Pasta matta, pasta brisè, frolla salata. Non so cosa stiamo per preparare, so solo che uso quest’impasto per tutte le torte rustiche e secondo me è buonissimo.
E poi lo sai che non è che sia proprio interessatissima a queste formalità.
In realtà questo pippone sulla differenza dei vari impasti l’avevo già scritto in questo post qui e quindi non mi ripeterò, non è cambiato un cazzo.
Così come non è cambiato il mio invito ad evitare i rotoli di sfoglia che si comprano al supermercato, almeno ogni tanto. Sono tanto comodi quanto fan cagare e nonostante anche a me capiti di usarli, rifarsi la bocca con una roba fatta con le proprie manine di merda ci sta.
Mario, non comprare stronzate.
Ricetta a parte, questo è proprio un periodo strano. Sarà l’epidemia da fallout, saran le mascherine che non servono ad un cazzo ma che indosso lo stesso perché non si sa mai, sarà la primavera ma io mi sento irrequieta.
Alcuni giorni ho talmente tanta energia da spaccare il mondo.
Altri mi sveglio e già mi sono rotta i coglioni. Faccio trazioni e mi rompo i coglioni, alzo pesi e mi rompo i coglioni, salto la corta e mi rompo i coglioni.
Giorni in cui mi gira male, giorni in cui tutto mi sembra positivo.
Ed è TUTTO uguale. Forse TROPPO uguale. Forse da TROPPO TEMPO SEMPRE UGUALE.

Giorni in cui nel cesso trovi la verità, altri in cui non c’è niente di niente.
Cazzo deve cambiare, poi, non saprei.
E ci ho pensato tanto, in questo periodo in cui si sta come d’autunno gli alberi le foglie.
Se già di norma, per me, l’esistenza ha un sapore vacuo, figurarsi ora, che per un raffreddore sta finendo il multiverso.
Tutto quello che ho fatto, faccio e farò non ha scopo. Lo dico da sempre ed ho cercato quindi di costruire meno possibile. Costruisci per demolire? Non direi. Io qui, a fare slalom tra impegni, doveri, mondo di merda.
Per una volta che parlo di roba seria…
Poi che rimane? Non molto. Un video di Gabbani visto a ripetizione, una passeggiata a guardar gli agnelli e i cavalli e le galline e i gatti, un film francese subbato in danese (perché noi italiani abbiamo i doppiatori più bravi del mondo, quindi i sottotitoli te li scordi), elucubrazioni mentali che di norma non esterno, curiosità spesso troppo spenta per tutto quello che mi circonda.
Le giornate sono tutte uguali, i mesi sono tutti uguali, gli anni sono tutti uguali.
Manca qualcosa che non esiste e che quando esiste ha breve durata. Quindi era illusione o noia travestita (lei è brava con le imitazioni, molto brava). E quindi cazzo lo ricerchi a fare?
Meglio stare qui ad aspettare Godot, come faccio da quando ho imparato a respirare
Ma vaffanculo va, andiamo a mangiare.
Go, go, go!
In cucina.
Per preparare una torta rustica con spinaci e ricotta, per uno stampo da 20 cm (ma puoi riempire anche una tortiera da 24 senza cambiare dosi, verrà solo più bassa), hai bisogno di parecchie cose.
Per la base:
- 180 grammi di farina 00;
- 90 grammi di burro ammorbidito;
- 2 tuorli;
- 20 grammi d’acqua fredda;
- 5 grammi di zucchero;
- 5 grammi di sale.
Per il ripieno:
- 400 grammi di ricotta;
- 300 grammi di pomodorini;
- sale, pepe;
- basilico.
No, non ho alcuna intenzione di fare un copia ed incolla dell’impasto, perché l’ho scritto 4358495834059834590348 volte.
Basta che clicchi quie trovi tutte le istruzioni, passo passo.
Facciamo dunque finta che hai fatto il tuo impasto e che l’hai fatto riposare in frigo. L’hai poi steso e adesso è nella tua tortiera che attende.
Metti la tortiera in frigorifero, accendi il forno a 190 gradi e prepariamo il ripieno.
Lava i pomodorini e tagliali a metà.
Ricotta in una ciotola, inizia a lavorarla con una forchetta unendo un po’ d’acqua. Dobbiamo formare una crema spalmabile, ma non buttare dentro una secchiata d’acqua perché se la fai troppo morbida non si torna più indietro.
Un paio di cucchiaiate per volta, lavori e valuti.
Unisci anche del sale, del pepe e delle foglie di basilico spezzettate con le mani.
Ora possiamo riempire la torta, tirala fuori dal frigo e versaci dentro la ricotta. Cerca di distribuirla in maniera omogenea.
Sopra adagia i pomodorini e salali un po’.
La pasta avanzata piegala su se stessa, come se stessi rimboccando le coperte ai pomodorini.
Ora inforniamo.
190 gradi per circa un’ora, ma siccome il mondo è un brutto posto devi starci dietro già dopo i primi 40 minuti. Perché magari il mio forno è debole ed il tuo ha un’aura potentissima, quindi la torta potrebbe carbonizzarsi.
Ecco il (brutto) risultato finale:
Ma tagliato a pezzi migliora, dai:
E nel piatto, poi, fa proprio la sua porca figura:
Ciao e buon appetito!
Devi effettuare l'accesso per postare un commento.