
  • prezzemolo e basilico;
  • 800 grammi di pelati (due barattoli);
  • sale, pepe;
  • 100 grammi di pancetta di maiale tagliata in una sola fetta. Quella più grassa che trovi;
  • pane da seccare al forno + uno spicchio d’aglio ed un cucchiaio d’olio per condirlo.

Sciacqua i fagiolini che sono sempre pieni di terra.
Ora ti tocca tagliare le estremità di ogni fottuto fagiolino e scartare quelli marci, quelli secchi, quelli vecchi.

Dopo una ventina di minuti di lavoro ecco cosa dovresti avere davanti:

Lasciali interi, non serve spezzettarli.

Adesso occupati degli altri ingredienti.
Trita il prezzemolo e taglia la pancetta a dadini.

In una padella molto grande e di cui possiedi il coperchio versa un cucchiaio d’olio, fallo scaldare e poi cacciaci dentro la pancetta.
Falla rosolare bene a fiamma media, poi caccia dentro pure due spicchi d’aglio interi ma scamiciati.

Fai insaporire per un minuto scarso, poi getta dentro tutti gli altri ingredienti: i fagiolini, i pelati, il prezzemolo e delle foglie di basilico spezzettate con le mani.

Aggiungi un po’ di sale, pepa, mescola bene e poi chiudi col coperchio. Il tutto deve cuocere circa 35 minuti, con coperchio ed a fiamma medio bassa. Non deve andare a cannone, ma il tutto deve almeno sobbollire in maniera decisa.
All’inizio della cottura aiuta i pelati a spappolarsi, schiacciandoli con una schiumarola o con un cucchiaio di legno.

E che facciamo in questi 35 minuti in cui i fagiolini non hanno bisogno di te?
Se la giornata è stata tremenda potresti metterti a meditare, certo.

Così.

Oppure potresti dedicarti ad un’attività più utile, come il tagliare il pane a fette ed accendere il forno a 200 gradi.

Adagia le fette di pane su una griglia, mettile in forno e falle andare fino a che sono colorate o almeno croccanti.

Uscite dal forno strofina tutti i bordi con uno spicchio d’aglio di cui hai tagliato un’estremità e cospargi con un po’ d’olio.

Ogni tanto controlla i fagiolini e mescola gli ingredienti.
Il sugo dovrà essere praticamene del tutto ritirato. A fiamma spenta assaggia e poi aggiusta di sale e di pepe (lo sai che quando il cibo è super caldo i sapori si sentono poco ed il rischio di mettere troppe spezie è altino? No? Ora lo sai).

Ecco come appariranno a fine cottura:

Prepara i piatti ed avrai davanti a te una porzione mastodontica di verdura.

E soprattutto goditi il pane, cospargendolo di sugo e creandoti la super bruschettona genuina, salutista ed antifascista.

La bellezza.

Ciao e buon appetito!