Quelle che si scandalizzano perché noi di KaijuLand non usiamo il mortaio ed il pestello per preparare il pesto genovese io me le immagino così:

Un po’ perché ho già ripetuto più e più volte che sono aggeggi che difficilmente si trovano da acquistare, un po’ perché finché non le vedo pestare con i miei occhi non ci credo e basta. Poi leggi le loro ricette e ti usano tutto tranne quello che dovrebbe comporre il pesto genovese e quindi niente, dai, basta fare gli Azzurri di minchia, che se dovete sparare cazzate, almeno sparatele bene.

Erano anni che tentavo di trovare una ricetta decente del pesto, ma incappavo nelle solite menate: si fa ad occhio, metti un po’ di questo ed un po’ di quello, mi raccomando abbonda in pinoli, mi raccomando usa 5454435 mazzetti di basilico, mi raccomando e buon natale.

L’ultima volta che ho chiesto spiegazioni alla domanda Sì, ma quanto basilico devo usare? mi è stato risposto che il basilico non si pesa.
E invece guarda qui:

No, la bilancia non si rifiuta. Diciamolo: sono loro che o non sanno fare il pesto o non c’han voglia di spiegartelo.
Però ora c’è Pizzakaiju, che ha misurato persino l’aglio.
Sono dell’idea che una ricetta debba poter essere eseguita anche dal più rincoglionito culinario e che un gusto debba e possa essere riprodotto in maniera abbastanza fedele pure da chi non ha mai assaggiato il piatto che sta per cucinare. Basta possedere le istruzioni corrette.
Poi tutto si può sempre migliorare ed anche il pesto di Pizzakaiju ha dei difetti: non è verde chiaro, per esempio. Ma verrà il giorno in cui risolverò anche questo problema estetico. Intanto impariamo a crearlo con le nostre belle manine di merda, poi nel tempo lo miglioreremo.
Tutti ai posti di manovra e Go go go!
Prima di iniziare per davvero ti do due link: qui trovi la ricetta depositata e qui invece il sito di colei che mi ha regalato la sua sapienza per farmi mangiare il mio piatto preferito (ed è brutto avere un piatto preferito che non si sa cucinare e che quindi non ho pappato per almeno 15 anni). Grazie a Mary Grace per tanta pazienza e per tutto l’aiuto.
Per preparare il pesto genovese, per condire 180 grammi di pasta, hai bisogno di:
- 70 grammi di basilico. Del basilico si usano soltanto le foglie: niente gamboni né gambini;
- 1 grammo d’aglio. Un tempo aiutava la conservazione del pesto, oggi ha solo lo scopo di insaporire. Quindi mettine poco o, addirittura, se vuoi puoi anche ometterlo;
- 25 grammi di parmigiano reggiano grattugiato fine;
- 25 grammi di pinoli, possibilmente italiani;
- 90 grammi d’olio extra vergine di oliva. Ci vorrebbe un olio particolare, ligure, tu limitati ad usarne uno che non abbia un gusto particolarmente forte o particolare. Insomma, non utilizzare quello buono, rischieresti di dare una personalità al pesto che non dovrebbe avere;
- 13 grammi di pecorino Fiore Toscano. No, non ci vuole il romano.

La cosa più difficile nella creazione del pesto genovese è cercare di non fare ossidare il basilico. Dovresti già sapere che il basilico non si lava sotto l’acqua, né si taglia con il coltello (nelle ricette del Kaiju si spezzetta sempre con le mani). Questo perché diventerebbe nero quasi subito. Ed ecco uno dei numerosi motivi per cui si usa il mortaio ed il pestello.
Ma noi sfigati tecnologici possiamo farci aiutare da ulteriore tecnologia: metti il cestello e le lame del mixer in freezer per almeno mezz’ora. C’è chi, oltre a questo accorgimento, trita le foglie con un cubetto di ghiaccio per mantenere il colore verde acceso. Io non l’ho ancora fatto, nel caso ti riferirò se funziona.
Comunque il colore verde chiaro dipende anche dal tipo di basilico: meno è giovane e più sarà verde scuro. Più è a foglie grandi e più sarà scuro, dunque. In più il basilico che stai usando non è quello della zona precisa precisa che usano a Genova, quindi non puoi pretendere manco tutta ‘sta perfezione.

Partiamo per davvero.
Gratta i 25 grammi di parmigiano e i 13 di Fiore Toscano, entrambi a polvere.
Pesa i 25 grammi di pinoli e i 70 di basilico.
Taglia l’aglio. Per farti capire quanto corrisponde, a occhio, un grammo di aglio, ecco la foto:

Ora tira fuori il mixer dal freezer.
Tecnicamente bisognerebbe PRIMA tritare il basilico, poi aggiungere i vari elementi. Questo è parte del procedimento tradizionale.
Ma col mixer è tutto diverso. Anche mettendo tutti gli ingredienti insieme, potresti raggiungere un risultato più granuloso di quello che desideri e, soprattutto, il basilico si ossiderebbe in maniera assurda.
Quindi il mio consiglio è di partire con gli ingredienti di contorno.
Versa nel mixer i 90 grammi d’olio, l’aglio e i formaggi.
Aziona il mixer a scatti, senza mai superare i 10 secondi di lavoro. Altrimenti si surriscaldano le lame ed il basilico si brucia (lo so, il basilico ha troppo rotto il cazzo).
Ottieni una roba liquida e gialla:
Ora caccia dentro tutto il basilico insieme.
Aziona il mixer, sempre per dieci secondi massimo a volta. Riapri e gira con un cucchiaio per aiutare il lavoro del mixer, poi richiudi e continua il trito.
Dopo pochissimo otterrai l’ambitissimo pesto:
Come puoi notare dalla foto, il pesto è di un verde abbastanza chiaro (anche se non chiaro come quello che avrei desiderato) ma sappi che cambierà col tempo. Già tra il passaggio da mixer a condimento di pasta si è scurito parecchio.
Se non dovesse uscire fuori liscissimo non ti preoccupare e ti rassicuro come hanno rassicurato me: il pesto nasce come creatura di mortaio e pestello, quindi per sua natura non è privo di pezzetti.
Come si usa?
Semplice.
Innanzitutto scegli la pasta adatta: trenette, gnocchetti sardi o trofie. Ho dei ricordi vaghi di gnocchi di patate al pesto, ma non ho idea se siano contemplati nella tradizione o se era solo mia madre che si drogava.
Prepari la pasta, la scoli al dente e la cacci in una ciotola di plastica. A questo punto versi tutto il pesto preparato.
Mescola bene con l’aiuto di una pinza.
Prepara i piatti ed ecco cosa dovresti avere di fronte a te:

Decisamente un ottimo risultato.
Hai il potere. Fanne buon uso.
Ciao e buon appetito!