Tagliatelle ripiene di ragù

Quando ti diranno che queste non sono tagliatelle, fregatene.

Perché tutti, nella vita, abbiamo intorno cagacazzi come Neville.

Tanti non hanno il senso dell’umorismo, altri sono come Drax e prendono tutto alla lettera, altri ancora semplicemente non capiscono una ceppa però vogliono fare la figura degli intelligentoni.
Grazie al cazzo che non sono tagliatelle.
Però quanto è bello riempirsi la bocca di pappa e dell’idea di stare mangiando delle TAGLIATELLE RIPIENE DI RAGU’?

Persino Godzilla risorge all’idea.

Chiamarla Pasta ripiena oppure Girandole di pasta non ispira nulla, se non tedio.
Quindi fregatene di quello che ti diranno e cucina con me, che oggi ci portiamo a casa una di quelle porcate memorabili, di quelle che ci piacciono a noi.

Esaltazione.

Ho rubato la ricetta a Luca Pappagallo, perché giusto lui poteva avere un’intuizione così assurda e geniale insieme.
Non ho cambiato niente, quindi potresti andare a vedere il suo video. Potresti.
Oppure potresti stare qui e cucinare come il vero Kaiju che sei.
L’importante è che te la prepari e che inizi anche con un certo anticipo: crei il ragù il giorno prima ed il giorno dopo inforni. Più comodo.
Ormai lo sai che la cucina è una forma di meditazione. Se vuoi avere fretta, tanto vale che ti dirigi al primissimo fastfood (o al primo ristorante, tanto si mangia di merda uguale).

Go, go, go!

Persino King Ghidora ha deciso di provare questa BOMBA culinaria. 

Per preparare delle tagliatelle ripiene di ragù, per due persone, hai bisogno di:

  • 500 grammi di macinato di manzo;
  • una costa di sedano, una carota ed una cipolla;
  • 100 grammi di vino rosso;
  • 120 grammi di passata di pomodoro;
  • sale;
  • 20 grammi d’olio;
  • 30 grammi di parmigiano;
  • 2 uova a temperatura ambiente;
  • 160 grammi di farina 00;
  • 40 grammi di farina di semola;
  • 5 grammi d’olio ed un pizzico di sale;
  • burro per la teglia e una ventina di grammi di burro da mettere sopra la pasta (non l’ho pesato, può essere leggermente di più).

Partiamo dal ragù, che ti consiglio di preparare il giorno prima, per fare le cose con calmissima.

Trita col mixer una carota, del sedano ed una cipolla.
In una pentola versa 20 grammi d’olio ed aggiungi il battuto.

Fai andare a fiamma bassa fino a quando l’olio non ci sarà più e si saranno ammorbidite. Ci vorranno circa dieci o quindici minuti.

Aggiungi ora tutto il macinato.

Devi rosolarlo per bene, dovrà essere cotto ed aver cambiato colore in ogni sua parte. Ci vorrà parecchio tempo e devi sempre usare una fiamma piuttosto bassa. 

Quando sarà completamente asciutta ed inizierà anche ad attaccarsi leggermente alla pentola, puoi versare il vino.

Alza un po’ la fiamma e fai evaporare la parte alcolica. Quando non sentirai più l’odore di alcol, possiamo partire col ragù.
Versa la poca passata di pomodoro (non deve essere un ragù sugoso) e sala leggermente.

Mescola il tutto, metti il coperchio chiuso per metà e parti con la lunga cottura: un’ora e mezza. Aggiungi dell’acqua (del rubinetto va benissimo) quando occorre, perché i liquidi della carne e del pomodoro non basteranno.

Usa il fornello più piccolo che hai, con la fiamma più bassa. Qui non c’è da avere fretta.

Dopo un’ora e mezza, se c’è ancora molto liquido, apri completamente il coperchio e concludi la cottura, lasciando evaporare. Sempre a fiamma bassa, che il ragù più cuoce e più è contento.
Assaggia ed aggiungi sale, se occorre.

Nel caso tu abbia deciso di preparare il ragù il giorno stesso dell’infornata, lascialo comunque raffreddare completamente.

