Sogliola alla mugnaia

Bello quando puoi chiamare un cibo col suo nome senza aver paura della folla lapidatrice.

Con la folla si può sempre discutere.

Questo perché ho rubato la ricetta a Stefano Barbato e quando lui dice una roba è quella, punto, non c’è più da discutere. Quindi possiamo urlarlo, tipo Dovahkiin.
Stiamo per imparare a cucinare la Sogliola alla Mugnaia.

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SOGLIOLA! ALLA! MUGNAIA!

Solo che questa volta la mia versione ha senso perché, sallo, ho pesato tutto. Farina, burro. TUTTO.
Così puoi svaccarti contando le calorie, sentendoti in colpa in maniera più consapevole.

Perché pure oggi si frigge, grosso modo. Usando il burro chiarificato, che è una roba che se non ricordo male non abbiamo mai fatto.

E non lamentarti per le ricette cicciose degli ultimi tempi, che arriva l’inverno e dobbiamo fare riserva di grasso.

Oltre a questo un piccolo avviso: stiamo per preparare il pesce e quindi questa volta c’è il tutorial per pulirlo. Perché è una roba che devi per forza fare tu, non c’è pescivendolo che aiuti.
E, insomma, non è mai bello vedere animali morti e sezionati, quindi preparati.

Ha detto così, ma pure a Thanos è tremata la mano quando ha dovuto levargli la pelle.

Come sempre ti ricordo che se compri il pesce surgelato devi farlo decongelare in maniera lenta, in frigorifero. Quindi organizzati almeno con 12 ore di anticipo, che ci vuole tempo.
In compenso la ricetta ti porterà via 5 minuti scarsi ed è pure strafacile.

Go, go, go!

Per preparare 4 sogliole alla mugnaia, per due persone, hai bisogno di:

  • 4 sogliole. Tieni conto che se le compri surgelate durante l’operazione perderanno metà del peso. Una non ti basterà mai per saziarti, quindi 2 a testa è il minimo. Le mie pesavano meno di 200 grammi l’una, dopo lo scongelamento;
  • prezzemolo;
  • il succo di un limone;
  • 80 grammi di burro chiarificato. Volendo puoi sostituirlo con l’olio, non col burro normale. Comunque leggi il procedimento, perché non lo metteremo tutto insieme.
  • 50 grammi di burro, questa volta sto parlando di quello solito;
  • 50 grammi di farina.
  • sale, pepe.

Partiamo dalle solite presentazioni.

Ciao, sono una sogliola.

Dobbiamo togliere la pelle di questa bestia.
Per farlo devi incidere, senza farlo troppo in profondità, tutto il collo:

Detto questo devi togliere la pelle. Come? Non sarà facilissimo, devi prima partire e forse la tua prima sogliola perderà parte di carne. L’esperienza, si sa, è importante nella vita.
Ma non è un lavoro poi così incredibilmente incredibile: una volta che riesci ad acchiappare un pezzetto di pelle senza che abbia carne attaccata, ti basta sfilarla. Con movimenti decisi:

Vedi quel bucone vicino alla testa? Ecco, lì dentro troverai due cose: le interiora e le uova. Le uova sono gialline e si mangiano, lasciale là. Io non ho foto di interiora perché quando le surgelano compiono già questo tipo di pulizia (almeno per quelle che compro io).

Fine pulizia.

Metti 50 grammi di burro chiarificato in una padella molto larga (deve poter contenere almeno 2 sogliole). Se sei così fortunata da possedere una padella abbastanza larga da poter contenere tutte e 4 le sogliole, metti TUTTO il burro indicato nelle dosi. Ma dubito, ecco: dove vivi, in un ristorante?

Accendi una fiamma medio alta e fai andare il burro a temperatura di frittura.
Nel frattempo infarina bene i pesci.

L’olio frigge? Come dici, non ne sei sicura? È facile capirlo: butta dentro un pizzico di farina, se frigge, si parte.

Bene, adagia 2 sogliole.

Fai andare per 3 minuti, poi girale delicatamente, usando delle spatole.

Questa foto è venuta bene e te l’ho messa apposta, ma può pure essere che venga meno scura o che in parte si rompa l’infarinatura: non bestemmiare, è buona lo stesso.

Aggiungi sale e pepe e fai cuocere per altri due minuti. 
Togli poi le 2 sogliole dalla padella e falle riposare su un piatto.

Ripeti l’operazione con le altre 2 sogliole, aggiungendo però altri 30 grammi di burro chiarificato. 

Ok.
Adesso prepariamo il condimento, strafacile pure questo.
Allontana la padella dal fuoco, fai abbassare un attimo la temperatura e poi caccia dentro 50 grammi di burro normale. No, non devi pulire la pentola, usa quella dei pesci.

Fallo sciogliere a fiamma bassa e fallo diventare giallino. Ci vorranno 2 minuti scarsi.

Ora condiamo il pesce.
Sale e pepe sulla superficie, poi un po’ di succo di limone.

Prezzemolo.

Infine del burro fuso, magari versato a cucchiaiate per non esagerare di brutto.

