Sandwich svuotafrigo (+ sei un negazionista, un antisemita, un nazista)

Lo sai pure tu che parlare è un rischio. Ma di qualsiasi argomento, intendo.
Poiché una volta che hai aperto bocca poi, magari forse e se sei sfigato, qualcuno ti ascolta e ti risponde.
E puntualmente non capisce un cazzo.

E tu così.

Quindi è facile abbandonarsi all’ozio totale e pregare Pazuzu di farci diventare muti. Però manco quello basta, perché tristemente hai frequentato le scuole elementari e lì ti hanno insegnato a scrivere. Una volta imparato l’alfabeto, è per sempre.
Così prosegui a spiegare i tuoi punti di vista e subisci le osservazioni, le domande, i quesiti e dopo un po’ o abiuri oppure ti calmi e, sillabando, cerchi di trovare altre parole per esprimere un concetto che a te pareva semplice ma che, è chiaro, non lo è affatto.

Saggezza orientale.

Non credo esista un dovere morale nell’esprimere un’opinione e personalmente non ho un’opinione su qualsiasi argomento esistente. Anzi, a dire il vero è raro che abbia qualcosa da dire, praticamente su tutto.
Su alcuni temi, però, penso e penso e ripenso. Così ogni tanto ci casco e butto le mie riflessioni nell’universo, convinta di stare proponendo l’acqua calda e di ricevere dei sonori GRAZIE AL CAZZO.
Invece, di solito, quello che ricevo sono bannazioni, insulti, messaggi privati e tanti, tanti inviti a tacere.
Perché certe idee sono pericolose. Perché questo non si dice. Perché questo può ferire qualcuno. Perché come ti permetti. Perché questo è inammissibile. 
Vorrebbero tagliarti la lingua, metterla sottovuoto e venderla al supermercato per un’euro, tra le offerte imperdibili del giorno. Purtroppo non hanno questo potere. In compenso hanno quello di rompere i coglioni e lo usano da dio.

Quello che vorrebbero farti, in versione soft.

Credo che l’unico pensiero pericoloso e controproducente sia il pensiero non espresso. Che il vero male dell’oggi (e dell’ieri e spero non del domani) sia il lasciare che il cervello si impigrisca e si convinca – spesso pure con violenza apatica – di quello che qualcun altro dice. Il qualcun altro è quai sempre un politico, un detentore dell’informazione corretta ed il pensiero deve essere non pericoloso e, soprattutto, non stimolante.
Molteplici gli argomenti su cui esiste una versione ufficiale e su cui è vietato argomentare. Se lo fai sei un negazionista, un antisemita, un complottista.
Tante le parole che i più intellettuali hanno coniato per definirci.
Gli altri – un bracciante lucano, un pastore abruzzese, una casalinga di Treviso – ti vorrebbero sputare in faccia. Punto.

Lo so, non sono incoraggiante.

Come dicevo, non credo ci sia un dovere morale nel fare uscire quello che si sente. Però non si può manco passare la vita ad avere paura di esprimere un’opinione.
Sai quante volte mi censuro? Sai quante volte vorrei spiegare il mio punto di vista su un dato argomento ma mi rompo le palle anche solo a pensare alla sassaiola che arriverebbe, perché il mio non è un pensiero incasellabile?
Non sono fascista, comunista, cattolica, atea, democristiana, femminista, cazzo ne so. Sono un kaiju che combatte contro i mentepiattisti.

I quali cercano sempre nuovi proseliti.

L’unico vero pericolo nel tacere è rassegnarsi di vivere in un mondo stagnante. Se ogni idea fosse cementata come questi individui pensano, staremmo ancora a trattare le donne sessualmente troppo(?) attive come delle malate di mente e chiuderemmo in manicomio chiunque ci sembri pericoloso e dannoso per il nostro stile di vita. Ancora saremmo qui a dire che l’omosessualità è una malattia creata da una violenza sessuale e che dietro ad ogni omosessuale c’è un potenziale pedofilo (pensiero che fino a 15 anni fa non era forse il pensiero medio, ma era comunque ancora diffusissimo).

Per non parlare dei danni che facciamo alla storia, quando non cerchiamo la verità dei fatti ma ci stampiamo sulla pelle la propaganda imperante. Perché lo sai che la storia viene scritta dai vincitori, vero? Che la propaganda di guerra non era esclusiva dei nazisti e che tanta, tanta merda viene perpetrata da ogni luogo per ogni luogo e se noi non ci facciamo delle domande, difficilmente riusciremo mai a distingue una balla da una verità?

Avrei tanto voluto scrivere qualcosa su questa vicenda ma ho evitato, perché sai che palle? Bisogna solo dire che questa tizia è una cicciona fascista che merita la pena di morte a vita. Un pensiero alternativo mica si può esprimere.

Se ogni argomento fosse tabù, se non potessimo parlare di argomenti anche molto complessi (come la pedofilia, per esempio) ci castreremmo nel pensiero e, conseguentemente, nelle azioni. Vivremmo sempre in un medioevo dell’intelletto che non risolve i problemi e, rifiutando persino di riconoscerne l’esistenza, semmai li acuisce.

Ogni individuo dovrebbe imparare che esiste la pluralità del pensiero e che urlando, urlando ed urlando non si cancella l’identità altrui. Certo, puoi ridurre al silenzio moltissime persone che non hanno voglia di sobbarcarsi giudizi, litigi, sputtanamenti, incazzature. Ma ci perdiamo tutti quanti e ci metteremo sempre più tempo ad evolvere come società.

Ed ora basta, che c’ho fame.

La felicità di chi sa che sta per mangiare.

Oggi un panino che mi sono mangiata a pranzo, con la roba avanzata nel frigo.
Quindi niente di complesso: sei minuti e si mangia, con un accostamento semplice, talmente semplice che senz’altro hai tutto in frigo.

Go, go, go!

FAME.

Per preparare un sandwich svuotafrigo hai bisogno di:

  • 2 fette di pane. Panbauletto o simili;
  • 2 acciughe sott’olio;
  • 3 pomodorini;
  • 50 grammi di stracchino.

Porta tutto quello che ti serve sul tuo piano da lavoro.
Spalma lo stracchino su entrambe le fette di pane e spezzetta con le mani le acciughe.

Mentre lo preparo.

Taglia anche i pomodorini a pezzetti ed adagiali sopra le acciughe:

Infine chiudi ed ammira la bellezza:

Ebbene sì, abbiamo già finito.
Ti giuro che era buono: chi l’ha detto che bisogna farsi un culo così per rendere contento lo stomaco?

Ciao  e buon appetito!