Attenzione a parlare di pizza a casa del Kaiju.

Mi va subito il sangue alla testa.
Lo dico subitissimissimo: non esiste il gusto personale. La pizza, a te, non piace alta e soffice o bella croccante. La pizza non si può preparare in mille maniere, non se stiamo parlando di quella vera.
La pizza è pizza e se affermi il contrario è perché non hai la più fottuta idea di che cosa stai parlando.

Non sono assolutamente interessata a ciò che hai da rispondere, questo non è un dibattito né una democrazia.
Nella vita vera, quando qualcuno straparla in questa maniera, annuisco e sorrido con lo sguardo perso nel vuoto. Se dall’esterno pare che la calma regni, in realtà dentro di me è tutto un susseguirsi di neuroni che si prendono a pugni più forte che possono per non pensare.

Mi dovrebbero consegnare un Oscar, uno di questi anni.
Quando leggo che le varie mogli&madri posseggono la formula per preparare una pizza in casa uguale a quella delle pizzerie, l’unica cosa che penso è che senz’altro vanno a mangiare in pizzerie di merda. Oppure che sono delle bugiarde terribili.
Ogni volta che provo una loro ricetta quello che accade è che mangio roba lievitata a cazzo, che mi fa stare male, mi gonfia e fa pure schifo.

Dopo un po’ è pure normale, a furia di premesse che finiscono con due dita in gola dal ribrezzo culinario.
Ecco perché la gente pensa che la pizza faccia male, faccia ingrassare, sia una roba pesante e via dicendo. Se quella è la vostra idea di pizza, cari miei, piantatela di torturarvi e cucinate qualcos’altro.

Sì ed è tutta colpa delle pizze come la pizzeria di tutte le blogger fashion che circolano ancora libere. Per colpa di Basaglia.
Quindi oggi noi non impariamo a preparare la pizza. Oggi noi impariamo la pizzetta finta: quella che ti vendono al supermercato, negli autogrill, nelle rosticcerie, nei postacci in cui non si mettono a pulire manco i tavoli e tu lì, a togliere il lerciume con i fazzoletti di carta portati da casa. La pizzetta sempre un po’ troppo unta, un po’ porcata, su cui sopra ci puoi mettere davvero tutto quello che vuoi, tanto fa sempre schifo ed è sempre buona nello stesso tempo.
In realtà la ricetta parte da un piatto tradizionale ligure presentato da Gli Esperimenti di Mary Grace che io proprio non potevo ripetere: non avevo le olive giuste e manco l’olio giusto, quindi ho rinunciato in partenza. Ma l’impasto sembrava davvero valido e dovevo provarlo.
Il risultato è stato quello che desideravo: pizza finta. E così, felice e contenta, parto col Go go go! e ti faccio levellare da paura.
Prima, però, sigla!

Sigla!
Useremo una teglia 30×20. Altezza 3 cm.
Per preparare una pizza finta, per due persone, hai bisogno di:
- 250 grammi di farina per pizze e focacce. Sui sacchi di farina c’è scritto proprio così, se trovi quella con la dicitura macinata a pietra compra quella, che mi è sembrata più decente rispetto alle altre;
- 7 grammi di lievito di birra fresco. Se in casa fa caldo, fermati a 5.
- 3 grammi di zucchero o di miele;
- 125 grammi di acqua tiepida;
- 5 grammi di sale fino;
- 25 grammi d’olio extravergine di oliva;
Per condirla hai bisogno di:
- 250 grammi di passata di pomodoro;
- uno spicchio d’aglio;
- un filo d’olio ed origano;
- olive, acciughe e capperi. Oppure no e ti fai la marinara, che è anche più buona.
Prendi una tazza e mettici dentro il lievito di birra. Aggiungi un po’ di acqua tiepida (acqua che fa parte dei 125 grammi indicati negli ingredienti) e i 3 grammi di zucchero (o miele). Mescola tutto con un cucchiaino.
In una ciotola grande versa i 250 grammi di farina e i 5 di sale. Mescola tutto benissimo con una frusta, a mano.
Aggiungi i 25 grammi di olio, il lievito con tutta la sua acquetta e l’acqua rimanente.
Mescola con un utensile di legno.
Quando diventa una pappetta malleabile comincia ad impastare a mano. Sposta l’impasto sul tavolo da lavoro e impasta per dieci minuti buoni.
Olia leggermente una ciotola e cacciaci l’impasto dentro. Copri con un panno pulito e umido (mettilo sotto l’acqua e strizzalo bene) e lascia lievitare per un’ora.
Eccolo, esaurito il tempo:
Prendi un foglio di carta da forno e fodera la teglia che hai scelto di usare. Ungi il foglio con un po’ d’olio.
Rovescia il tuo impasto direttamente nella teglia e lavoralo con le mani per coprire l’intera superficie della teglia.
Ora devi scegliere se costruire o meno il cornicione. Tieni conto che un po’ di cornicione viene in maniera naturale, ma se vuoi puoi crearne uno apposta, se ti piace. Ti verrà un bordo croccante, anche buono, ma io preferisco andare atuttapizza.
L’ho fatta in due versioni. Col bordone rialzato apposta:
Col bordone naturale:
Copri la teglia con un panno pulito e fai lievitare per altri 45 minuti.
Esaurito questo tempo comincia ad accendere il forno: modalità statica, temperatura 210 gradi.
Mentre attendi che vada in temperatura, prepara gli altri ingredienti.
In un pentolino scalda leggermente la passata di pomodoro. Se usi capperi e robe sapide, non aggiungere sale.
Sciacqua sotto l’acqua fredda i capperi, le olive e le acciughe (sempre se hai scelto di metterle).
Taglia a pezzetti uno spicchio d’aglio:
Abbiamo tutto pronto, quindi condiamo.
Versa tutta la passata sull’impasto:
Condisci a piacere con acciughe, olive e capperi, se li hai scelti.
Altrimenti metti solo l’aglio a pezzetti.
Spolvera con origano e cospargi con un filo d’olio.
Inforna. Come detto in precedenza: modalità statica, 210 gradi. Per 25 minuti.
Se ti piace che sotto sia più croccante, spegni la resistenza superiore e fai andare solo la parte di sotto per altri 5-10 minuti.
Una volta sfornata aggiungi altro origano ed un altro filo d’olio.
Ecco la mia versione col cornicione:
Ed ecco la versione col cornicione minimo:
Ogni volta il risultato sarà un po’ diverso: dipende dalla temperatura in casa, dalla farina, dal lievito, dal Santo Padre.
Quel che posso assicurarti è che l’impasto, a mio parere, è davvero buonissimo.
Ti mostro anche l’interno: ben cotto e soffice.
Pure un ingrandimento della fetta, perché quando una roba viene bene il mondo deve sapere:
Ora hai il potere.
E non ti preoccupare: ti riempirò di possibili condimenti con cui farcirla, perché mica esiste solo la marinara-romana, nella vita.
Sì. È un grande giorno nella Casa del Kaiju.
Habemus pizza finta. Son cose.
Con questa ricetta di base puoi prepararne di ogni. Per esempio ecco una versione con il tonno. E per condire metà pizzetta serve una scatola da 50 grammi.
Tonno messo all’uscita, non serve cuocerlo:
Ciao e buon appetito!
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