Davanti a te dovresti avere una roba del genere.

Basta, finito, siediti e mangia facendo attenzione alle spine e lasciando perdere le pesate: non siamo a Downton Abbey, puoi fare schifo quanto ti pare.

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Urla quanto vuoi, Pinguino.

Ciao e buon appetito!

Pesce spada alla griglia

Oggi ricetta facile facile, con poche insidie, che magari potresti farti quei giorni in cui hai così fame che mangeresti il gatto. Crudo.

Quei giorni che poi finiscono così e non è bello.

Ti voglio proporre infatti il pesce spada alla griglia, che l’ha cucinato Stefano Barbato e mi ha fatto venire voglia.

Volevo fare un contorno di verdure, ma la lunga cottura mi ha un po’ esasperato.
Perché io volevo una cena da 4 minuti, però per cucinare i peperoni e le carote ce ne sono voluti QUARANTA. Quaranta in cui non è che ho dovuto fare niente di speciale, se non attendere. Con una fame della madonna.

Ero così.

Quindi no, solo pesce.
Go, go, go
!

Per preparare il pesce spada, per due persone, hai bisogno di:

  • 2 fette di pesce spada da circa 300 grammi l’una, dallo spessore di un centimetro;
  • 10 grammi d’olio con cui condire il pesce spada;
  • pepe, sale;
  • prezzemolo.

Parliamo del pesce. Se ce l’hai fresco, tutto ok. Se ce l’hai surgelato, non devi fare le cose di fretta, perché poi ti viene stopposo o dal gusto discutibile. Devi metterlo su un piatto e lasciarlo decongelare in frigorifero. Ci vorrà del tempo (12 ore almeno), ma è un’operazione che non puoi saltare.
Tre o quattro ore prima della cottura lo tiri fuori dal frigo, così gradualmente lo riportiamo a temperatura ambiente. 
Davvero, già stiamo comprando roba surgelata, se poi la trattiamo pure male tanto vale mangiare i bastoncini di merluzzo finti, che tanto è uguale.

Sì, ho capito che i bastoncini sono buoni, però dai, facciamo le persone serie.

Una volta che hai fatto tutto questo ed è ora di cena, l’unica cosa che devi ancora fare è tamponare il pesce con della carta assorbente per levare l’acqua che sarà rimasta.

Il pesce avrà bisogno di una cottura totale di 5 minuti.

Prendi la tua piastra, non aggiungere grassi.

Accendi una fiamma medio alta. Non aggiungere sale, non aggiungere grassi, non improvvisare.
Attendi solo che vada in temperatura.
E come faccio a sapere quando è in temperatura, chiederai?
Semplice: mettici una mano sopra.

Subito a capire male e a insultare.

Non intendo sopra letteralmente, caro Drax, ma leggermente sollevata. Che so, di 10 cm.
Se riesci a tenere la mano lì per 5 secondi ma poi la devi spostare, sei a temperatura.
Se non riesci a contare fino a 5, devi abbassare la fiamma.
Se riesci a contare fino a 10, vuol dire che devi aspettare ancora.
Science, bitch!

La mano devi metterla così.

Appena è a temperatura appoggia il pesce spada.

Adesso il pesce si attaccherà alla griglia, ma tu non cercare di staccarlo con la forza.
Dopo tre minuti si staccherà da solo e ti lascerà quelle belle righe di sbruciacchiato buonissime da mangiare. Non bucare la carne, ma girala con delle palette, sennò sputtani la cottura.

Dopo 3 o massimo 5 minuti, quindi, sarai in grado di girare la fetta quasi naturalmente.
Non devi sforzarlo per staccarlo, insomma, deve essere un’operazione che avviene senza l’uso dei tuoi possenti muscoli.

Se hai preso il pesce surgelato, come me, è possibile che noterai parecchio liquido fuoriuscire, come quello che vedi in foto. Purtroppo è normale e tu stai facendo giusto. Col pesce fresco questo non dovrebbe accadere. Ma a volte non accade manco con quello surgelato, dipende dal volere di Pazuzu.

Aggiungi un pochino di sale sulla superficie già cotta ed attendi l’altra parte.
Anche in questo caso dovrai attendere che si stacchi dalla piastra, le regole sono le stesse scritte in precedenza.

Fine.
Una volta sui piatti cospargi con del prezzemolo, del pepe ed un filo d’olio.

Ti faccio vedere pure l’altra fetta, che è venuta più scura:

Fine. Mangia, te lo sei meritato.

Ciao e buon appetito!

Orata all’acqua pazza

Sì, lo so che non si gioca col cibo. Però come non immortalarsi quando si stanno per pappare delle bestie così belle?

L'immagine può contenere: 1 persona, con sorriso, in piedi e spazio all'aperto

E in Africa si muore di fame ed allora Bibbiano. Le abbiamo dette tutte? 

Ormai ad essere carnivori bisogna sentirsi in colpa pure quando si è seduti al sicuro nel proprio gabinetto, figurati cosa mi potrà accadere dopo tanta ostentazione di morte.
Ma i Kaiju non hanno paura di niente, neppure delle orde sanguinarie di vegani che popolano il web.
Sì, ho due orate in mano e non temo di usarle.

