L’estate è finita, i turisti sono andati finalmente a fanculo e nei supermercati sono tornate le mirabolanti offerte.
Ho un’insana passione per il cibo di merda ed ho un’altrettanta cogliona passione per gli sconti, pure quelli da sei centesimi. Non c’è un motivo, così è, c’entra un cazzo il risparmio.
Così come non c’ha senso il fatto che più la confezione è colorata e finta e più io esco scema e devo comprarla, pure se so che mi pentirò di mettere nello stomaco certa monnezza.
Però c’è un però.
Se comprendo l’esistenza di cordon bleu, sofficini e merendine varie nate nei fulgidi anni dei Fustini Dixan e Signore dell’Ace, trovo assurdo e quasi CRIMINALE che oggi qualcuno decida di fare uscire un prodotto di merda nuovo. Voglio dire, il futuro va in un’altra direzione. Ci sono gli snack alla mela, la frutta secca è al posto delle caramelle davanti alla cassa e comunque scassano così tanto i coglioni con il bio che una certa mezza idea che l’alimentazione sia importante ormai ce l’han tutti.
Poi nessuno capisce un cazzo e tutti ripetono robe a caso, però la direzione è quella.
Quindi io stamattina al supermercato ci sono entrata e l’ho comprata, quella roba là. Una monnezza con delle mozzarelline prefritte, supercaloriche e piene di merda.
Un prodotto NUOVO. Di una marca NOTA.
Cioè quest’estate qualcuno della marca NOTA ha deciso di continuare a creare stronzate dedicate ai bambini, con tanto di dicitura Per buongustai dai sei anni in su (o qualcosa del genere, non ricordo). Un brainstorming EPOCALE.
Nel 2020, mentre Franco Berrino incita a smettere di mangiare praticamente TUTTO (con buona pace dei vegani, dei biominchioni e dei fitfissati), alla marca NOTA creano l’ennesimo veleno generatore di futuri obesi.
Io sono nata negli anni ottanta. In quegli anni ancora non si sapeva che il cibo monnezza fosse tale e mia madre DAVVERO friggeva le spinacine pensando di farmi del bene. DAVVERO pensava ci fosse diversità tra una cotoletta finta con le verdure ed una senza verdure. DAVVERO comprava gli spinaci con dentro il formaggio e non si rendeva conto della differenza ENORME che ci sarebbe stata con degli spinaci freschi conditi poi con il formaggio accuratamente scelto e pesato da lei.
C’era ignoranza, troppa.
La stessa ignoranza che ti poteva portare, negli anni ’70, ad iniziare a fumare da ragazzino.
Oggi fumare sai che fa male, se inizi sei un coglione.
Oggi sai che le spinacine sono veleno, se le dai a tuo figlio sei altrettanto un coglione.
Quindi io non capisco chi siano questi geni della marca NOTA che fanno uscire un prodotto del genere ADESSO, senza cagare per niente le linee guida del Futuro.
Perché l’ho comprato, dici?
Ma perché per me non c’è speranza.
Io ho un corpo radioattivo.
Ci ho provato a togliere il junk food: sono diventata stitica, ho perso il ciclo mestruale, ero sempre di cattivo umore. E mica per un mese: per UN ANNO.
Io vivo di merda, io sono un Ghoul.
Insomma, io ormai sono persa per sempre.
Però ormai penso spesso ai ragazzini, per colpa di TikTok. Lo ripeto ogni giorno che IO SONO UN CATTIVO ESEMPIO, che loro devono dire NO alla droga, loro che sono in tempo.
Però oggi sappiamo tante cose.
Che il cibo spazzatura è pieno di merda che provoca tante malattie.
Che assaggiare certo cibo nell’infanzia significa non solo avvelenare i bambini, ma pure creare abitudini non sane che si porteranno dietro per sempre.
Che chi mangia certo cibo di merda da bambino ha più possibilità di essere un adulto obeso.
Che l’adulto obeso ha più possibilità di incorrere in malattie anche da molto giovane, riducendo metà dell’esistenza ad un elenco di medicine da prendere.
Insomma, qui non stiamo parlando di astrofisica: il cibo spazzatura fa male. PUNTO.
E allora, mi chiedo, com’è che ci sono ancora aziende che se ne sbattono le balle e proseguono in una direzione ormai da medioevo?
E ci sono ancora genitori che comprano le spinacine pensando di stare facendo del bene?
Davvero, davvero, davvero?
Mentre dubito ti dico che oggi prepariamo il polpo.
Quindi preparati perché ci saranno le foto della pulizia e non sarà un bel vedere. Pratica barbara ma necessaria se vuoi mangiare quest’animale più intelligente della media di noi esseri umani (ma la catena alimentare è ingiusta).
Go, go, go!
Per preparare dei rigatoni con crema di pecorino e polpo, per due persone, hai bisogno di:
- 180 grammi di rigatoni;
- un polpo intero. Il mio pesava, da scongelato, circa 800 grammi:
- 50 grammi di pecorino romano complessivi, ma da usare in momenti diversi;
- qualche foglia di menta;
- sale, pepe;
- 20 grammi d’olio.
Partiamo dal polpo.
Mi dicono dalla regia che è possibile cucinarlo da congelato, ma io non l’ho fatto, quindi finché non provo io non so se è vero.
Io l’ho fatto scongelare lentamente, in frigorifero. Dopo 24 ore l’ho tirato fuori pure da lì e l’ho portato a temperatura ambiente.
Poi è scattato il momento Cannibal Holocaust, con la pulizia.
Devi tagliargli tutta la faccia, che è dura e non si mangia.

