Pasta mit kirschtomaten und Jocca ( + Jojo Rabbit e la cioccolata degli eroici americani)

Adesso non è che io voglia rompere i coglioni agggggratis, però romperò i coglioni aggggratis.

Un po’ come questo tipo qui.

Sarà che io c’ho la MelGibsite, ma per me se giri un film ambientato in dato paese e in una data epoca, i tuoi personaggi devono parlare una lingua coerente alla tua scelta. In Francia non si parla in inglese, così come non si parla in inglese in Italia, nelle tribù elfiche e neppure nel villaggio dei Puffi. E nemmeno nella Germania Nazista.

Questo signore sta per bestemmiare in aramaico, non in spagnolo. Per esempio,

Ma gliela facciamo passare a JoJo Rabbit: in fin dei conti ha un tono surreale e tante, troppe cose non sono accadute in questa favoletta un po’ nera che ci vuole raccontare.
Quindi OK, VA BENE, SORVOLIAMO.
Però su certe robe non si può proprio chiudere un occhio e per il solito motivo: 1984 voleva essere un monito e non un libretto d’istruzioni. Dunque TU I GRAMMI DI CIOCCOLATA NON ME LI CAMBI.

Se non sai di cosa sto parlando, almeno guardati il film.

Perché se la vita assomiglia per niente ad una scatola di cioccolatini, la seconda guerra mondiale non si è conclusa con un carrarmato vero e con una (scusa se sono ripetitiva) tavoletta di cioccolata regalata a tutti i bambini della città.
Gli Americani non hanno liberato l’Italia, non hanno liberato i campi di concentramento e no: gli Americani non hanno combattuto a Berlino negli ultimi giorni del Terzo Reich.

Può essere vero. Ma da che pulpito.

È senz’altro vero che a Berlino c’era guerra, ma i protagonisti erano i cazzo di SOVIETICI. I COMUNISTI. Quelli che mangiavano i bambini, per capirci.
Guerra per le strade in cui nessuno parlava inglese, ma tedesco e russo.
Gli americani sai che facevano?
Gli americani bombardavano. Distruggevano le città, massacravano i civili.
E mica solo in Germania: pure in Italia.

Pensa che dicono che bombardavi pure le città.

Ora, non è che uno voglia dire Meglio i Nazisti. Se capisci così, chiaramente capisci un cazzo. Quello che Pizzakaiju ti sta raccontando è la fredda cronaca degli eventi: i fatti avvengono, poi noi stiamo qui ad elaborarli, ad attribuire importanza, a filosofeggiare, a imparare. Però se i fatti vengono cambiati poi è un casino per tutti.
Quindi ribadiamo il concetto, giusto un attimo prima di andare a mangiare.
Auschwitz e quei bei posti sono stati liberati dai sovietici. E sai come funzionava? Circa così: i sovietici entravano, trovavano i campi vuoti dai nazisti (già fuggiti), dicevano Ok, siete liberi (e non in italiano e probabilmente non dicevano OK) e se ne andavano. I prigionieri? Cazzi loro, dovevano tornare a casa come riuscivano e se riuscivano.
Gli americani? Non pervenuti.

Pure io, ribadiamolo.

E in Italia? Anche se ci piace crederlo, noi non eravamo INVASI da tedeschi e fascisti. Noi eravamo i fascisti e i tedeschi erano nostri amici. Poi siamo i soliti paraculi, abbiamo fatto un po’ di casino e ad un certo punto non si capiva più chi comandava cosa e quindi è scoppiata la guerra civile. Guerra civile tra ITALIANI.
Gli Americani? Bombardavano le città italiane (della devastazione di Bologna e dei civili massacrati vogliamo parlarne?) e basta.
Eroismo americano? Non pervenuto.

E si sa che gli Americani hanno il potere di bombardare i paesi di tutto il mondo, per portare la pace.

Aggiungerei un parere squisitamente personale: bombardare le città (distruggendo opere d’arte, case, massacrando civili) non solo ha pochissimo di eroico, ma aiuta niente e nessuno in nessun modo.
Hitler, nella sua follia megalomane, per lo meno desiderava avere tutto il patrimonio artistico umano  nel Terzo Reich e non era d’accordo coi bombardamenti aerei (nonostante un bombardamento almeno ci sia stato, ma penso pure che chi l’ha deciso sia stato decapitato all’istante).

Immagino con reazioni simili.

