Carbonara di acciughe.

Ce l’ho fatta, mamma: sono di nicchia.

Infilo Michele Apicella che discute di Lina Wertmuller in un tutorial di cucina.

Gif sbiadita ma chi sa, sa. Chi non sa, affari suoi.

Ci caccio dentro Bergman e le sue ansie del tempo che passa, in svedese e sottotitolato in inglese.
Ho anche iniziato una nuova serie di video con audio e video non sincronizzati e del tutto incomprensibili. Roba che manco Ghezzi.
Non credo andrò molto lontano, ma intanto ci vado, eh, ciao.

So che finirò così.

Questo mio essere di nicchia mica si limita ai miei riferimenti pop. No, qui a casa, nella mia stanza, TUTTO è misconosciuto.
Non so chi sia famoso, dalle tue parti.
So che da me uno dei video più guardati degli ultimi 2 mesi è quello di Barbaroffa che mangia la pizza pasta. Che se dici Montemagno qui, nella mia stanza, è come se stessi parlando di Adam Smith e lasciamo stare dell’esaltazione che ho per le lavagne di Umberto Miletto. Potrei parlare per ore delle lavagne di Umberto Miletto.
Ma tu magari non sai manco chi cazz’è, Umberto Miletto.

Sta dicendo ARRAGAZZI BUONGIORNO.

Così pochi giorni fa YouTube ha sfondato la quarta parete e mi sono ritrovata Roberto Mercadini davanti. Gli ho stretto la mano. Non ho saputo cosa dire ed è stato così STRANO guardarlo negli occhi mentre lui ricambiava lo sguardo. STRANO come se davanti avessi avuto Bruce Springsteen anzi – ti dirò – MOLTO PIÙ strano. Perché non è che io mi emozioni poi così facilmente.
Ed ora cerco di argomentare questo STRANO.

#gif from MaloPoMalu

Se digiti su Google Roberto Mercadini e cerchi GIF, trovi solo il mio blog e un sacco di gif mie che nulla c’entrano. Internet maledetto.

A me pesa il culo. Mi sono sempre detta Ma cosa vuoi che me ne freghi a me di incontrare (… metti qui il nome di chi vuoi, persino di Gabbani o di Guccini, se ti va). Io, se proprio devo uscire dalla mia stanza, voglio che sia per il Comandante Shepard. Voglio dire, lui almeno ha salvato la galassia, ci sta che io voglia ringraziarlo. Una foto con Mordin o con Duncan (pace all’anima sua) proprio sì, avrebbe un senso.
Se proprio proprio proprio devo uscire di casa, minimo minimo MINIMO davanti a me deve esserci un Time Lord con un Tardis funzionante. Se proprio devo andare in città, che sia almeno Bartertown. ALMENO.

E ci si va vestiti a tema, anche.

Questa roba del dividere l’uomo dalle opere è così radicata in me che il desiderio di scambiare 2 parole con chi scrive, dirige o interpreta è sempre stato nullo.
Canto AlbaChiara da sempre, ma di bere una birra con Vasco, a me, fottesega.

Allora cosa mi ha fatto cambiare idea?
Beh, intanto partiamo dal contesto: sto andando a vedere un monologo teatrale. Un monologo teatrale di una persona che seguo da un paio di anni, ormai. La curiosità di passare dall’osservare una faccia espressiva al vedere un intero corpo in movimento. Il teatro – non che voglia far finta di essere esperta, sia chiaro – è espressione fisica.

Assenza e presenza di gesti possono cambiare del tutto sensazioni, contesto, lettura razionale o irrazionale del testo.

#bbelcher from I'm laughing through my tears

Ci provo fortissimo a parlare male, giuro. Non sia mai che mi si scambi per intellettuale.

Quindi Mercadini andava osservato. Desideravo fortissimo questa esperienza.