Anche perché noi Kaiju siamo dotati di poteri incredibili, quindi checenefotteanoichecenefotte. 

Orata all’acqua pazza: che altro non è che un pesce cotto nel forno con un po’ di vino ed acqua. Punto. Facile, veloce da realizzare e con lavoro davvero minimo. In più è buonissimo, altrimenti non te lo starei proponendo.
Poi quant’è che non mangiamo pesce? Lo sai che il pesce fa bene alla pelle, fa bene ai capelli e se te lo mangi è pure meglio? Lo sai che lo iodio si può prendere solo tramite il pesce e non andando a fare le passeggiate al mare? Lo sai che bisogna prediligere le proteine vegetali, ma che pure quelle del pesce sono non demonizzate dai migliori oncologi?
Non lo sai? Ora lo sai.

E lo sai che gli integratori è meglio che rimangano dove stanno, ossia a casa loro?

Ora che sappiamo tutto questo dirigiamoci in cucina, difendendoci dagli sputi dei vegani e pure dei palestati ossessionati. Perché i Kaiju – lo ripeto – non hanno paura di NIENTE.

Go, go, go! 

Saltellando a zig zag per evitare gli sputi.

Per cucinare 2 orate all’acqua pazza, che basteranno per sfamare due persone, hai bisogno di:

  • 2 orate. Io le ho prese surgelate e pesavano circa 450 grammi ciascuna. Prima dello scongelamento il peso complessivo si aggirava intorno al chilo e due. Se le prendi fresche, fattele pulire perché qui non troverai nessun tutorial al riguardo;
  • 50 grammi di olio complessivi;
  • sale, pepe;
  • 300 grammi di pomodorini;
  • 30 grammi di olive nere denocciolate;
  • 30 grammi di capperi;
  • qualche rametto di prezzemolo;
  • 200 grammi di vino bianco;
  • 200 grammi di acqua.

Come ti ho detto, la pulizia io non l’ho dovuta fare, perché i miei pesci erano surgelati: se li compri anche tu così, ricordati di farli scongelare lentamente. Li prendi, li metti dentro ad una ciotola e li cacci in frigo per almeno 12 ore. Poi 2-3 ore prima dell’utilizzo, li sposti a temperatura ambiente e fai loro concludere lo scongelamento.
Sempre meglio non dare shock termici al cibo, che altrimenti potrebbe far cacare.

Quando MelB ha raccontato questi segreti sullo scongelamento, tutte le Spice non riuscivano a crederci. 

Per la pulizia, se hai preso le orate surgelate non devi preoccuparti: dovrebbero essere già prive delle interiora. Se hai la fortuna di avere un pescivendolo, fatteli pulire così ti eviti il lavoro lercio.

La ricetta è molto veloce, quindi puoi accendere il forno a 220 gradi, modalità statica.
Inizia a dissalare i capperi: devi sciacquarli bene dal sale, poi lasciarli in acqua per qualche minuto (in una tazza o un bicchiere)per fare disciogliere ulteriormente il sale. Cambia l’acqua almeno tre volte per essere certa di averli dissalati per bene.

Denocciola le olive con un coltello oppure con un denocciolatore.

Prendi la teglia che hai deciso di utilizzare e ricoprila con della carta da forno.
Versa 30 grammi d’olio e cospargilo per tutta la teglia. Adagia poi il pesce sopra.

Prendi due spicchi d’aglio, togli loro la camicia e poi tagliali in due.
Metti in ogni pesce, all’altezza delle branchie, uno spicchio d’aglio.
Le branchie stanno dalla parte della testa, che lo so che pure tu sei ignorante come me.

Infila poi del prezzemolo nelle panze.

Ora metti un filo d’olio su ogni pesce (10, 20 grammi massimo) e poi metti sale e pepe. Gira il pesce, metti sale e pepe pure lì.

Lava i pomodorini e tagliali in 2 o 4 pezzi (a seconda della grandezza). Un po’ infilali nelle pance, un po’ cacciali nella teglia, tutto intorno al pesce.

Cospargi i pesci anche con i  capperi e le olive.

Infine versa 200 grammi di vino e 200 grammi di acqua: non SOPRA il pesce, ma tutto intorno. Non bagnarli direttamente, insomma.

Ora siamo pronti per andare in forno.

Il tempo di cottura varierà in base alle dimensioni del pesce.
Le mie hanno avuto bisogno di 40 minuti netti. A metà cottura gira il pesce.

Come si fa a capire quando il pesce è cotto?
Quello che posso dire è che parte della pelle si era staccata e la carne era bianca. Se hai dei dubbi, incidi il pesce e guarda la carne: se è bianca, è cotta. 

Conclusa la cottura, lascia riposare nel forno per 10 minuti, socchiudendo leggermente il forno per fare calare un po’ la temperatura. 

Ecco cosa dovresti avere davanti a te:

Prepara le porzioni ed ammira la bellezza:

Ciao e buon appetito!