Questo così, su due piedi, senza manco aprire la pagina di Wikipedia.
Perché dovrebbero essere info proprio BASE, le addizioni e le sottrazioni della storia recente, insomma.
Poi c’è pure il fatto che se i Sovietici NON mangiavano i bambini, se gli ebrei NON dormivano a testa in giù come i pipistrelli e se gli inglesi NON scopavano i  nostri cani, i Nazisti molto probabilmente NON facevano tante, troppe cose. Tipo fabbricare lampade di pelle umana.
Ma so che non sei pronto a questo.
So che hai fame.

Infatti, andiamo a mangiare che è meglio.

Oggi prepariamo una pasta discutibile, ma era dalla caduta del Muro di Berlino che non mangiavo la Jocca e mi andava proprio di inserirle in una ricetta.
Magari provala quando farà un caldo da Pazuzu, c’avrai voglia di cucinare una ceppa, tuttavia dovrai pur nutrirti.
Go, go, go!

In cucina!

Ed oggi da Pizzakaiju si parla tedesco. Così, perché mi va.

Per preparare la pasta mit kirschtomaten und Jocca, per due persone, hai bisogno di:

  • 180 grammi di pasta. E fin qui tutto bene;
  • 400 grammi di kirschtomaten gialli e rossi. In italiano sono i pomodorini;
  • 2 confezioni di Jocca. Jocca si chiama Jocca in ogni lingua, persino in Antico Elfico;
  • un lauchzwiebel con tutta la parte verde. Per i non poliglotti: è un cipollotto.
  • 10 grammi di natives Olivenöl extra. Ossia 10 grammi di olio extra vergine di oliva;
  • salz. Che è il sale;
  • se ce l’hai, del basilikum sarebbe gradito. Dai, questa è facile, ci arrivi da solo.

Trita il lauchzwiebel.
Lava i kirschtomaten e tagliali a metà, oppure in 4 se sono enormi.

Metti a bollire l’acqua della pasta.
Prima di iniziare, ti presento la Jocca.

Di cosa sa? D’un cazzo. Però è piacevole, a suo modo. Puoi  usarla con o senza lattosio, la differenza è minima: sempre plastica stai per ingerire.

Versa in padella i 10 grammi di natives Olivenöl extra e caccia dentro pure il lauchzwiebel tritato.

Fai soffriggere a fiamma bassa per qualche minuto, finché il lauchzwiebel sarà bello colorato.
A quel punto getta dentro anche i kirschtomaten.

Puoi anche buttare la pasta, ci vorrà pochissimo.

Se hai il basilikum è tempo di usarlo (mettine qualche foglia, spezzettandola con le dita).
Non mettere ancora il sale e fai cuocere a fiamma media per massimo 5 minuti: non dobbiamo formare un sugo, dobbiamo solo ammorbidire i pomodorini.
Appena vedi che cominciano a cacciare un po’ d’acqua spegni.
A quel punto puoi aggiungere il sale.

Ti faccio vedere in foto: una cottura davvero MINIMA.

Scola la pasta un minuto prima del tempo indicato sulla confezione, senza buttare la sua acqua perché non si sa mai.

Buttala in padella e concludiamo la cottura.

Solito procedimento: fiamma medio alta, mescola di continuo. Non ci sarà bisogno, ma nel caso aggiungi acqua.
Spegni la fiamma e passiamo alla jocca. Aggiungine un cucchiaio direttamente in padella giusto per formare una cremosità. Sappi che col colore perderà ogni sapore, quindi proprio un cucchiaio.

Prepara le porzioni e su ogni piatto aggiungi tutta la jocca del mondo. Se hai del basilikum, aggiungi ancora qualche foglia.

Ecco cosa dovresti avere davanti a te:

Hallo und genieße dein Essen!

 

 

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Riso con limone ( + piccolo manuale per la sopravvivenza zombie)

Ma finalmente!
Tutti questi anni dietro a film e videogiochi e serie tv zombesche stanno per essere ripagate: l’Apocalisse è tra noi.

Capita nell’attimo più propizio della mia esistenza: a meno che Il Virus non colpisca pure gli animali (e con tutti questi gatti di merda sarebbe difficile da gestire), il mio vicino di casa più vicino non so manco dove sia. Posso iniziare a preparare barricate, a scegliere la casa più isolata, a decidere se valga o meno la pena adibire il pollaio come prigione per gli ammalati (potrebbero sempre trovare un antidoto, c’è sempre la possibilità, sìsì).
Così, mentre in città si massacrano per un pezzetto di carta miracoloso chiamato MASCHERINA e comprano tutte le scatole di fagioli degli scaffali (lasciando là quelli secchi, perché non sono capaci a preparali, nonostante Pizzakaiju abbia scritto decine di ricette), qui in mezzo ai bricchi ci limitiamo ad ascoltare la radio. Non sia mai che il governo voglia venirci a recuperare. Con i suoi elicotteri, i suoi militari, i kit di sopravvivenza.