Com’era lo spettacolo? Migliore di quanto m’aspettassi. (e già mi aspettavo tanto). Anche sapere che chi mi ha accompagnato si è divertito ed emozionato, mi ha caricato ancora di più. Mercadini era il MIO Carmelo Bene, non il suo. Io provo sempre imbarazzo quando faccio ascoltare-vedere qualcosa che amo ad un altro e l’altro risponde con zero entusiasmo. Con un MEH e via, verso altri lidi. Mi sento quasi infantile io, sbagliata o superficiale nei miei gusti. Mercadini invece passa l’esame esterno, sono già contenta.

La risposta è NO. Di solito viene cassato un po’ tutto.

Tuttavia non è solo questo.
Io, pure quando non me ne accorgo, le frasi di Mercadini le ripeto spesso, ogni giorno. Ormai fan parte di un linguaggio in codice che sottintende tutto un discorso che altrimenti sarebbe lunghissimo.
Quante volte al giorno dico Ma il broccolo romano lo hai mangiato, ma lo hai capito?? Non c’è bisogno di aggiungere altro, perché bon, è significante di suo.
Ormai definisco tutto una Gioconda e quando non sono convinta di qualcosa dico Sai Wesa con la felpa da Wesa e la faccia da Wesa che si interroga? Hai presente?

Ma hai presente anche i cuscini gufo di Wesa?

Mercadini è il personaggio (non posso parlar di persona, mica lo conosco) che sarebbe bello essere. Esaltarsi ed usare parole enormi per descrivere anche solo una mela. Tutto è meraviglia, tutto è una domanda, tutto è tutto.

Insomma, un po’ il suo linguaggio è diventato il mio linguaggio e non è che mi sia successo tanto spesso. Mi è successo con Bifo (e infatti, l’ho già scritto in passato, io sono una brutta copia della sua mente) e mi è successo – se non altro per le idee di formazione – con Silvano Agosti.
Esempi finiti. Esempi di una vita intera. TRE.

#marveledit from shine on me.

Sì, ma non è mai stato una mia guida. Al massimo, se proprio, Capitan America.

Poi c’è altro. C’è quella vicinanza estranea, quell’amicizia a senso unico che ho coltivato durante tutte le visioni dei suoi video. Forse è la stessa sensazione che aveva mia madre quando guardava Marco Columbro alla tv, non lo so, so che io la tv non l’ho mai guardata. So che pure quando l’ho guardata, quella gente per me non era gente, non esisteva, era troppo estranea, troppo lontana, troppo ancora ad una realtà che non mi riguardava.
Invece tu stai lì, ti guardi il tuo video di uno YouTuber che ti sei scelto e cercato e che, per come sono fatta io, ho dovuto imparare ad ascoltare e ad apprezzare. Non è che è amore a prima vista, perché io c’ho questa roba qui del dover sempre essere critica, di dover sempre rompere i coglioni. Ho la resistenza iniziale, SEMPRE. Reagisco sempre un po’ come… Sai Wesa con la felpa da Wesa e la faccia da Wesa che si interroga? Hai presente? Ecco. Così.

#steverogersedit from confident wreck.

Spesso reagisco così, come se fossi un vecchio del millennio scorso.

Quindi.
La mattina sudo in palestra e guardo Mercadini.
La sera sono triste e guardo Mercadini.
Il pomeriggio sto bene e guardo Mercadini.
A furia di guardare Mercadini negli occhi, ti pare di conoscerlo, ‘sto Mercadini.
A furia di andare in macchina con Luna, tu il Luna lo conosci.
Infatti l’ho salutato, il Luna. Lui non ha idea del perché, ma io l’ho salutato perché mi faceva strano non farlo.

È come quando vai al bar e incontri quello là che non conosci, ma lo sai chi è. Non sai come si chiama, ma sai dove abita, sai che c’ha la macchina di quel colore là e che ogni giorno va al supermercato e si compra (boh) un pacchetto di biscotti. Per evitare l’imbarazzo lo saluti, che tanto pure lui sa chi sei tu, tu sei quella là che non si mette mai i pantaloni lunghi, quella là che gira in bici.