Passiamo alla creazione delle tagliatelle.
Innanzitutto ricordati che l’impasto ha bisogno di riposare 30 minuti prima di essere lavorato e che le uova devono essere a temperatura ambiente. 
Conosci già la lavorazione, ma questa volta l’impasto è leggermente diverso, quindi ti do due indicazioni minuscole.

Rompi le uova in una ciotola e in questa ciotola aggiungi un pizzico di sale e 5 grammi d’olio. In teoria l’olio servirà a rendere l’impasto più elastico e dato che dobbiamo lavorarlo parecchio, meglio fidarsi della saggezza dei vecchi saggi.

Poi lavora l’impasto come sai, aggiungendo le due farine che ti ho elencato e impastando per dieci minuti. Poi fai riposare l’impasto, lo tagli in due parti uguali, e crei la sfoglia per lasagne.
Vai sempre a questo post per avere delle informazioni più dettagliate.

Metti l’acqua della pasta a bollire ed accendi anche il forno a 220 gradi.

Adesso riempiamo le due sfoglie di ragù. Devi inserire il ragù (FREDDO) al centro delle sfoglie, lasciando un margine sia sopra che sotto.
Il ragù avanzerà e ci servirà in un altro momento. Quindi non riempire manco eccessivamente la lasagna, altrimenti la spacchi.

Con un pennellino inumidisci tutti i contorni della pasta. Servirà a farla sigillare.

Delicatamente ripiega su se stessa la sfoglia. La dobbiamo chiudere, insomma.

Se riesci a lavorare su un piano meno infarinato del mio è meglio, poiché la farina in più rompe sempre un po’ le palle durante la cottura in acqua. Altrimenti fa niente, ci arrangiamo.

Una volta ripiegata la sfoglia, premi bene su ogni bordo per chiuderlo.
Poi con una forchetta fai le pieghette. Non servono ad un cazzo, ma facciamolo lo stesso.

Ora, sempre super delicatamente, devi creare una girella. Devi arrotolare su se stessa la sfoglia, insomma. Non è difficile.

Adesso la dobbiamo cuocere. Aiutati con una schiumarola: metti la girella sulla schiumarola ed immergila.
Deve stare in acqua 2 minuti. 

Poi tirala fuori e falla leggermente asciugare su un panno.

Riscalda ora il ragù avanzato. Versa un pochino d’acqua nella pentola, accendi una fiamma media, gira spesso ed attendi che risorga.

Grattugia i 30 grammi di parmigiano, a polvere.
Imburra una teglia.

Adagia sulla teglia la pasta e cospargi con dei fiocchetti di burro (non la farà seccare).

Ricopri col ragù che hai scaldato.

Poi metti il parmigiano.

Finito. Ora si va in forno.

220 gradi, solo grill (o solo resistenza superiore, se non hai il grill) per 15 minuti.
Ecco cosa dovresti avere davanti a te:

Impiatta, apri ed ammira:

Mangia, te lo sei proprio meritato.
Ciao e buon appetito!

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Macaroni and cheese (featuring Deapool Vs Matt Hazard)

Siccome si sa che io devo sempre stare sul pezzo sennò mi sento male, oggi metterò a confronto due giochi che non solo ho completato solo io, ma che sono pure vecchi.
Uno è Deadpool ed è uscito  nel 2013. Piaciuto più o meno a quasi tutti quelli che l’han provato, in generale si becca un fantastico sette dai siti di quelli che contano.
L’altro è Eat Lead: The Return of Matt Hazard ed è uscito nel 2009. L’abbiamo giocato in due ed i siti di quelli che contano gli affibbiano un triste 4. QUATTRO.

Lui ha vinto facile perché è già famoso.

Il parere del Kaiju – che vale 3 centesimi, ma almeno gioca per davvero i titoli di cui parla – è che Eat Lead e Deadpool siano (quasi) lo stesso gioco. Solo che Eat Lead è una figata totale ed è stato creato con la paghetta settimanale dei programmatori, Deadpool invece è multimilionario e TRISTE. Non che sia un brutto gioco in assoluto, ma diverte quasi niente, è troppo vecchio graficamente e tecnicamente, pieno di bug anche un po’ fastidiosi (non scusabili, perché il team è quello dei Transformers, quindi impaccati di soldi) e l’umorismo è HEY! SONO DEADPOOL! HO DETTO TETTE! RIDIAMO!

