Bocconcini di pollo con farina di mais e limone

Avere un gruppo di cucina ed essere l’ultima della classe.
Perché mentre vedo foto che mi fanno fame (anche dopo mangiato), io scatto solo roba immonda. E sbaglio. E risbaglio. E mi incazzo.
Ci provo, eh, solo che sono più i fallimenti dei successi. Se sperimento, quasi di certo sbaglio le dosi. Oppure scazzo i tempi di cottura.

oppure verso sugo per tutta casa.

Anche questa volta non è andata diversamente.
Questi bocconcini di pollo erano buonissimi, ma ho sbagliato tanto: la padella da usare, la salvia che si è bruciata.
A te, sul blog, do il procedimento giusto, come avrebbe dovuto essere.
Ma cucinare in diretta non perdona: tutta la mia inettitudine sbuca dalla fotocamera con estrema violenza.
Io non mi vergogno di niente. Però che palle.

Il mio cibo non viene mai così,  talmente perfetto da essere appeso al muro.

Va beh, la smetto di commiserarmi.
Sto cambiando l’ordine dei miei pasti e mentre ti scrivo sono in preda alla digestione. Ho appena mangiato questa roba che ti sto per scrivere e sappi che non è semplice abbandonare il proposito di farsi una mezza dormita.
Tra poco mi alzerò e andrò a farmi un the (Prince of Wales, hot), ma ora no. Ora ricetta.
Go, go, go!


Per preparare dei bocconcini di pollo con farina di mais e limone, per due persone, hai bisogno di:

  • 600 grammi di petto di pollo;
  • 100 grammi di farina di mais (quantità abbondante);
  • paprica: intorno agli 8 grammi.
  • il succo di mezzo limone (60 grammi circa);
  • 60 grammi d’olio. Sembrano tanti, non lo sono;
  • sale.

Petto di pollo a rapporto!

Taglialo a tocchetti, più o meno tutti uguali. Poi mettilo in una ciotola.

Ora aggiungi il sale e mescola, con le mani. Poi tocca alla paprika.
Poi vai di farina.

Sarà il pollo stesso a dirti di quanta farina ha bisogno. In pratica quando sarà sufficiente, semplicemente non si attaccherà più addosso.
Come ti ho detto, per 600 grammi di pollo ne ho usata 100.

Ora versa 60 grammi d’olio in una padella bella larga
Appena è bello caldo  aggiungi il pollo.

Fiamma medio alta, girando spesso i pezzetti, dobbiamo cuocerli interamente e ci vorrà un po’. Tipo 20 minuti.
Se vedi che all’esterno si colorano troppo, abbassa la fiamma e prosegui la cottura.

Quando sei sicura che il pollo sia pronto (e per saperlo, assaggia), tocca al limone.
Spremine metà (30 grammi, 40 al massimo) e poi versalo in padella.

Gira tutto con un cucchiaio, prosegui la cottura per giusto un minuto e ci siamo. Possiamo finalmente mangiare.

Prepara i piatti e davanti a te, bruciato più bruciato meno, dovresti avere una roba del genere:

Ciao e buon appetito!

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Pollo al sale (e The Count Lucanor)

Ho già detto che non sopporto più la ps4?
La accendo, compro giochi, li provo e dopo 5 secondi vorrei morire. Circa.

Solo giochi di merda.

Ma a qualcosa bisogna pur giocare.

Pure God of War, che nelle prime 4 ore mi ha divertito non poco, dopo un po’ è diventato un tedio. L’ho finito, ho impiegato quasi un mese e non voglio più sentirne parlare.
Però la Nintendo switch continua a regalarmi tante gioie e quindi ti consiglio un gioco al volo, che costa pure tipo 4 euro: The Count Lucanor.

Con questo tipo qui, tra le altre cose. 

Come al solito, il consiglio è lo stesso: vai alla ricetta e non leggere niente, altrimenti ti spoilero un sacco di cose carine e non è il caso.
Gioco a 8 bit, senza armi e con un castello labirinto con la sua buona dose di sangue e morte. Hans è un bambino che si è rotto il cazzo di essere povero e decide di andare in giro per il mondo a cercar fortuna e si ritroverà a parlare con un uomomaiale, a scappare da domestici demoniaci e avrà a che fare con la magia nera.
Tutto è molto minimale, eppure un bel po’ di inquietudine riesce a trasmetterla. Più di Resident Evil 7, per esempio.

Camerlengo è un gran bastardo.