#dorohedoro from 乁། ˵ ◕ – ◕ ˵ །ㄏ

Quella là che fa finta di essere un kaiju.

Se ci si saluta una volta, ci si saluta per sempre. Non ci si conoscerà mai, eh, però almeno ciao (a volte qualcuno ti offre pure un caffè senza berlo con te, che è sempre una cosa carina).
Luna ha salutato, la prossima volta che lo incontro gli lascio il caffè pagato al bar.

Quanto divago.
Tutto per spiegare quella stretta di mano col Mercadini e quell’imbarazzo nel rivolgergli la parola. Senza riuscirci.

#filmedit from they ain't takin' over

Gli ho detto che che era il mio delfino ma non credo abbia capito perché indossavo la mascherina.

Tutto per tentare di ricreare quell’intimità che si è creata con uno sconosciuto, nella mia testa.

Non è per le solite menate del divismo o del Maestro la stimo molto o della reverenza… no. È stato proprio come incontrare il Comandante Shepard.
Uguale, tipo.

Dai, balbuzie intellettuali ed afasia a parte, è stato un bel Mercadinare ed è l’unica cosa che conta.

#jaws from Animus Vox

Ma infatti! 

Tornando a casa, comunque, mi sono chiesta Sì, ok, ma che dire?
Io, che penso che il silenzio sia l’unica comunicazione possibile (nonostante parli e scrivi di continuo, ma è la contraddizione che ci rende umani), non avevo molto da aggiungere. La mia presenza, il mio stringere un libro da firmare (perché di libri bisognerà parlare, perché il Merca di libri ne ha scritti due, diversissimi e interessanti in maniera diversa), anche l’emozione stessa. Tutto questo ha parlato meglio della mia bocca storta. Senza difetti di pronuncia, senza parolacce lanciate nell’imbarazzo, senza. Una comunicazione composta da sottrazioni e sensazioni, piena e vuota insieme.
Ma io son strana.
Io, al suon della mia voce, mi annoio.

Lo so che non puoi capirmi ma vedi cara, è difficile spiegare se non hai capito già.

Ed ora carbonara di acciughe, perché sono andata a Roma ed ora trasformo in carbonara qualsiasi cosa, anche e soprattutto per fare incazzare i puristi del linguaggio culinario.

Go, go, go!

Tumblr: Image

In cucina belli carichi.

Per preparare una carbonara di acciughe, per due persone, hai bisogno di:

  • 180 grammi di spaghetti;
  • 20 grammi di acciughe sott’olio;
  • un uovo + 2 tuorli;
  • 10 grammi d’olio;
  • 50 grammi di parmigiano grattugiato;
  • prezzemolo;
  • peperoncino;
  • sale e pepe;
  • uno spicchio d’aglio;
  • peperoncino.

Prima di passare alla ricetta vera e propria, parliamone.

La carbonara a me non piace. E niente, è un coming out abbastanza clamoroso: un po’ perché è il piatto più amato (a parole) dagli italiani, un po’ perché sai che adoro le uova in ogni sua forma. Ma appunto perché adoro le uova, preferisco altre preparazioni: a me l’uovo né cotto né crudo mi ha sempre un po’ schifato.

#jasontoddism from cheap thrills

Vabbè, ma che reazione eccessiva.

Proprio per questo, a Roma, ci ho tenuto a mangiare un paio di carbonare per vedere l’effetto che fa. Non c’è il purismo che inneggia per la rete: già sul concetto pancetta e guanciale (che continua a scatenare guerre civili) se ne sbattono un po’ le balle ed io approvo, per tante ragioni che sarebbero troppo lunghe da spiegare (e già il post è lungo). Preferisco il guanciale, ma ‘sticazzi.

Image from Oliana Georgees

Sul web invece c’è il linciaggio solo per avere PENSATO di associare la pancetta alla parola carbonara.

Quello che ho però visto è una crema cotta, senza essere frittata. Insomma, l’uovo viene cotto fino a quel secondo prima di diventare frittata. Una roba molto più densa, molto più papposa, molto più BUONA per la mia bocca.

