Gnocchi svuotafrigo in odor di salmonella (+ zio Matthijs van Heijningen Jr.)

Ciao, mi chiamo Pizzakaiju, ieri ho visto il film La Cosa del 2011 e mi è piaciuto un sacco.

La risposta dell’utente medio internettiano.

Ebbene sì.
Se sei uno di quelli che usa chiamare John Carpenter Zio e pensa sia intoccabile, forse forse forse sei nel posto giusto: siccome siamo qui per imparare l’ovvio, scoprirai che The Thing è tratto da un racconto di Campbell e quindi nessuno – come amano dire i gggggiovani di oggi – ha stuprato l’opera del vostro guru.

L’autosoffocamento è preferibile al dover leggere quel lessico fastidioso da intenditori cinefili.

Come? Vuoi conoscere il mio parere sull’opera di tuo Zio? Presto detto: ho apprezzato molti suoi film, altri mi han fatto schifo e La Cosa non ha segnato la mia esistenza in maniera indelebile. Mi piace e molto, come mi piacciono tante cose che tuttavia non rientrano tra le robe che han fatto di me un Kaiju meritevole.
Se è per questo mi piace pure pure The Thing from Another World e questa foto della spedizione è uno dei miei desktop dal 1951:

Non in movimento, chiaro.

A queste premesse aggiungiamo che di solito non sopporto remake-reboot-presequel. Sono dell’idea che un film, per essere riproposto da zero, debba avere accumulato grosse lacune e fastidiosi difetti. E di solito questo non accade: si sfrutta solo l’idea di un guadagno facile con zero lavoro, se non quello pubblicitario. Perché creare un mostro nuovo quando possiamo rifare Freddy Krueger, tanto le nuove generazioni non hanno mai visto l’originale?

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E figurati se le nuove generazioni possono capire il sottile umorismo verso le tecnologie d’avanguardia dell’epoca.

Quindi da questo The Thing del 2011 io mi aspettavo solo una cosa: di troncarlo dopo i canonici 25 minuti di test.
Invece.
Invece già partiamo con un’idea interessante: non è un reboot né un remake. Racconta la storia non narrata della stazione dei norvegesi, la stazione da cui proviene il diabolico cane con cui inizia il film di Carpenter.

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Questo qui.

Quindi iniziamo il prequel già conoscendone la conclusione e questo poteva essere gestito in maniera orrida – facendoci incazzare tutti – oppure come han in realtà fatto rendendoci tutti contenti e divertiti.
Partiamo dagli elementi pratici: gli effetti speciali. Nonostante siano in CGI (che quindi invecchia a velocità proibitive) sono ottimi, ben realizzati. Forse i miei standard si sono abbassati di parecchio causa Hulk appiccicato a cazzo in molti film degli Avengers, può pure darsi. Di sicuro mi hanno stupito. Le due scene con l’inglobamento umano non sono niente male, rendono l’idea e fanno anche schifo al punto giusto.

Trovare gif del film è un’impresa.

Anche l’ambiente è creato in maniera dettagliata: di solito se ne fregano di questi aspetti e mandano tutto in caciara, invece qui i norvegesi parlano la loro lingua ed in giro ci sono un sacco di oggetti con appiccicate sopra scritte in norvegese. Sembra un particolare superfluo, ma in realtà denota una certa attenzione ai dettagli che un prodotto solo fabbricadollari non avrebbe avuto.

Passando a parlare della trama – senza spoiler – semplicemente funziona. Sappiamo già come andrà a finire e ci arriviamo, con una certa coerenza (ed anche somiglianza) degli eventi che sappiamo accadranno, essendo noi spettatori onniscienti. Mi piace l’idea che l’alieno dovesse in qualche modo intraprendere un percorso per diventare la macchina perfetta dell’ambiguità che Russell dovrà combattere.

Secondo me questo è stato infettato. Secondo te?

Come non citare, poi, il lanciafiamme? Lo si usa appena si può, pure sbattendosene del buon senso. E a me queste cose caciarone piacciono quasi sempre.

Quindi – dicci Pizzakaiju, dicci – non ha difetti questo film? È un capolavoro questa creazione dello zio Matthijs van Heijningen Jr?

Mentre ci gustiamo una scena con il lanciafiamme, riflettiamo sull’orecchiabilità dei nomi norvegesi.

Ma no, ma no. Non siamo sulle pagine di O capolavoro o merda. The Thing è divertente, pieno di mostri e non si passa tutto il tempo a correre al buio.
Però ci sono dei difetti conclamati.
Ed ora passiamo agli spoiler, quindi vai alla ricetta e ti leggi tutto dopo che hai visionato il film.

La scena nell’astronave è stato quello che Piero Pelù chiamerebbe Croce e delizia.

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Maremma bucaiola, non fate i grulli. UA.