Son cose che non finiscono mai molto bene.

Alleniamo il cuore, perché correre, in un’apocalisse, può salvarti la vita.
Impariamo a sparare, a centrare la testa. Perché – nonostante la zucca di tanti sia all’apparenza vuota – è nel cervello che si annida il fulcro del loro movimento. A volte non saprai distinguere lo status di chi hai di fronte: infetto o solo rincoglionito? Ma tu, nel dubbio, spara. Non sprecare pallottole – ci ripetiamo qui, in campagna. Raffiche brevi ma precise, mi raccomando.

Ubriaco o zombie?

Ricordati di non perdere l’umanità, anche. Perché ciò che ci distingue dai mostri è l’utilizzo della nostra mente. Attiva ma anche empatica. Non lasciamoci sopraffare dall’orrore. Teniamoci strette le nostre debolezze, i nostri dubbi. Senza farli prevalere.

E soprattutto ricordati che All life is precious.

Fai che lo spirito di Morgan Jones ti guidi in ogni tua scelta, sempre.

Tutto questo per commentare le pirlate e le belinate che stan accadendo tra Lombardia e Liguria, calando un velo pietoso su tutti quegli episodi di razzismo e quasi razzie che affollano i social.
Quasi quasi spero proprio che l’apocalisse arrivi e se li porti via, all’istante.

Noi, invece, oggi prepariamo un facilissimo riso bollito con limone. 
Go, go, go!

Così ti rovini l’appetito.

Per preparare un riso con limone, per due persone, hai bisogno di:

  • 200 grammi di riso. Quello che vuoi;
  • 25 grammi di burro;
  • una buccia di limone;
  • 30 grammi di succo di limone;
  • 30 grammi di parmigiano grattugiato;
  • pepe.

Metti a bollire l’acqua del riso.
In padella metti il burro e fallo sciogliere a fiamma bassissima.

Mentre si scioglie, grattugiaci dentro la buccia di limone (attenzione a non prendere la parte bianca, che è amara). Mescola bene e spegni.

Fai bollire il riso, togliendolo un paio di minuti prima del tempo indicato sulla confezione (se c’è scritto 15-18, fermati a 14 che va benissimo). Ricordati di accendere la fiamma della padella poco prima che arrivi, deve essere calda.
Mentre attendi il riso, grattugia anche il parmigiano a polvere. E spremi il limone: pesalo. Se ne metti più di 30 grammi, diventa immangiabile. 

Scola il riso, non buttando la sua acqua di cottura.
Caccialo in padella.

Concludi la cottura: fiamma medio bassa, bagna con l’acqua di cottura, poco per volta. Pian piano che viene assorbita, bagna ancora. Per un paio di minuti.
Piano piano si sprigionerà l’amido, creando quasi un effetto risotto. Quasi.
Quando spegni, versa il succo di limone.
Mescola bene.

Infine caccia il parmigiano.

Mescola bene e prepara le porzioni.
Spolvera ogni piatto con del pepe nero ed ecco cosa dovresti avere davanti a te:

Ciao e buon appetito!

Farfalle strapazzate (+ i miei 10 film del 2019)

Oggi ti becchi i dieci film più belli del mio 2019.
Trovarne dieci non è stato facile, infatti ci ho infilato un rewatch (come direbbero i giovani).

Cercherò di non raccontare la trama di niente, però se te li consiglio un motivo c’è.

1 – Johnny Got His Gun di Dalton Trumbo, 1971

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Inizio subito stando sul pezzo e consigliandoti una roba degli anni settanta. E se mi dai retta superi i primi dieci, quindici minuti di noia e ti immergi in una roba così angosciante che difficilmente te ne dimenticherai.
La pesantezza. Ma ne vale la pena.

2 – Miami Connection di Woo-sang Park, 1987

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Ninja in motocicletta, colonna sonora anni ’80, recitazione pessima, momenti altissimi di trash. Ed il tutto ricorda Streets of Fire, solo BRUTTO.
Un film che o adori o non riesci a finirlo. Io mi sono comprata la maglietta, è diventato subito cult.

P.s. Stupid Cocaine

Ne avevo già parlato qui.

3 – Veloce come il Vento di Matteo Rovere, 2016

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Da un paio di anni ho rivalutato il cinema italiano e già era uno stupore. Adesso devo anche accettare di avere rivalutato Stefano Accorsi?
La sua migliore interpretazione ed il film è sportivo, quindi è una figata a prescindere (per me).
Diventa anche tu il miglior pilota del Giappone (o del Cilento) e recuperalo. Vedrai che non te ne penti.