A quel punto ci sarà un buco lì, dove una volta c’era la testa. Devi spremere quel buco.

Quella cosa nera che vedi nella foto, a furia di spremere, uscirà. È il becco e non si mangia.

Basta.
Il peggio è passato.
Porta dell’acqua leggermente salata ad ebollizione, poi butta dentro il polpo.

Chiudi col coperchio e fai cuocere per 40 minuti. Trapassalo con una forchetta, se ancora non è morbidissimo prolunga la cottura ad un’ora.
Poi spegni e lascialo riposare nella sua acqua finché si raffredda.

Useremo quell’acqua per cuocere la pasta, quindi non buttarla.
Togli il polpo, taglialo a pezzotti piuttosto grandi.
Accendi una padella antiaderente, non aggiungere altri grassi e quando è bella calda adagia sopra il polpo. Usa una fiamma medio alta.

Facciamo andare il polpo finché non sarà più viscido ed avrà un bel colore abbronzato su tutti i lati. Quindi ogni tanto giralo con delle pinze.
Puoi anche mettere l’acqua della pasta a bollire. Ricordati di usare quella del polpo e di aggiungere sale lì dentro se occorre.
Quando il polpo sarà pronto (e ci vorranno almeno dieci minuti, magari pure di più) avrà un aspetto del genere, avrà cambiato colore:

Quindi lo puoi levare. Lo tagli a pezzetti e lo condisci con 20 grammi d’olio, sale e pepe.

Butta la pasta e grattugia 50 grammi di pecorino, a polvere: 30 grammi li metteremo in padella, gli altri 20 serviranno sui piatti.
Scola la pasta almeno tre minuti prima del tempo indicato sulla confezione, senza buttare la sua acqua.
Mettila quindi in padella, insieme ad una mestolata di acqua di polpo e delle foglie di menta.

Concludi la cottura della pasta in padella: aggiungi acqua quando occorre, gira spesso.
Alla fine spegni la fiamma, lascia riposare per 30 secondi, muovendo la pasta per fare dissipare un po’ il calore.
A quel punto puoi mettere i 30 grammi di pecorino. Cerca di non fare andare il formaggio direttamente a contatto con la pentola.

Mescola bene, si dovrebbe formare una crema leggerissima. Se fosse troppo secco, aggiungi un goccio d’acqua di polpo.

Sempre a fiamma spenta caccia dentro pure il polpo e mescola bene.

Sui piatti spolvera col restante pecorino ed ecco cosa dovresti avere davanti a te:

Ciao e buon appetito!