Ho già detto che non sopporto più la ps4?
La accendo, compro giochi, li provo e dopo 5 secondi vorrei morire. Circa.

Solo giochi di merda.

Ma a qualcosa bisogna pur giocare.
Pure God of War, che nelle prime 4 ore mi ha divertito non poco, dopo un po’ è diventato un tedio. L’ho finito, ho impiegato quasi un mese e non voglio più sentirne parlare.
Però la Nintendo switch continua a regalarmi tante gioie e quindi ti consiglio un gioco al volo, che costa pure tipo 4 euro: The Count Lucanor.

Con questo tipo qui, tra le altre cose.
Come al solito, il consiglio è lo stesso: vai alla ricetta e non leggere niente, altrimenti ti spoilero un sacco di cose carine e non è il caso.
Gioco a 8 bit, senza armi e con un castello labirinto con la sua buona dose di sangue e morte. Hans è un bambino che si è rotto il cazzo di essere povero e decide di andare in giro per il mondo a cercar fortuna e si ritroverà a parlare con un uomomaiale, a scappare da domestici demoniaci e avrà a che fare con la magia nera.
Tutto è molto minimale, eppure un bel po’ di inquietudine riesce a trasmetterla. Più di Resident Evil 7, per esempio.

Camerlengo è un gran bastardo.
Ha pure almeno tre finali (almeno, io ne ho sbloccati tre significativi) e non è un gioco lungo (3-4 ore a partita). L’unica cosa è che io ho avuto qualche problema nella parte iniziale e, pur avendo ricominciato la partita e caricato vecchi salvataggi e cercato di agire in maniera diversa, io il cazzo di nome del Coboldo non sono riuscita ad indovinarlo. Insomma, ho barato ed ho cercato la soluzione online e pure così non sono riuscita a capire come dovessi fare PRECISAMENTE.
Ma va beh, glielo perdono, perché mi ha regalato un paio di pomeriggi di divertimento e buttiamoli via.
Non è che dobbiamo per forza parlare di capolavori, esistono anche i giochi carini. E The Count Lucanor è un gioco indubbiamente carino.

No, non si muore spesso.
Passiamo alla ricetta: cuciniamo il pollo al sale.
Allora, giàasssai che cucinare il pollo arrosto è una rottura di palle. Ne abbiamo parlato tante volte e ti ho anche spiegato le difficoltà nel trovare dei polli non gargantueschi. Perché nel Cilento si va sui 3 kg in su, i polletti sono vietati.
Ogni volta che inizio a cucinare il pollo arrosto, minimo minimo impiego 4 ore per avere una cottura che comunque fa cagare.
Ma i problemi sono finiti, perché la crosta di sale risolve ogni ansia.

Non guardarmi con quella faccia, lo so che ti sembra assurdo, ma è così.
Certo, a differenza del pollo arrosto la pelle non verrà croccante (ma sarà buonissima lo stesso), ma per il resto il gusto sarà spettacolare e devo dire che viene pure più saporito. Persino la parte del petto non era noioso.
In più ho impiegato un’ora e 45 spaccata per cuocere un pollo da due chili e duecento e non l’ho dovuto mai girare o controllare.
Insomma: la crosta di sale è diventato il mio metodo di cottura preferito, pure se per trasportare tutto quel sale grosso mi son fatta venire la scoliosi (ricordo che non solo non ho la macchina, ma il supermercato è a 5 km).

Vedo che continui a guardarmi strano.
Rispondo alla domanda ovvia: no, non sarà salatissimo. Sarà buono e basta.
E fidati un po’.
La ricetta l’ho rubata – tanto per cambiare – a Stefano Barbato. Perché io non mi invento mai una ceppa e mi domando il senso di questo blog se tanto le ricette non sono mai mie… ma forse è meglio non domandarsi niente e continuare a riempirsi la bocca di cibo.
Go, go, go!

Ma infatti.
Per preparare un pollo al sale hai bisogno di:
- un pollo intero. Con le dosi che ti do puoi cuocere un pollo che oscilli da un chilo e settecento grammi ai due chili e trecento grammi. Se è più piccolo o più grande, fai le dovute proporzioni;
- 4 foglie di alloro;
- uno spicchio d’aglio;
- rosmarino e salvia;
- 6 kg di sale grosso;
- 8 albumi d’uovo (266 grammi, circa);
- 2 arance;
- spago da cucina e stuzzicadenti.
Accendi il forno a 200 gradi: il lavoro non è lungo e comunque il forno ha bisogno di un po’ di tempo per andare a temperatura.
Partiamo dagli albumi.
Mettili in una ciotola grande e montali. Devono essere fermissimi, talmente fermi che se ribalti la ciotola non cadono a terra.

In questo albume ora dobbiamo incorporare 4 chili di sale. Metti un chilo per volta e mescola con una scatola, con un movimento che vada dal basso verso l’alto.

Si formerà una pastella ruvida. Non avere tanta paura di smontare l’uovo: non succederà.
Ora è giunto il momento di torturare quel povero pollo.
Infilagli nel culo un’arancia tagliata a pezzi, 2 foglie di alloro, un paio di rametti di rosmarino, della salvia ed uno spicchio d’aglio intero, ma schiacciato.

Taglia a metà l’altra arancia e una metà puoi tagliarla a pezzi e infilarla nel culo (al pollo) e l’altra metà la lasci intera e infili pure quella. Solo che sarà tipo un tappo.

Ora viene la parte più difficile.
Dobbiamo infatti chiudere ermeticamente il pollo, perché il sale non deve entrare all’interno.
Io alla fine, dopo tante bestemmie, ho chiuso usando un po’ di stuzzicadenti ed ho anche legato (malissimo) le zampe.
Non è stato facile anche perché, come la foto può illustrare benissimo, non so fare i nodi.

Ora distribuisci i 2 chili di sale grosso rimasto sulla teglia che hai scelto di usare.
Appoggiaci sopra il pollo, con il petto rivolto verso il basso.
Ed ora, con le mani, inizia a cospargerlo con tutto l’albume salato che hai creato.

Dovrai coprirlo ermeticamente in ogni punto e dovrai formare uno spessore di circa due centimetri. Ma non ti preoccupare, basta che ti limiti a cospargere quella roba ovunque e quando non vedrai più il pollo saprai di avere fatto giusto.

Ora inforna. 200 gradi per un’ora e 45.
Poi tiralo fuori e lascialo riposare per 15 minuti.

Ora bisogna rompere la crosta e non sarà facile: puoi farlo con un martello o con un coltello, prendendolo però sempre a mazzate.
Sì, avrai sale per tutta la casa.

Preleva il pollo e mettilo su un piatto da portata, togliendo tutto il sale in eccesso (pure quello che gli hai fatto precipitare sopra, durante tutto il casino per spaccare la crosta).
Ed ecco che cosa dovresti avere davanti a te:

Ciao e buon appetito!
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