Quanto ridere.

Elenco breve dei difetti tecnici: la telecamera è tremenda, Deadpool si muove quasi in linea retta talmente è poco fluido, la grafica è misera (ma questo non importa molto, almeno non a me) e giocare è monotono dal minuto 1 al mese 6 in cui l’ho finito (perché ho dovuto costringermi a calci in culo a raccogliere il pad, ogni volta). Per non parlare delle orrende fasi platform che non capisco manco più perché inseriscono: se le distanze non sono calcolabili, se mi cambi la telecamera mentre salto, non potevi evitare? Il platform è forse il genere più complesso che esista, poiché deve essere supportato da una precisione dei comandi che la maggioranza dei giochi semplicemente non possiede. Sono fasi molto brevi, ma lo stesso rompono i coglioni.

Però si ride.

Oggettivamente, quanto fa ridere questo Deadpool? Pochissimo. Il vecchio Deadpool, quello degli albori, ha due battute ricorrenti: Tette e Tacos. È talmente tanto così che nelle ultime serie dei fumetti lui stesso si pone la domanda delle domande: Com’è possibile che la gente pensa che a me piaccia il cibo messicano al punto di avere la tourette?

Prenditela con i tuoi autori, caro Wade.

Quindi bisogna digerire battute su dimensioni dei cazzi, delle tette e via dicendo, compiendo così uno sgradevole viaggio nel tempo fino al 1994, circa.
Ah, ma DEAPOOL HA DELLE IDEE GENIALI!! Prende per il culo i giochi di ruolo giapponesi! È cosciente di essere un personaggio di un videogioco! QUANTO RIDERE.

Sì, certo. Solo che lo fa pure Eat Lead. Ed Eat Lead ha del genio per davvero, nonostante non troverai MAI questo punto di vista da nessuna parte. Anzi, ci sono recensori che consigliano di giocarci a fresbee, nel caso sventurato che qualcuno te lo regalasse.
Peccato che io non solo mi sia divertita da morire, ma l’ho addirittura PLATINATO.

Ecco qui il nostro eroe, Matt Hazard. È un gioco che non si è così tanto inculato nessuno che non ci sono gif animate sul web.

C’è di tutto: dagli zombie ai cowboy, passando per Wolfenstein e livelli costruiti mescolando 2d e 3d. Si perculano un po’ tutti i generi di videogiochi e di film senza abusare di citazioni super famose e trita maroni. Anche l’idea di creare un eroe finto celebre come Matt Hazard (con il suo background, cattivi storici e vecchi amici) è ottima.

Il gioco è DIFFICILE. Platinarlo è stato un mazzo tanto, certi boss e certe stanze me le sogno ancora, talmente mi hanno segnato. Persino quando ho abbassato la difficoltà a facile per raccogliere gli ultimi trofei, ho constatato che il cosiddetto facile equivale ad un normale se comparato a molti altri titoli dello stesso genere.

Ecco un cowboy.

Ogni stanza è stracolma di nemici (dai 18 ai 30, di media) e questi nemici sono diversi ed avrebbero bisogno di un’arma particolare per essere uccisi (muoiono lo stesso, ma con molti più colpi). Alcuni di loro sono invulnerabili agli attacchi corpo a corpo e, sempre se si gioca ad una difficoltà dignitosa, un solo proiettile causa la tua morte. Giocando alla massima difficoltà ho impiegato anche più di un’ora a superare una stanza (e no, normalmente non sono una pippa in questo genere di giochi).
I recensori che ne sanno, però, dicono che Eat Lead è talmente facile da essere imbarazzante, che manca di intelligenza artificiale. Insomma: che fa cagare.

Dove Deadpool ha un mini livello in 2d del menga (ormai idea stravecchia), Eat Lead ha scenari dove 2d e 3d vengono mescolati, con nemici che si alternano e devono essere ammazzati con metodi diversi. Dove Deadpool in sei secondi deride il non doppiaggio dei jrpg, Eat Lead ha un intero boss nipponico (forse il mio preferito).

Esempi belli.