Da una parte uno parte euforico perché chi se l’aspettava la discesa nell’astronave? Bello, ci sta, fantastico.
Poi però ci si scontra sul fatto che non si vede niente. Ma letteralmente. In 15 minuti di girato è tutto buio e se dovessi fornirti una descrizione del mezzo alieno non ne sarei in grado. Peccato, un’occasione davvero mancatissima.

L’altra cosa che mi ha fatto dire Meh è il poco coraggio nell’eliminare il personaggio femminile.
Gli autori han deciso che siamo dei bimbi grandi e quindi possiamo reggere mostri infuocati, denti schifidi e sangue e che possono addirittura crepare tutti: negri, ebrei, norvegesi, froci, musulmani, musi gialli e persino pellerossa.
Ma le donne no.
Le donne devono morire con dignità.
Le donne devono morire fuori campo.

Anche Liam è rimasto scioccato: una persona ancora, che problema ci sarebbe stato?

Abbiamo trasmesso il parere da 4 tappi di Pizzakaiju, ora sai cosa guardarti questa settimana. Anzi, fatti la maratona proprio: prima ti leggi il racconto di Campbell, poi passi ai tre film. Infine segui un corso su Youtube per costruire un lanciafiamme casereccio e ti fai fare un’otturazione in bocca così in caso di invasione aliena sei a posto.

Ora passiamo alla pappa, che è una pappa di fortuna.
Qui c’è stato talmente tanto vento che non siamo andati a fare la spesa, quindi ho svuotato il frigo: avevo gnocchi, mais, funghi e pure delle uova. Non è stato difficile combinare tutto insieme.

Ma infatti non ci ho giocato: HO CREATO.

Li chiamerò Gnocchi svuotafrigo in odor di salmonella, poiché in questi giorni sto seguendo il lavoro di Dario Bressanini che si sta occupando principalmente di uova.
Ho scoperto di rischiare la salmonella ogni giorno della mia vita: quante uova crude non pastorizzate mangio, al secondo? Tipo roba che manco Bismarck e Rocky messi insieme?

Le uova della gallina rincorsa, tra l’altro.

Quindi Go, go, go! e vediamo come si prepara questo piatto di fortuna.

Per preparare degli gnocchi svuotafrigo in odor di salmonella, per due persone, hai bisogno di:

  • mezzo chilo di gnocchi di patate;
  • 300 grammi di funghi freschi;
  • 25 grammi di burro;
  • una scatola grande di mais, quella da 300 grammi (sgocciolato dovrebbe essere 240);
  • 2 uova;
  • prezzemolo (poco), pepe, sale;
  • uno spicchio d’aglio.

Metti a bollire l’acqua degli gnocchi.

Trita del prezzemolo (ne basta molto poco) e riduci a pezzi piccoli l’aglio. Ricordati di togliergli l’anima se non è freschissimo (in questo periodo qui fa proprio schifo).

Taglia anche i funghi a pezzetti.

In una padella caccia i 25 grammi di burro e falli sciogliere, a fiamma bassa.
Aggiungi poi l’aglio.

Fallo soffriggere a fiamma bassa, stando bene attenta a non farlo bruciare. Non abbiamo messo olio, quindi devi essere ben presente, perché il burro raggiunge temperature elevate in tempo zero, mi raccomando.

A quel punto aggiungi i funghi ed un po’ di prezzemolo.

Fai cuocere il tutto per qualche minuto, fino a quando i funghi saranno un po’ ammorbiditi. 5 minuti sono sufficienti. 
Unisci ora il mais (scolato dal suo liquido).

Continua la cottura a fiamma bassa ed aggiungi sale e pepe. Fai andare il tutto fino all’arrivo degli gnocchi. Nel caso ovviamente non ti fossi ben orchestrata, spegni la fiamma ma riaccendila quando cali gli gnocchi nell’acqua: la padella deve essere calda. Cerca di non creare un condimento secco, ma nel caso non preoccuparti: aggiungeremo acqua della cottura degli gnocchi.

Quando gli gnocchi vengono a galla tirali fuori con una schiumarola e cacciali dentro alla padella, insieme ad un po’ di acqua di cottura se ti sembra che il tuo condimento si sia seccato.
Rompi anche le due uova e cacciale là dentro:

Usando una fiamma bassa gira il tutto in maniera continua, spappolando le uova e amalgamandole al resto degli ingredienti. Stiamo strapazzandole, insomma, ed invaderanno tutto il condimento. Ci vorranno due minuti scarsi.

Trasformazioni.

Prepara i piatti e su ogni porzione caccia un po’ di pepe.
Nel caso puoi aggiungere anche un po’ d’olio, ma vedi tu (io non l’ho messo, ma dipende dalla secchezza percepita dalle fauci).

Ecco cosa dovresti avere davanti:

Ciao e buon appetito!

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