Quindi – con una certa ansia, anche – ho provato a casa e ci sono riuscita, nonostante avessi la sudorazione sulle mani a mille.
Sì, Carbonara di Acciughe è un sacrilegio.
Sì, il formaggio col pesce non si fa.
Sì, non me ne fotte un cazzo.

#doctor who from Doctor Who Gifs

No, sono seria, per quanto mi sia concesso esserlo.

Partiamo sul serio.
La ricetta della carbonara, comunque, la trovi qui. 

Metti l’acqua della pasta a bollire, salandola il meno possibile.

Trita uno spicchio d’aglio. In alternativa puoi schiacciarlo con lo spremiaglio direttamente in padella.
Trita un po’ di prezzemolo.
Trita poco peperoncino.
Grattugia 50 grammi di parmigiano, a polvere.

In una ciotola caccia l’uovo più i 2 tuorli, metti un po’ di sale e di pepe, sbatti tutto velocemente. Aggiungi il parmigiano, un po’ di prezzemolo e mescola.
Otterrai una pappetta densa. 

In padella versa 10 grammi d’olio e metti l’aglio, il peperoncino e i 20 grammi di acciughe. Fai andare tutto a fiamma bassa per circa 3 minuti.

Puoi già calare gli spaghetti, che dovrai tirare fuori 2 minuti prima del tempo indicato sulla confezione.
Quando le acciughe saranno ben sciolte, spegni.

Scola la pasta senza buttare la sua acqua e gettala in padella.
Concludi lì la cottura, mescolando con le pinze e bagnando con l’acqua di cottura.

Spegni la fiamma.
Ascolta la padella: senti che frigge? Aggiungi acqua. Poca, pochissima, quel tanto che basta da far calare leggermente la temperatura. Se ne metti troppa, poi, ti viene una crema liquida e non è quello che vogliamo.

Ora versa le uova sopra gli spaghetti.

Mescola con la pinza, cercando di non fare andare l’uovo direttamente a contatto con la padella, almeno all’inizio (rischi di frittatare).
Mescolando, mescolando e ancor mescolando verrà fuori una crema densa. Se non fosse troppo densa puoi aggiustare in 2 maniere: aggiungere un pochino di parmigiano ancora (a occhio) oppure accendere la fiamma e fare cuocere leggermente l’uovo. Dovrai spegnere l’attimo primo che si frittati: quindi stacci dietro, GUARDA, è un attimo da carbonara alla bestemmia.
Sempre con le pinze in pieno movimento, mi raccomando.

Otterrai quindi una cosa del genere:

Altra foto, va:

Ciao e buon appetito!

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Risotto burro ed acciughe

Mabbasta con questa disinformazione sulla tostatura del riso. BASTA!

Che siate maledetti.

Ogni volta che incontro un bel risotto nuovo, puntualmente ecco le boiate. La gente che manteca con l’olio è ormai un classico, ma nell’ultima settimana ho visto un video così tremendo, così eretico, così MACCOSA che mi ha tenuto incollata allo schermo per 15 minuti. QUINDICI MINUTI DI AGONIA.

Dentro ero così.

Quando il tipo ha iniziato a fare saltare il riso come fosse una spaghettata mi ha fatto venire un mezzo infarto (ma magari sono io che ancora non ho appreso certe tecniche da grande chef ed un giorno, chissà, farò pure io gli spadellamenti che oggi considero eretici), ma la cosa che mi ha fatto quasi spaccare il computer è stata proprio la tostatura.
Perché non è che questo semplicemente la sbagliava e basta, pace e bene.
No, questo la stava INSEGNANDO. Era uno CHEF a cui è scappato il TUTORIAL di mano.
Lui lì, a friggere il riso.
Io qui, BASITA.

BASITE.