Infine Matt Hazard è consapevole di essere in un videogioco, esattamente come Deadpool sa di vivere in un fumetto.
Davvero, sono lo stesso cazzo di gioco.

Oh, questo non significa mica che Eat Lead non abbia difetti, eh. ANZI.
Il gameplay se funzionasse sarebbe anche valido (hanno pure costruito un sistema di copertura molto utile), peccato che Hazard passi il suo tempo a non riconoscere la copertura, a circumnavigarla quando desideri alzarti o a perdere tempo prezioso improvvisando balletti senza andare un po’ da nessuna parte. A volte si dimentica di sparare, altre decide che deve assolutamente sporgersi e farsi crivellare. E  la copertura è cruciale, perché è lì che si passeranno decine di ore. Bei problemoni, quindi.

Ah, si usano pure armi cretine, perché non ci facciamo mancare niente.

L’ultimo livello, infine, è talmente pieno di nemici che il gioco va al rallentatore. Di solito non mi lamento MAI dei problemi creati dal frame rate, ma in questo caso è IMPOSSIBILE. Sono morta decine e decine di volte solo per l’impossibilità fisica di compiere qualsiasi azione. Molto frustrante.

Eppure, nonostante questi difetti, i pregi nella storia, nel personaggio e nel gioco in sé sono talmente tanti che la mia reazione è stata STICAZZI.
Un po’ lo stesso stupore provato per Deadly Premonition: vecchio tecnicamente, con una grafica che maperfavore, eppure è uno dei pochi titoli davvero memorabili.

Di cui non parlerò oggi, perché abbiamo un po’ tutti fame e quindi basta.

Hai ragione, andiamo a mangiare.

Hai presente quando nei film preparano – rigorosamente al microonde – i macaroni and cheese?
Ecco, oggi ci mangiamo quelli. Se vai in giro per i siti americani o inglesi, ti presenteranno questa pasta come una roba di alta cucina. E invece sai cos’è? Una pasta con una besciamella stracarica di formaggi, ripassata in forno. Punto.
Facilissima e manco tanto lunga da preparare, l’unica difficoltà sarà aspettare quella ventina di minuti per farla raffreddare un po’, così diventa più buona. 
Lo confesso, io non ce l’ho fatta e me la sono mangiata ustionandomi l’esofago.

Ho più o meno provato le stesse sensazioni di questo tizio.

Essendo una pasta col formaggio, senza particolari regole, dentro ci puoi metter quello che vuoi. Io ho usato un misto di parmigiano, mozzarella e cheddar, ma tu puoi cambiare i formaggi come ti pare. L’importante è che usi 200 grammi di formaggio vario per la quantità di pasta che ti sto dando io: non è un piatto dietetico, quindi rassegnati.

Ultima precisazione per la mozzarella, poi partiamo: devi usare quella merdosa. Quella che forse un tempo fu mozzarella – o almeno così ci narrano gli antichi – ma oggi è un grande monolite bianco inodore e quasi insapore.
Questo:

Questo perché non deve cacciare acqua di nessun genere. Se non vuoi darmi retta fai pure, ma se poi ti vengono dei maccheroni e formaggio indecenti non puoi prendertela con me.
Go, go, go!

Per preparare dei macaroni and cheese, per due persone, hai bisogno di:

  • 180 grammi di pasta corta. Io ho usato delle specie di conchiglie;
  • 75 grammi di parmigiano;
  • 100 grammi di mozzarella + 25 di cheddar (ma anche tutta mozzarella o tutto cheddar, oppure mozzarella e gorgonzola oppure boh, fontina… scegli quello che vuoi).
  • noce moscata, pepe, sale;
  • la besciamella, che devi preparare con 500 grammi di latte parzialmente scremato a temperatura ambiente, 50 grammi di burro e 40 grammi di farina.

A Quentin il piatto è piaciuto tantissimo e lo consiglia a tutti i suoi amici.

Metti l’acqua sul fuoco. Quando bolle ricordati di salarla.
Mentre attendiamo le bolle, grattugiamo i formaggi.

In un piattino a parte preleva 25 grammi di parmigiano e 25 grammi di mozzarella. Useremo questo formaggio per gratinare quando ripasseremo il tutto al forno.

