Trofie con ricotta al pomodoro

Un sacco di volte passo ore in cucina e sto attenta a tutti i particolari: cerco di non bruciare le robe, calcolo addirittura i secondi di cottura, misuro persino le spezie. Poi mangio ed è buono, sì, ma non così buono.
Quando poi tento di ricreare i sapori dell’infanzia (che mi prenderei a schiaffi da sola per averli chiamati così) la delusione scorre forte in me.
Manca più di qualcosa.
E spesso l’ingrediente mancante è la fretta.

Perché non sempre le cose necessitano di immensa cura per essere spettacolari.

Pare assurdo, ma è così.

Perché mia nonna o mia madre non è che stessero lì ad instagrammare: loro cucinavano per sopravvivenza e spesso ci tiravano dietro dei piatti di fortuna, creati aprendo il frigo e magari la roba che mangiavi aveva pure qualche giorno di vita.
Ma tu non lo sapevi e mangiavi e basta, pensando buonissimo porcapaletta (perché cazzo ancora non faceva ancora parte nel tuo vocabolario).
Poi cresci, nessuno ti cucina più una ceppa e tu ti ritrovi a dire Sì, ma la focaccia, la pasta al salame, quel pesto… perché a me non vengono UGUALI? Cosa sbaglio?

Spesso reagendo male.

Qualcuno ha la possibilità di chiamare mamma e chiedere.
Io no.
Ma dopo tanto sperimentare ho capito che il mio vero sbaglio sta nel fatto che cucino troppo.
Nei miei gusti di infanzia c’è la pasta scotta, la minestrina col prosciutto bollito, il sugo di pomodoro che aveva anche tre giorni di vita (avanzato dalle polpette e infilato un po’ ovunque nei piatti successivi) e la pasta al burro che ancora non ho capito come si fa. La mia pasta al burro è buona, buonissima. Ma non è la pasta al burro di mia madre. Che super potere aveva?

Se solo non avessi passato il tempo davanti alla tv in attesa della pappa e fossi andata a guardare che faceva, forse oggi non impazzirei così.

Tutta ‘sta introduzione lunghissima per dire che jo.kian mi ha insegnato la pasta con la ricotta al pomodoro dei miei ricordi. E non solo: l’ho cucinata due volte ed ho la certezza che quella che mi davano era vecchia di almeno un giorno. Tipo pasta avanzata dal giorno prima e condita con un sugo di fortuna (ricotta avanzata, pomodoro avanzato). L’ho assaggiata ed ho fatto un salto indietro nel tempo a quando avevo 5 anni, giocavo con He-Man e guardavo ancora i Monciccì.

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Questa roba qui.

Go, go, go!

Per preparare delle trofie con ricotta al pomodoro, per due persone, hai bisogno di:

  • 250 grammi di trofie fresche (180 se le hai secche, come sempre);
  • 200 grammi di ricotta a tua scelta;
  • 10 grammi di olio;
  • un po’ di foglie di basilico;
  • uno scalogno;
  • 200 grammi di passata di pomodoro;
  • sale, pepe.

La ricetta è di una facilità disarmante, però ha bisogno di un’accortezza: devi preparare il condimento diverse ore prima del pasto, perché deve essere freddo. Caldo non è così buono: la ricotta si perde via, si sente troppo il pomodoro, è tutto molto meh.
Ti dirò di più. Nonostante io sia contraria al mettere i cibi in frigorifero perché i sapori trovo si appiattiscano, in realtà sono CERTA che quella della mia infanzia fosse gelida da frigo.
Quindi a te la scelta su come conservarla nelle ore che ti separano dalla pappa.

Lo so, ma questa è una ricetta dell’anima, cucinare male può essere una svolta per ottenere il gusto originale.

Trita uno scalogno.
Versa un cucchiaio d’olio in un pentolino, fallo scaldare leggermente e poi metti dentro lo scalogno.

Dopo qualche minuto, quando sarà un po’ ammorbidito, versa 200 grammi di passata di pomodoro e qualche foglia di basilico.

Fai andare a fiamma bassa finché inizia a sobbollire, poi continua la cottura per 5 minuti scarsi. Deve giusto scaldarsi un po’ e restringersi leggermente.

Spegni la fiamma, aggiusta di sale e fai raffreddare un po’.

Intanto occupiamoci della ricotta, anche se pure qui non c’è molto da fare. Devi solo metterla in una ciotola e spappolarla con una forchetta.
Appena il sugo è tiepido, uniscilo alla ricotta.

Mescola bene bene bene, finché hai una crema omogenea.

Basta. Ora devi farla riposare fino all’ora di cena.
In frigo? A temperatura ambiente? Fai come credi.
Però assaggiala ed aggiusta di sale, qualunque sia la tua scelta.

Quando è tempo di mangiare, prepara la pasta.
Scolala, cacciala nella ciotola, mescola bene e poi lasciala riposare lì dentro almeno 10 minuti. È una pasta da mangiare tiepida o addirittura fredda. Non calda.

Prepara poi i piatti e cospargi ogni porzione con pepe e decora con foglie di basilico.
Ecco cosa dovresti avere davanti a te:

Ciao e buon appetito!

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