Ha pure almeno tre finali (almeno, io ne ho sbloccati tre significativi) e non è un gioco lungo (3-4 ore a partita). L’unica cosa è che io ho avuto qualche problema nella parte iniziale e, pur avendo ricominciato la partita e caricato vecchi salvataggi e cercato di agire in maniera diversa, io il cazzo di nome del Coboldo non sono riuscita ad indovinarlo. Insomma, ho barato ed ho cercato la soluzione online e pure così non sono riuscita a capire come dovessi fare PRECISAMENTE.
Ma va beh, glielo perdono, perché mi ha regalato un paio di pomeriggi di divertimento e buttiamoli via.
Non è che dobbiamo per forza parlare di capolavori, esistono anche i giochi carini. E The Count Lucanor è un gioco indubbiamente carino.

No, non si muore spesso. 

Passiamo alla ricetta: cuciniamo il pollo al sale.
Allora, giàasssai che cucinare il pollo arrosto è una rottura di palle. Ne abbiamo parlato tante volte e ti ho anche spiegato le difficoltà nel trovare dei polli non gargantueschi. Perché nel Cilento si va sui 3 kg in su, i polletti sono vietati.
Ogni volta che inizio a cucinare il pollo arrosto, minimo minimo impiego 4 ore per avere una cottura che comunque fa cagare.
Ma i problemi sono finiti, perché la crosta di sale risolve ogni ansia.

Non guardarmi con quella faccia, lo so che ti sembra assurdo, ma è così.

Certo, a differenza del pollo arrosto la pelle non verrà croccante (ma sarà buonissima lo stesso), ma per il resto il gusto sarà spettacolare e devo dire che viene pure più saporito. Persino la parte del petto non era noioso.
In più ho impiegato un’ora e 45 spaccata per cuocere un pollo da due chili e duecento e non l’ho dovuto mai girare o controllare.
Insomma: la crosta di sale è diventato il mio metodo di cottura preferito, pure se per trasportare tutto quel sale grosso mi son fatta venire la scoliosi (ricordo che non solo non ho la macchina, ma il supermercato è a 5 km).

Vedo che continui a guardarmi strano. 

Rispondo alla domanda ovvia: no, non sarà salatissimo. Sarà buono e basta.
E fidati un po’.
La ricetta l’ho rubata – tanto per cambiare – a Stefano Barbato. Perché io non mi invento mai una ceppa e mi domando il senso di questo blog se tanto le ricette non sono mai mie… ma forse è meglio non domandarsi niente e continuare a riempirsi la bocca di cibo.

Go, go, go!

Ma infatti.

Per preparare un pollo al sale hai bisogno di:

  • un pollo intero. Con le dosi che ti do puoi cuocere un pollo che oscilli da un chilo e settecento grammi ai due chili e trecento grammi. Se è più piccolo o più grande, fai le dovute proporzioni;
  • 4 foglie di alloro;
  • uno spicchio d’aglio;
  • rosmarino e salvia;
  • 6 kg di sale grosso;
  • 8 albumi d’uovo (266 grammi, circa);
  • 2 arance;
  • spago da cucina e stuzzicadenti.

Accendi il forno a 200 gradi: il lavoro non è lungo e comunque il forno ha bisogno di un po’ di tempo per andare a temperatura.

Partiamo dagli albumi.
Mettili in una ciotola grande e montali. Devono essere fermissimi, talmente fermi che se ribalti la ciotola non cadono a terra.

In questo albume ora dobbiamo incorporare 4 chili di sale. Metti un chilo per volta e mescola con una scatola, con un movimento che vada dal basso verso l’alto.

Si formerà una pastella ruvida. Non avere tanta paura di smontare l’uovo: non succederà.

Ora è giunto il momento di torturare quel povero pollo.
Infilagli nel culo un’arancia tagliata a pezzi, 2 foglie di alloro, un paio di rametti di rosmarino, della salvia ed uno spicchio d’aglio intero, ma schiacciato.

Taglia a metà l’altra arancia e una metà puoi tagliarla a pezzi e infilarla nel culo (al pollo) e l’altra metà la lasci intera e infili pure quella. Solo che sarà tipo un tappo.

Ora viene la parte più difficile.
Dobbiamo infatti chiudere ermeticamente il pollo, perché il sale non deve entrare all’interno.
Io alla fine, dopo tante bestemmie, ho chiuso usando un po’ di stuzzicadenti ed ho anche legato (malissimo) le zampe.
Non è stato facile anche perché, come la foto può illustrare benissimo, non so fare i nodi.

Ora distribuisci i 2 chili di sale grosso rimasto sulla teglia che hai scelto di usare.
Appoggiaci sopra il pollo, con il petto rivolto verso il basso.
Ed ora, con le mani, inizia a cospargerlo con tutto l’albume salato che hai creato.

Dovrai coprirlo ermeticamente in ogni punto e dovrai formare uno spessore di circa due centimetri. Ma non ti preoccupare, basta che ti limiti a cospargere quella roba ovunque e quando non vedrai più il pollo saprai di avere fatto giusto.