Prepariamo la besciamella. Fermo restando che trovi tutto il procedimento dettagliato qui, ripassiamo le basi.

Pesa prima di tutto gli ingredienti: metti 500 grammi di latte in una brocca, 40 grammi di farina in un piattino.
Caccia i 50 grammi di burro nel pentolino che hai scelto di usare (un pentolino abbastanza capiente da poter contenere tutto il latte) e fallo sciogliere a fiamma bassa.

Unisci la farina e mescola tutto benissimo con un cucchiaio di legno.

Appena farina e burro hanno formato la loro pappetta, versa il latte. Aggiungi sale, pepe ed un po’ di noce moscata.

Adesso armati di frusta (elettrica o a mano) e mescola il tutto, muovendo soprattutto il fondo per evitare che l’intruglio farina-burro rimanga là sotto. 
Puoi usare una fiamma medio bassa per velocizzare un po’ tutta l’operazione della besciamella, ma non fare andare mai il tutto a cannone: non dobbiamo fare bollire il latte, né formare grumi. Vai avanti con calma, piano piano vedrai che il tutto si addenserà.

Mentre ti occupi della besciamella, fai cuocere la pasta e tirala fuori 4 minuti prima del tempo indicato sulla confezione. Se la pasta arrivasse in anticipo non c’è da preoccuparsi: lasciala riposare nello scolapasta.

Questa volta ci dobbiamo fermare qualche minuto prima del solito: dobbiamo infatti creare una besciamella morbida, non densissima, poiché dentro ci dobbiamo cacciare i formaggi.
Quindi quando la besciamella è quasi pronta abbassa la fiamma al minimo e cacciaci dentro i formaggi (tranne i 50 grammi che dobbiamo usare per la gratinatura).
Mettili dentro un po’ per volta. Tipo così e mescoli:

Poi aggiungi il resto e mescoli di nuovo. I formaggi si ingloberanno alla besciamella in maniera perfetta.

Accendi il forno a 200 gradi.

Versa pure la pasta dentro alla besciamella e mescola.

Riversa il tutto nella teglia che hai deciso di usare.
Cospargi con i 50 grammi di formaggio tenuti da parte:

Inforna. 200 gradi per circa 10 minuti: è tutto pronto, deve solo gratinarsi bene.
Ecco qui l’aspetto che devi ottenere:

Il mio consiglio è quello di fare aspettare i macaroni and cheese in forno, per almeno 20 minuti. Anzi, ancora meglio sarebbe prepararli il pomeriggio e poi riscaldarli per la sera.

Comunque sia, fai i piatti e ti ritroverai un grande blob di formaggi e pasta:

Siccome c’ho fame e mi piace il food porn, ecco uno scatto ravvicinato:

Ciao e buon appetito!

Lasagne al ragù bolognese.

Non consiglio di mangiarti mezza teglia di lasagna tutta insieme, perché sai quante calorie sono? 2000. Ho fatto i calcoli, non ho sparato un numero a caso: sono proprio 2000.
E, calorie a parte, sarebbe una mazzata per lo stomaco che levati: o ci vai preparato, pronto ad una notte da Pazuzu, oppure te la mangi per due giorni di seguito. Tanto l’indomani è pure più buona.
Oltre al fattore ciccia, c’è pure il fattore tempo: preparare le lasagne al ragù è un lavoro che richiede almeno una giornata di anticipo. Il ragù infatti, come quasi tutto quello che si cuoce lentamente, ha bisogno di riposare per essere al suo meglio.
Quindi un giorno lo dedichi al ragù, il giorno dopo ti dedichi alle lasagne ed a tavola stai pure attenta a non essere invasa dal demone della golosità.

Ti capisco, è un po’ l’unica reazione possibile alle righe appena lette.

Tante insidie, me ne rendo conto, ma ne vale la pena.
E poi è un piatto facilissimo da preparare, bisogna solo decidersi.

In questo post ti mostrerò solo come si assemblano e cuociono le lasagne, poiché il resto già lo hai imparato.
Qui trovi la ricetta della besciamella.
Qui trovi la ricetta del ragù bolognese.
Qui trovi la ricetta per preparare la pasta all’uovo in generale.
Qui come si gestiscono le lasagne preparate da noi.

