E niente, ho speso tipo 600 euro per andare a vedere Gabbani in concerto.
Non una brillante idea, immagino, visto che siamo in piena pandemia ed il semplice andare a comprare le zucchine da Don Alfonso non è mai poi VERAMENTE così semplice. Entrambi parliamo male già in giorni normali, figurarsi con la mascherina del menga. C’è da dire che ci abbiamo anche rinunciato: ce la togliamo per parlarci, che di ripetere QUESTA MASCHERINA HA ROTTO IL CAZZO ci è passata un po’ la voglia.
Io e Don Alfonso.
Comunque, viaggio in treno di più di nove ore, due serate in albergo, concerto e si riparte. E spero – nel mezzo – di mangiare anche qualcosa di buono.
Non esco dalla Contea da una decina di anni.

Mi immagino così.
Buona la mozzarella di bufala, la ‘nduja e pure la cacioricotta cilentana, ma infilare nello stomaco un po’ di cibo nordico (o, per lo meno, più nordico di quello cui sono abituata) non mi spiacerebbe.
C’è una certa tranquillità, in questi giorni.
Ieri, passando davanti a casa della Signora Rosa, lei era nel suo terreno a raccogliere frutta. Le ho sfrecciato davanti, con la mia aura da Fausto Coppi convintissimo, e lei ha urlato VUOI UN PO’ DI FICHE???!
Ho inchiodato, risposto, Come si fa a dire di no ad una proposta del genere? ed è stato subito food porn.
Ha dell’incredibile che uno scambio di questo genere sia talmente memorabile da scriverlo qui, a memoria futura.
Sempre ieri, tornando dalla spesa, ho incontrato una capra che è stata chiusa fuori dal recinto. Mi guardava un po’ impaurita, io volevo scendere dalla bici ma avevo fretta. Dovevo tornare a casa a mangiare le fiche. Una giornata intensa.
Stamattina ho incontrato di nuovo quella capra, però era col padrone, insieme ad un’altra capra. Ha corso leggermente quando mi ha visto, non so se mi ha riconosciuto.

E mentre scrivo, sogno l’impossibile.
È anche un po’ per questo che ho speso 600 euro per un concerto. Qui quando non viene a salutarmi l’asinella che vive in un terreno non molto distante da casa, io ci rimango male. Una volta l’asinella era con una bambina turista, non mi ha cagato di striscio, ho sentito proprio il tradimento bruciare il cuore.
Quindi 600 euro ed un viaggio eterno per andare a vedere un concerto acustico. Con la mascherina. In piena Pandemia.
Bukowski diceva spesso che prima di scrivere bisogna vivere, che lui aveva smesso con la creatività per accumulare materiale. Quando lo leggevo, a 16 anni, capivo poco. Mi succedevano talmente tante di quelle cose, stavo già vivendo ed avevo già roba da dire. Non immaginavo che poi la normalità si normalizzasse al punto da ricordarsi di una capra.
A volte viene voglia di abbandonare tutto e basta.
E non mi annoio (io no che non mi annoio, non mi annoio), ma comprendo che leggere della formica che trasportava un non so cosa grosso almeno il triplo di lei possa non essere interessante.
Sono anche un po’ preoccupata per quella formica, perché quando l’ho salutata è passata una macchina. Spero non sia stata schiacciata.
Che poi qui gli animali non si fan mai vedere e se li vedi sono tutti morti. Per la strada di campagna che faccio tutti i giorni, ho già visto un serpente, un rospo, un riccio e pure due uccellini. Stecchiti. Uno degli uccellini in realtà non era ancora morto, avrei voluto spaccargli la testa io perché stava male, ma non ho avuto il coraggio.
A volte non faccio le scelte giuste. A volte le scelte giuste sono terribili, come finire un uccellino morente.
Di colpo è diventato un post triste.
Riflettevo sul fatto che se ci pensiamo bene, la maggioranza delle nostre scelte sono prese o dai nostri organi sessuali o da un senso di perdita. Quasi mai per gioia vera o per cervello funzionante, sono sempre i bassi istinti a vincere. O hai voglia di scopare oppure siamo attratti dalle sfide impossibili.