Ora inforna. 200 gradi per un’ora e 45.
Poi tiralo fuori e lascialo riposare per 15 minuti.

Ora bisogna rompere la crosta e non sarà facile: puoi farlo con un martello o con un coltello, prendendolo però sempre a mazzate.
Sì, avrai sale per tutta la casa.

Preleva il pollo e mettilo su un piatto da portata, togliendo tutto il sale in eccesso (pure quello che gli hai fatto precipitare sopra, durante tutto il casino per spaccare la crosta).

Ed ecco che cosa dovresti avere davanti a te:

Ciao e buon appetito!

Hamburger di carne e zucca

Non mi viene in mente nulla da scrivere. Sarà che il mio cervello sta digerendo quei sei-sette chili di baccalà appena sbranati.

Per non parlare del corpo, ormai stanchissimo dopo aver pulito una cucina lurida dopo un pomeriggio di lavoro.

Manco una battuta decente.
Solo uno stomaco tanto pieno, voglia di cioccolata a mille (eh, ma non si può, dai) ed un post che però deve essere scritto.
Mica voglio privarti di questi meravigliosi hamburger di carne e zucca, ti pare?
Difficoltà: zero.
Velocità: 30 minuti massimo complessivi.
Manualità: nessuna. Puoi fare pure degli sgorbi, possono essere tutti di dimensioni diverse… insomma, niente ansia.

Quindi boh. Go, go, go subito?
Mi sa di sì.

Come si vede che Sonic non sta combattendo contro i baccalà mutanti.

La ricetta l’ho rubatissima a Le ricette di Mami, quindi manco è mia.
Insomma, anche oggi rubo lo spazio nella rete, tanto per cambiare.

Per preparare degli hamburger con carne e zucca, per due persone, hai bisogno di:

  • 500 grammi di macinato di vitello;
  • 200 grammi di macinato di maiale;
  • 300 grammi di zucca, peso da calcolarsi dopo la pulizia;
  • un uovo intero;
  • 2 albumi (circa 70 grammi);
  • 50 grammi di parmigiano;
  • 30 grammi di pangrattato + poco pangrattato per lavorare gli hamburger;
  • 20 grammi d’olio complessivi;
  • sale e pepe.

Grattugia 50 grammi di parmigiano. A polvere o no, non ha molta importanza.

Pulisci la zucca: togli tutta la buccia, le parti filamentose e i semi.
Grattugiala poi, usando dei fori larghi sennò non ti passa più. Ah, i pezzi di zucca grossi ce ti escono fuori (quelli ce ti rimarranno a fine grattugiata, dato che in qualche modo dovrai pur afferrarla, ‘sta cazzo di zucca) non usarli. Se li vuoi usare, tagliali ulteriormente.

Nella stessa ciotola metti tutto il macinato ed il parmigiano grattugiato.

Mescola tutto. Aggiungi anche sale e pepe.

In una ciotola a parte sbatti l’uovo con i due albumi. Anche qui metti un pochino di sale.

Schiaffa pure loro nella ciotolona.

Lavora tutto con un cucchiaio.
Poi butta dentro 30 grammi di pangrattato.

So che non vedevi l’ora ed il momento è giunto: lavora l’impasto con le mani, amalgamando bene tutti gli ingredienti.

Devi ottenere un composto omogeneo e bagnato e compatto.

Ora dobbiamo creare gli hamburger con le nostre manine di merda.
Per prima cosa ricopri con del pangrattato una teglia o un piatto o comunque la superficie che intendi usare per poggiarceli sopra.

Poi ti devi pangrattatare pure le mani, altrimenti ti si appiccicherà l’impasto alle dita:

Ora crea un hamburger e sulla parte superiore (quella che non poggerà sulla teglia, insomma) schiaffa con la mano pochissimo pangrattato.

Ecco il risultato di tanto lavoro:

Non riuscirai a cuocere tutta ‘sta roba in una sola padellata.
Quindi comincia a versare 10 grammi d’olio ed appena sono caldi puoi iniziare la cottura.

Ogni tanto gira la carne, usa una fiamma media e quando è bello abbronzato su entrambi i lati abbassa la fiamma per proseguire la cottura.
Ci vorranno circa 10 minuti di cottura, grosso modo, ma ovviamente aprine uno ed assaggia (c’è il maiale, quindi devi cuocere tutto molto bene, mi raccomando).

Ad ogni spadellata aggiungi 10 grammi d’olio, che un po’ ci vuole per iniziare la cottura.
Ti mostro ora uno dei miei, perché abbiamo finito, non ho altri consigli da dare.

Ciao e buon appetito!