Eh no, se non hai voglia di fare un cazzo non c’è bisogno di allarmare tutti. Ordina la pizza e stai zitto.

Riassumiamo gli step per arrivare finalmente qui:

  • un giorno prima prepara il ragù;
  • il giorno seguente prepara la pasta per le lasagne. Crea l’impasto, fallo riposare 30 minuti;
  • durante quei 30 minuti crea la besciamella e gratta il parmigiano a polvere;
  • stendi la pasta in sfoglie sottili e larghe, che sarebbero le future lasagne.

Ora hai tutto e quindi partiamo.
Go, go, go! e sigla!

Sigla!

Per preparare una teglia di lasagne, per due persone che mangeranno per 4, hai bisogno di:

  • Lasagne per 3 persone. Significa 3 uova e 300 grammi di farina 00;
  • besciamella creata con mezzo litro di latte, le cui dosi trovi qui. Comunque: 500 ml di latte, 50 grammi di burro, 40 grammi di farina 00, noce moscata, sale e pepe opzionale;
  • la stessa quantità di ragù che abbiamo preparato qui. Non ripeto tutte le dosi perché è troppa roba.
  • circa 40 grammi di parmigiano grattugiato a polvere;
  • un cucchiaio d’olio per ungere la teglia.

La teglia che sto usando è 25X20.

Raccomandazione: una volta completata la cottura, la lasagna deve rimanere nel forno spento per almeno un’ora. Diventa incredibilmente più buona.

Ungi la teglia che userai per le lasagne. Basta un cucchiaio d’olio e poi lo cospargi bene con le mani.

Cospargi con poco ragù, tanto per creare una base per non fare attaccare tutto.

Adagia il primo strato di lasagne:

Parentesi sul come creare gli strati di lasagne. Come vedi dalla foto non è un foglio unico, poiché difficilmente avrai creato una sfoglia larga e lunga esattamente come la teglia che devi usare.
Quindi munisciti di rotella taglia pizza o di coltello e prendi le misure.
Come? Io appoggio la teglia sulla sfoglia, capisco più o meno quanto deve essere larga e poi taglio qualche millimetro più stretto perché sennò poi non ci entra.

Va da sé che la seconda parte dovrai farla un po’ più stretta ancora perché la prima pasta copre ben più di metà della teglia.
Con i culi rabbocchi quello che rimane. Cosa sono i culi? Le parti esterne della sfoglia, quelle che di sicuro non sono venute quadrate:

Torniamo alle lasagne.

Se vuoi puoi mescolare ragù e besciamella e creare una crema unica e spalmi quella.
Altrimenti versa qualche cucchiaio di ragù sulla sfoglia:

Sempre col cucchiaio la spargi bene per tutta la superficie:

Poi versi qualche cucchiaio di besciamella:

e sempre col cucchiaio la spandi sopra tutto il ragù:

Crea ora un altro strato di lasagna:

Vedi quella cosa che indico col dito? Quello è il tipico rabbocco creato col culo della sfoglia.

Ripeti le operazioni di lasagna-coperturadilasagna-lasagna-coperturadilasagna fino a conclusione degli ingredienti. Con le dosi che ti ho dato dovresti essere in grado di creare 5 strati di lasagne. Usa tutta la pasta, al massimo fai uno strato finto (metti i rimasugli di pasta al centro della teglia, come ultimo strato)
Quando arrivi all’ultimo (che poi sarebbe la superficie) mescola besciamella e ragù insieme e riversa entrambi sulla pasta:

Distribuiscile bene, poi ricopri con il parmigiano grattugiato:

Bisogna infornare!

200 gradi per 20-25 minuti, a seconda del forno. Controlla sempre, poiché i tempi sono indicativi. Il formaggio deve formare una crosticina sbruciacchiosa. Tipo così:

Se dopo 25 minuti non fosse ancora abbastanza bruciacchiato, passa a modalità ventilata ed alza la temperatura a 210.

Ma secondo me la lasagna è davvero bella quando la si taglia a fette:

Falla raffreddare più possibile e, se la devi riscaldare, accendi il forno a 180 gradi, modalità ventilata. 

Ecco qui un Kaiju molto contento del risultato:

Ciao e buon appetito!