4 – Leaving Neverland di Dan Reed, 2019 

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Incredibile che non abbia dedicato almeno 200 post a questo documentario. So per certo di avere girato almeno due video monologo su Instagram ed è un peccato che la pigrizia abbia preso il sopravvento perché è una roba a cui penso ancora spesso.
Documentario su un paio di relazioni di Michael Jackson, che avevo iniziato a guardare con tanti pregiudizi e che mi ha lasciato con più domande che risposte (e già ne avevo a centinaia). Perché non sono tra quelli che condannano la pedofilia a priori. Ed è per questo che è strano che io non ne abbia scritto.
Comunque, te lo consiglio, qualunque sia il tuo punto di vista. Ah, dura quattro ore, procurati dei popcorn.

5 – The House That Jack Built di Lars Von Trier, 2018

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Poteva essere il film della vita e invece no. Poteva anche essere il miglior film di Lars Von Trier. E invece no.
Però ne ho già parlato qui,quindi non mi dilungherò oltre.

6 – Brawl in Cell Block 99

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Super violento e non è un horror.
Se sei in astinenza di botte atroci, adesso sai cosa recuperare.

7 – The Next Karate Kid di Christopher Cain, 1994

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Per colpa di Cobra Kai ho riguardato per le milionesima volta la saga di Karate Kid. Ma io non sapevo dell’esistenza di questo quarto capitolo. Al post di Ralph Macchio abbiamo Hilary Swank e già vale la visione solo per questo.
Poi è talmente brutto che fa visto.

8 – Le Procès di Orson Welles

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Oserei dire che è meglio del romanzo.

9 – The Art of the Self-Defense di Riley Stearns, 2019 

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Ne ho già parlato in questo post qui. E se non l’hai letto, non farlo: recupera il film e vai in giro a sferrare pugni coi calci. O calci coi pugni, se sei in grado.

10 – The Texas Chain Saw Massacre di Tobe Hooper, 1974

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Ho già detto che Tobe Hooper è uno dei miei registi preferiti?
Hai già letto questo mio pezzo dove cerco di spiegarne il motivo?
Se non lo conosci, comincia da questo.

Ed ora mangiamo.
Una pasta nata all’ultimo secondo, di seguito a DUE CENE buttate nel cesso perché ho seguito ricette dubbie (oppure ho cucinato io male, può essere pure).
Avevo in casa della polpa di pomodoro, del parmigiano e delle uova. Ho usato tutto e sono stata contenta.

Go, go, go!

Per preparare delle farfalle strapazzate, per due persone, hai bisogno di:

  • 180 grammi di farfalle;
  • 10 grammi d’olio;
  • una cipolla bianca;
  • un barattolo di polpa di pomodoro;
  • 3 uova;
  • 50 grammi di parmigiano + altri 30 da mettere sui piatti;
  • sale e pepe.

Metti l’acqua della pasta a bollire.

Nel frattempo trita la cipolla.
Grattugia il parmigiano.

In una ciotola metti 3 uova e sbattile, con una forchetta, insieme a 50 grammi di parmigiano. Per pochissimo, giusto il tempo di amalgamare gli ingredienti.

Versa 10 grammi d’olio in una padella e fai soffriggere la cipolla, a fiamma medio bassa.
Gira spesso e stai attenta che non si bruci.

Versa poi il barattolo di pomodoro.

Aggiungi un po’ di sale, un po’ di pepe e fai cuocere per almeno dieci minuti. Anche 15.
Deve restringersi un po’, ma senza asciugarsi troppo. Se si asciuga, aggiungi un po’ d’acqua della pasta. Durante la cottura del sugo butta pure la pasta.

Scola la pasta due minuti prima del tempo indicato sulla confezione, senza buttare la sua acqua.
Fai un minuto a fiamma alta, girando sempre e bagnando con l’acqua se il pomodoro si asciugasse troppo.

Ed ora, senza paura, butta dentro le uova.
Le dobbiamo cuocere, quindi niente menate di abbassa la fiamma, allontana la padella dal fuoco. No. Qui si usa la violenza e si frittata TUTTO.

Usa una fiamma medio bassa, mescola sempre e lascia il tempo alle uova di cuocersi ed assorbirsi pure il sugo.
Diventerà tutto più papposo e ci vorrà circa un minuto.

Prepara le porzioni e spolvera ogni piatto con il rimanente parmigiano.
Ecco cosa dovresti avere davanti a te:

Ciao e buon appetito!