Pensaci bene. Se arriva lì uno e si mostra interessato e disponibile, tu lo classifichi come caso umano. Se uno viene a letto con te la prima sera, tu ti sei già scassato la minchia. E non perché sei uno stronzo superficiale.
Oggi proprio concetti da fare esplodere il cervello.
È che ci piace inseguire la gioia, mai viverla. Tutto subito, sai che palle. Forse è legato a qualche concetto cattolico di MERITARSI la gioia, mixato a dell’insano senso di colpa.
Che poi andrebbe pure bene, se non ci stessimo male. Noi soffriamo per divertimento, non per sfiga divina.
Noi chi, poi?
Qui ci sono solo io. Io e la capra.
Tutto questo parlare di capre mi ha fatto venire voglia di Grecia e quindi salsa tzatziki sia.
Go, go go! (Oppure dovrei dire Bonci Bonci Bom Bom?)
In cucina!
Per preparare la salsa tzatziki, che basta e avanza per due persone:
- 300 grammi di yogurt greco, quello senza zuccheri. Il fage, insomma;
- il succo di mezzo limone;
- 1 cetriolo grande grande grande (non l’ho pesato, incredibilmente, ma vedrai che non sarà un problema);
- 1 spicchio d’aglio;
- sale;
- pepe;
- 10 grammi d’olio;
- finocchietto selvatico in quantità. Oppure aneto.
Se vuoi preparare pure tu la tortillas, ti serviranno:
- 2 tortillas: una a testa basta ed avanza, questa roba uccide per la pesantezza;
- 200 grammi di tonno sottolio (sì, sottolio: al naturale sarebbe troppo secco, ho provato);
- 2 pomodori;
- rucola.
È di una facilità disarmante, l’unica roba è che deve riposare per un’ora. Quindi preparati per tempo.
Partiamo dal cetriolo. Lavalo e poi taglia la punta di una delle due estremità. Prendi il pezzo tagliato e sfregalo sulla parte tagliata: uscirà della schiuma bianca.
Toglila e poi riprendi a sfregare. Continua a farlo finché questa schiuma se ne andrà a fanculo del tutto.
Attenzione, però: il cetriolo ha DUE estremità (Capitan Ovvio, sì) e la schiuma uscirà solo da una delle due. Quale? Prova e vedi.
Consiglio utile, eh?
Quest’operazione dovrebbe servire a levare tutto l’amaro. Dico dovrebbe perché mica ho provato a mangiarlo senza sfregare. Diciamo che mi fido.
Una volta fatto questo, grattugialo con dei fori piccoli della grattugia.
Ora guarda quanto ne è venuto fuori. Se è poco, grattugiane un altro. Io alla fine ho usati tre, perché erano praticamente solo acqua. Una delle ragioni per cui non li ho pesati.
Guarda qui:
Tutta quell’acqua la dobbiamo levare.
Quindi prendiamo un colino a maglie strette, ci mettiamo dentro la pappa di cetriolo, schiacciamo con un cucchiaio.
Otterremo questo (togli i semi, se puoi):
Dopo il passaggio col colino, prendi il tuo cetriolo e mettilo dentro ad uno strofinaccio. Strizza più che puoi e così leverai TUTTA l’acqua.
Ora possiamo assemblare.
Yogurt in una ciotola.
Aggiungi l’aglio schiacciato con lo spremiaglio. Se non è fresco, taglialo prima a metà e leva l’anima, altrimenti poi te ne penti.
Poi il cetriolo.
Mescola bene tutto.
Aggiungi metà del succo limone (quindi metà della metà)
Aggiungi anche il finocchietto selvatico.
10 grammi d’olio, il sale ed il pepe e mescola tutto.
Ora assaggia. Se serve aggiungi il rimanente succo di limone. Come fai a sapere se serve? Ti deve piacere. Come sempre.
A questo punto metti in frigo e fai riposare un’ora.
Come me la sono mangiata?
Io l’ho messa in una tortillas insieme a del tonno, con rucola e pomodori. Meno buona con il salmone (molto meno buona).
Spettacolare.
Ciao e buon appetito!
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