Formaggio fatto in casa ( + volevo fare il cantante delle canzoni inglesi)

Non ho la patente, ma a 16 anni il motorino ce l’avevo.
Vivevo in un paesino tra le risaie, in Piemonte, e nulla era raggiungibile senza una roba a motore. Quindi mio padre mi ha regalato un Garelli che sarebbe stato perfetto, se solo non avesse avuto le frecce sonore. Metti la freccia e faceva casino, così – pensava lui – gli automobilisti magari non ti vedono però TI SENTONO.
Peccato che io, per evitare figure di merda, non abbia mai usato le frecce. Gli incidenti rischiati pur di non sentire quel BIP BIP non si contano.

Sì, un cazzo di Garelli.

Con quel motorino sono andata un po’ ovunque, anche con viaggi lunghi ORE.
Ora mi rendo conto che era un po’ irresponsabile recarsi a Mordor col Garelli (se avessi bucato? Se si fosse fuso il motore? Manco esistevano i cellulari), ma all’epoca ‘sticazzi.

Tante avventure nella nebbia.
Tante disavventure nei boschi, di notte.
E poi c’è stata quella volta in cui sono andata a vedere Morgan, il giorno del mio 18esimo compleanno.

Era un incontro di poesia e c’era pure Mao e la Rivoluzione, un cantante che ormai nessuno si ricorda più. Io Mao non lo ascoltavo, ma Morgan un po’ sì. Anzi, i Bluvertigo un po’ sì.
Un po’ tanto sì. Metallo non Metallo era uno dei dischi che ascoltavo di più e pure se non ero mai riuscita a recuperare Acidi e Basi (all’epoca non era facile trovare roba di nicchia, soprattutto in un mondo in cui Manu Chao era considerato per pochi), il testo di Iodio era scritto col sangue in ogni mia Smemoranda.

Comunque, i miei 18 anni.
Incontro con forse 50 persone. Non ricordo manco cosa si facesse, ricordo molta noia e molte poesie tediose. Ricordo soprattutto l’impossibilità di avvicinarsi a Morgan come essere umano: distaccato, menoso. Forse non ci voleva venire. Mao e la Rivoluzione, invece, gentilissimo.
Dopo qualche ora prendo il mio Garelli e torno a casa, con la Smemoranda autografata da Mao e manco una riga da Morgan. Che non ho avuto il coraggio di approcciare, per quanto se la tirava.

Un po’ di delusione, ma va beh.
Due sere fa, per caso, vedo Morgan a Sanremo. Con Bugo.
E sono rimasta scioccata.

Di nuovo lui.

Non lo vedevo da allora, dall’anno 2000. VENT’ANNI.
20 anni che non sono stati clementi, a quanto pare, perché davanti a me c’era un vecchio. Vestito male, che si muoveva in maniera goffa. Pure gobbo.
E non parlo della musica. Perché a me il pezzo piace pure e se lo ascolti un paio di volte vedrai che piacerà pure a te.

Eddai, un po’ di apertura mentale.

Tutto questo preambolo solo per dire che la vecchiaia è una brutta bestia.
Che non ce la faccio a vedere questi cambiamenti drastici, questi 20 anni accumulati e rovesciati in una sola immagine, questi invecchiamenti accelerati, quasi a sorpresa.
Per fortuna 20 anni fa ero obesa, almeno se mi capita di rivedermi più che le rughe poppate dal nulla mi concentro sui chili in meno e non mi provoco orrore.
Però che paura Morgan.
Concludo dicendoti che sul pezzo di Morgan a Sanremo puoi cantare qualsiasi frase. È tutto il giorno che parlo sulle note di quella canzone, è il nuovo divertimento di questo inverno DUEMILAEVENTI.

Ok, ok, ora la pianto.

Facciamo il formaggio!
Perché dovresti farlo? Nessuna ragione al mondo se, come me, vivi in un posto con più caseifici che farmacie. Però a me andava di sperimentare, l’ho preparato due volte e sono stata contenta e ci ho condito pure una pasta.
Viene fuori un’ottima ricotta casalinga e poi è un esperimento interessante.

Go, go, go!

Per preparare del formaggio, sufficiente per condirci una pasta per due persone, hai bisogno di:

  • un litro di latte intero. Più sarà buono e meglio è. Anche di capra va bene. O di Koala. O di Panda;
  • 30 grammi di succo di limone;
  • 12 grammi di sale.

Versa il latte in un pentolino capiente (così non fai casini, perché quando bolle si gonfia).

Accendi una fiamma media e portalo ad ebollizione. Deve proprio BOLLIRE, non solo formarsi la pellicina sopra. Appena bolle spegni.

Spremi i 30 grammi di limone e versaceli dentro.

Mescola bene, facendo andare il limone ovunque. Si caglierà all’istante.

Ora copri con un panno e lascia riposare per 30 minuti.

Trascorsi i 30 minuti metti il sale: 12 grammi (dovrebbero bastare) e mescola bene.

Se in casa fa freddo, accendi il forno al minimo (40, 50 gradi), scaldalo e poi spegni. Qui dentro continueremo la lavorazione del formaggio.
Se in casa tua si sta bene, non ce n’è bisogno.

Prima però dobbiamo dividere il liquido (che è il siero del latte) dal formaggio. Per farlo prendi un colino o uno scolapasta coi buchi PICCOLI e lo strofinaccio che hai usato per coprirlo.
Appoggia lo scolapasta sopra una ciotola.
Ricopri lo scolapasta con lo strofinaccio.
Riversa il latte cagliato:

Nella ciotola avrai il siero di latte (che puoi buttare).

Sullo strofinaccio il formaggio.

In teoria il più è fatto. Tecnicamente è già mangiabile.
Ma noi lo facciamo dividere dal siero rimasto ancora per un po’.
Appoggia lo scolapasta con sopra il formaggio sempre sopra una ciotola, metti tutto in forno (spento ma caldo) ed aspetta un’altra ora.

Un’ora dopo abbiamo finito.
Ecco cosa dovresti avere davanti a te:

Ora, se vuoi puoi mettere il formaggio in frigo e farlo solidificare un po’.
Se vuoi usarlo come ricotta, invece, devi solo metterlo in una ciotola e mettere su l’acqua della pasta.

Bagna il formaggio con l’acqua della pasta (dove c’è già la pasta a bollire, così raccogli pure l’amido). Un cucchiaio per volta, fino a quando formi una crema.

Scola la pasta senza buttare la sua acqua, cacciala nella ciotola e mescola bene. Se fosse tutto troppo secco, bagna un po’.

Prepara le porzioni, spolvera con un pepe ed ecco cosa dovresti avere davanti a te:

Ciao e buon appetito!