Quindi, ve lo chiedo per favore, basta.
Perché questa settimana voi chef stellati siete riusciti a farmi sorgere il dubbio di non sapere preparare una gricia, ma mai potrete più convincermi che il riso si tosta bollendolo, friggendolo, facendolo saltare, abbrustolendolo o cazzo ne so.
Mai.
Non mi avrete MAI.

L’unica cosa che riuscite a fare con certe uscite è farmi venire l’emicrania a forza di capocciate.

Comunque parliamo del risotto nuovo: con burro ed acciughe. 
E basta, non ho niente da dire, quello che dobbiamo fare è mangiarcelo.

Go, go, go!

Per preparare un risotto burro ed acciughe, per due persone, hai bisogno di:

  • 200 grammi di riso carnaroli;
  • 50 grammi di burro, possibilmente fatto in casa. Trovi il procedimento qui;
  • prezzemolo;
  • 150 grammi di vino bianco;
  • peperoncino, secco o fresco (meglio secco, almeno si sa quanto menerà senza sorprese);
  • un litro e mezzo di brodo vegetale. Ora: questo risotto è naturalmente salato, perché le acciughe lo sai come sono. Quindi un dado solo, se usi il dado. Altrimenti vacci piano col sale.
  • la buccia di 2 limoni (uno a testa, meglio abbondare) da grattugiare sui piatti (facoltativo, ma ci sta);
  • 40 grammi di acciughe;
  • uno spicchio d’aglio.

NOTA: è molto buono mangiato pure freddo o tiepido. Ovviamente non sarà “all’onda” e francamente è meglio così. Durante il raffreddamento il riso si berrà tutto il liquido rimasto e sarà strabuono.

Vai a prendere un coltello che iniziamo.

Grazie. Sai che sono la tua più grande fan?

Mentre attendi che il brodo sia pronto, occupiamoci di tutti gli ingredienti.
Trita il prezzemolo col mixer.
Trita il peperoncino.
Apri la bottiglia di vino.
Prepara il burro, con il procedimento che trovi qui (altrimenti usa quello confezionato, ma secondo me fai malissimo).
Scola al meglio delle tue possibilità le acciughe e tagliale a pezzetti.

Se hai uno spremiaglio hai finito, altrimenti devi schiacciare un aglio per creare una crema. Puoi usare un coltello con una lama larga, oppure un mattarello, oppure puoi sedertici sopra. Vedi tu.

Appena il brodo è pronto, si comincia.

Tostiamo il riso.
Come? Semplice.
Metti il riso nella pentola, accendi una fiamma bassa e fai andare per tre minuti, girando di continuo.

Le accortezze sono le solite: non farlo bruciare o colorire. Sentirai l’odore del riso sprigionarsi e basta.

Versa poi il vino, alza leggermente la fiamma e lascia evaporare.

Aggiungi poi il brodo, nel modo che ormai dovresti conoscere a memoria. Poco per volta, ogni tanto mescola per assicurarti che non si attacchi niente sul fondo.

Il brodo deve sempre sobbollire, senza andare a cannone. Se va a cannone sei su una fiamma troppo alta: cambia fornello.
Dopo 5 minuti di cottura circa (alla seconda ondata di brodo, insomma), butta dentro le acciughe ed il peperoncino.

Mescola bene e prosegui la cottura.
Adesso dobbiamo mettere l’aglio, ma non subito. Attendiamo. Lo vogliamo far cuocere 3,4 minuti massimo, così non invaderà in maniera permanente tutto il risotto. 
Quindi quando inizi ad assaggiare il riso per capire se è pronto e giunto il momento di cacciarcelo dentro: spremuto con lo spremiaglio oppure schiacciato a mano, a crema.

Non ti resta che concludere la cottura del riso.
Ricordati di non lasciarlo troppo brodoso verso la fine ma manco secco: diciamo la consistenza che piace a te.
A fiamma spenta butta dentro il burro ed il prezzemolo.

Mescola energicamente, finché il burro si sarà sciolto benissimo.
Fai poi riposare per 3 minuti, senza coperchio.

Prepara i piatti e su ogni porzione aggiungi, se ti piace, della buccia di limone grattugiata al momento.
Ecco cosa dovresti avere davanti a te:

Ciao e buon appetito!

Penne con crema di zucca e acciughe

Sono 4 giorni che non riesco a smettere di mangiare.

L’unico modo per morire magrissimi.

Non so bene cosa mi stia succedendo. Forse è il cambio dell’allenamento, forse è la reazione ai mesi precedenti, quelli segnati dalle fitminchiate e dal conteggio dei macronutrienti.
Figurati che non sto manco più contando le calorie, soprattutto perché credo mi spaventerei da sola se mi accorgessi di quanto cazzo sto sforando.

Però adesso basta.
Devo riprendere in mano la mia esistenza.
Devo smettere di aprire quel porcodio di frigorifero.

Guardare il frigorifero con odio non aiuta.

O questo oppure mi alleno anche di pomeriggio.
Ah, già, mi STO GIA’ allenando anche di pomeriggio, visto che faccio schifo. Veramente, non so cosa mi sta prendendo, qualcuno venga qui ad aiutarmi.

Lamentele a parte, la ricetta te la passo. Non è manco tanto pesante: non ci sono formaggi, fritture e manco tanto olio. Peccato essersi sfondati di pizzette, prima. Così, a caso. E magari facevano pure schifo.

Chiamatemi Busta_di_Liquami1982.

Go, go, go!

C’è un cazzo da ridere, sono problemi seri.

Per preparare delle penne con crema di zucca ed acciughe, per due persone, hai bisogno di:

  • 180 grammi di penne. Ho usato quelle integrali e ti invito a non imitarmi: non c’entrano una sega;
  • 600 grammi di zucca. Comprane un po’ di più, sai che da buttarne ce n’è parecchia;
  • un barattolino di acciughe, quelli che sgocciolati son circa 45 grammi. In realtà potresti metterne pure di più. Ma va a gusto, io c’ho un palato da camionista;
  • 5 grammi di colatura di alici. Questo perché io ho aggiustato il sapore del pesce così, mi era più comodo che continuare ad aggiungere acciughe. Libera di seguire il mio esempio o di cacciare più acciughe;
  • 10 grammi d’olio;
  • peperoncino in polvere (facoltativo, io l’ho aggiunto sui piatti ma era buonissimo pure senza).

Taglia la zucca a dadini.

Metti l’acqua della pasta a bollire.
In una padella versa 10 grammi d’olio e quasi tutte le acciughe (lasciane 2 da parte, le metteremo sui piatti).

Fiamma bassa, attendi che si sciolgano quasi del tutto. Poi butta dentro la zucca.

Adesso dobbiamo cuocere la zucca abbastanza da poterla ridurre a crema.
Quindi fiamma medio bassa, coperchio e ci vorranno circa 20 minuti. Ogni tanto apri e bagna con un po’ d’acqua (puoi usare quella della pasta oppure del rubinetto, non importa) se vedi che è troppo secco.
Ecco la mia zucca, 20 minuti dopo.

Ora dobbiamo ridurre a crema quasi tutta. Lasciane giusto qualche cubetto, in modo che durante il pasto facciamo finta di avere i denti.
Con un mixer ad immersione riduci a crema tutto. Se occorre del liquido, aggiungine.

Ora assaggia. Se ti sembra che il pesce sia troppo leggero, aggiungi 5 grammi di colatura di alici.
Altrimenti tutto a posto ed aspettiamo la pasta.

Scolala 2 minuti prima del tempo indicato sulla confezione (sempre senza buttare la sua acqua) e concludiamo la cottura in padella.
Fiamma alta, bagna con l’acqua se occorre, mescola di continuo.
Dovrà venire una crema non papposa.

Prepara le porzioni e su ogni piatto metti un’acciuga tagliuzzata e, se vuoi, del peperoncino in polvere.
Ecco cosa dovresti avere davanti a te:

Ciao e buon appetito!